LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi
LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi
LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
I a DOMENICA <strong>DI</strong> QUARESIMA<br />
Gesù affronta e vince esemplarmente tre tentazioni umane:<br />
saziare i desideri, dominare, barattare la coscienza.<br />
Is 58,4-10 4 marzo 1990<br />
2 Cor 5,18-21;6,1-2 prima omelia di <strong>Don</strong> <strong>Isidoro</strong><br />
Mt 4,1-11 nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe<br />
La seconda lettura ci offre una definizione molto bella e chiara della Quaresima. Essa è un<br />
momento favorevole (2 Cor 6,2). San Paolo intendeva per momento favorevole qualsiasi momento<br />
della storia umana dopo la Pasqua di Gesù. Noi, durante l'anno liturgico, siamo soliti dichiarare il<br />
periodo di Quaresima un momento particolarmente forte, ricco di possibilità per la nostra fede. In<br />
questo tempo siamo chiamati a vivere e a riscoprire la nostra dignità di battezzati. Inoltre il Signore<br />
ci dona un motivo in più per sentirci in clima, dal momento che iniziamo anche il cammino di una<br />
nuova Parrocchia. Se noi viviamo fino in fondo il cammino per la riscoperta della Redenzione, ci<br />
accorgiamo che possiamo essere forti, di fronte a qualsiasi tentazione di peccato, anche per la<br />
condivisione di Gesù. Infatti, il vangelo che abbiamo letto, è in realtà una sintesi molto espressiva di<br />
tutte le tentazioni che noi uomini possiamo subire.<br />
L'evangelista, attraverso tre immagini, ci dice che Gesù ha affrontato le tentazioni di noi<br />
uomini. La prima, quella di trasformare le pietre in pane, è la tentazione che abbiamo quando<br />
mettiamo i nostri desideri a reggere la nostra vita, senza confrontare la parola di Dio. I nostri<br />
desideri possono essere più che legittimi, ma a volte sono sbagliati. Se vogliamo confrontare<br />
seriamente la nostra esistenza, non possiamo rimanere chiusi in noi stessi, non possiamo nutrirci dei<br />
nostri desideri. Sia che abbiamo la capacità di metterli in atto, sia che abbiamo pochissime<br />
possibilità di comprendere il da farsi, dobbiamo inoltrarci nella sconfinata grandezza della<br />
rivelazione cristiana: dobbiamo, appunto, nutrirci della parola di Dio. Quante volte invece, siamo<br />
tentati di mettere la parola di Dio non al primo, ma all'ultimo posto!<br />
La seconda tentazione di Gesù, quella di buttarsi dal pinnacolo del tempio, sicuro di essere<br />
forte in questo rischio, è la tentazione di ricorrere alle nostre capacità, alle nostre doti, non per<br />
servire, non per andare agli altri, ma per imporci, per dominare. Guardiamo alla risposta di Gesù:<br />
Non tentare il Signore Dio tuo (Mt 4,7). È chiaro che se una persona ricorre alle proprie capacità e<br />
doti non per amare, ma per dominare, rende Dio, che è il liberatore e il redentore, in un certo senso<br />
collaboratore di un disegno ben diverso da quello della Rivelazione. Se ci pensiamo con un po di<br />
audacia, probabilmente questa è la tentazione che Gesù ha subito più di tutte le altre. Pensiamo per<br />
esempio a tutte le volte che Gesù è stato invitato a compiere dei segni; pensiamo a quando è stato<br />
invitato a scendere dalla croce. Tuttavia, per essere grandi bisogna, come fa Dio Padre, mettere<br />
sempre l'amore al primo posto.<br />
La terza tentazione di Gesù è quella di inginocchiarsi davanti a Satana per ottenere il<br />
dominio della terra. È la tentazione di venire a compromessi contro la verità, di venire a patti con la<br />
disonestà o con la menzogna, pur di riuscire ad ottenere dei vantaggi, pur di far parte di quelli che<br />
sembrano i conquistatori della terra. Se, però, siamo figli di Dio, non dobbiamo inginocchiarci di<br />
fronte a nessuno; dobbiamo inginocchiarci soltanto di fronte a Dio: l'adorazione di Dio si trasforma<br />
nella più grande elevazione. Non dobbiamo piegare la nostra coscienza di fronte a nessun altro,<br />
anche se apparisse più grande e vincitore. Eppure, quante volte accettiamo i compromessi,<br />
accettiamo di seguire non ciò che è più vero, ma ciò che ci sembra più vantaggioso! Quante volte,<br />
per esempio, pur di far carriera, ci adattiamo a lasciar bruciare la nostra coscienza!<br />
Se guardiamo bene, qualsiasi nostra tentazione appartiene ad uno di questi gruppi; qualsiasi<br />
peccato non è altro che cedimento ad una di queste tentazioni: nutrirci esclusivamente dei nostri<br />
desideri, invece che della parola di Dio; impegnare le nostre capacità per dominare, anziché per<br />
amare; piegare la nostra coscienza verso i patti, piuttosto che innalzarla verso Dio.