LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

mistero della giustizia, per essere partecipi della nuova, eterna grazia? Oppure viviamo con le nostre
viltà, con le nostre paure? Siamo acutissimi nel vedere rischi e pericoli della vita; siamo dimentichi
del fatto che la vita è grande e bella, non perché senza rischi, ma perché occasione di
riconoscimento, di testimonianza, di missione, di speranza.
Fratelli, sappiamo che il nome prestigioso di Siloe (Gv 9,7) è pronunciato dalla coscienza e
dalla storia di ciascuno di noi, oppure, col nostro orgoglio, ci costruiamo un mucchio di sicurezze
che si traducono ogni volta in amarezza, solitudine, delusione? Che cos’è la vita umana? È
l’occasione per rinnovare in maniera sempre più cosciente, feconda e gioiosa il gesto di quell’uomo:
“Credo!” (Gv 9,38), il gesto di dire: “Io so che cosa posso pronunciare, perché in fondo, come tutti
gli altri, possa proclamare con semplicità invincibile lo splendore dell’amore di Dio, che è
condizione di incontro per tutti noi”. La vita è la possibilità di accogliere sempre più coscientemente
l’Inviato di Dio, per essere a nostra volta gli inviati tra gli uomini. Naturalmente, se invece di porre
l’attenzione sull’Inviato di Dio, continuiamo a fondare l’amore del nostro cuore sulle nostre paure,
sui nostri progetti, il frutto sarà soltanto di vedere la vita come riflesso di noi stessi e non per quello
che è, vale a dire riflesso dell’amore di Dio. Così la piscina di Siloe rimane tragicamente inutile e
noi persevereremo nelle nostre discussioni sterili, noi continueremo a guardare gli uomini e a
sbagliare completamente il giudizio su noi stessi, continueremo a guardare noi stessi senza mai
essere contenti di vivere.