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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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ULTIMO GIORNO DELL'ANNO<br />

Meditando sul Natale, si scopre un senso nuovo del tempo, un nome nuovo di Dio<br />

Nm 6,22-27 Messa dell'Ottava di Natale<br />

Gal 4,4-7 31 dicembre 1989<br />

Lc 2,16-21 basilica di San Giovanni Battista<br />

L'orario di questa santa Messa cade in un momento piuttosto anomalo: abbiamo già<br />

celebrato una solenne Eucarestia con il Te Deum di ringraziamento per l'anno trascorso. Per il<br />

calendario civile siamo ancora al 31 dicembre, ma nel calendario liturgico già celebriamo la santa<br />

Messa dell'Ottava di Natale.<br />

Siamo qui in pochi, ma in questo deve farci sentire familiarmente chiamati dalla parola di<br />

Dio ad un pensiero molto semplice, e tuttavia essenziale, per continuare la riflessione sul mistero<br />

del Natale, per capire meglio il senso del tempo che ci sta portando ad un altro anno, per ritrovare<br />

spazi idonei a meglio celebrare la Giornata della Pace secondo il tema indicato dal Sommo<br />

Pontefice con quella pienezza di fiducia che il credente deve sempre avere.<br />

Il valore che le letture odierne ci invitano a considerare, potrebbe essere indicato con l<br />

termine “accoglienza”. Il brano di Luca potrebbe essere diviso in tre parti: la notizia, l'annuncio, la<br />

pienezza. I pastori, avendo visto la luce, glorificarono Dio. Noi, che stiamo vivendo il Natale,<br />

stiamo giungendo alla capacità di glorificare sempre Dio? Maria, da parte sua, celava tutte queste<br />

cose nel suo cuore. Stiamo noi pure serbando nel cuore quanto quel bambino – l'Emmanuele che si<br />

rivela – ci annuncia e comunica?<br />

Stiamo assistendo al passaggio da un anno all'altro nella luce delle cose che stiamo<br />

leggendo, perchè noi, come Maria, dovremo conservarle al di sopra di tutte le altre realtà, come<br />

preludio di eternità da scegliere, come tesoro supremo? Oggi, nella forma abituale e spesso sincera,<br />

formuliamo gli auguri : “Buona fine, miglior principio!” In qual modo possiamo augurare bene un<br />

buon anno? Come Maria, conservando nel cuore quanto il mistero dell'Incarnazione ci affida.<br />

E' pure l'Ottava di Natale: i bambini venivano circoncisi e veniva loro imposto il nome. Ecco<br />

che il Verbo di Dio assume un nome proprio – Gesù - un nome importante. Ecco che l'Incarnazione<br />

giunge all'incontro non solo con la natura umana, ma anche con tutte le concretezze di questa<br />

natura. Tuttavia c'è un altro nome: se il Verbo di Dio assume l'umanità, anche la Prima Persona<br />

della Santissima Trinità assume un nome umano: “Abbà”. L'immenso, l'Onnipotente, Colui il cui<br />

nome poteva essere pronunciato solo dagli angeli, può essere chiamato: “Abbà, Padre!” (Gal 4-6),<br />

con una nota che assume per noi la consapevolezza dell'immensità dell'amore che si rivela anche<br />

come affetto dolce, illuminato, confidente.<br />

La parola di Dio ci presenta Gesù come il Verbo incarnato. Come sarebbe bello se ciascuno<br />

di noi scoprisse il lui la sua grandezza! Dovremmo imparare a memoria la seconda lettura: “Dio<br />

mandò suo figlio, nata da donna, nato sotto la legge, perchè ricevessimo l'adozione a figli. E che voi<br />

siete figli, ne è prova il fatto che Dio mandò nei vostri cuori lo Spirito del Figlio suo che grida:<br />

Abbà Padre! Quindi tu non sei più schiavo, ma figlio; se poi figlio, sei anche erede per volontà di<br />

Dio” (Gal 4,4-7).<br />

Fratelli, come è grande il mistero di Dio, come è grande il mistero del tempo! Noi siamo<br />

coloro che possono ben conservare nel cuore quello che per i pastori è stato motivo di gioia, quello<br />

che Maria conservava nel suo cuore.

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