LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi
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che siamo noi a cercare Dio, invece di metterci nella condizione di discepoli ed accogliere il<br />
giudizio di Dio come luce, come liberazione, come crescita. Non vorrei, dopo aver promesso di<br />
spiegare la parola di Dio, renderla meno facile; però proviamo a pensare come tutti possiamo<br />
credere nel dramma dei Giudei. Chi di noi crede fino in fondo che, anche nello smarrimento più<br />
grande, c’è una presenza addirittura crocifissa, perché il Figlio di Dio ci dà la possibilità di<br />
riscoprirci come coloro che possono considerare propria la casa del Padre che è nei cieli? Chi di noi<br />
crede che nessun fallimento della vita terrena è una condanna se, come ci ha detto san Paolo,<br />
accogliamo fino in fondo nella fede il mistero meraviglioso di Gesù che si è fatto il maledetto<br />
pendente dal legno (Gal 3,13), perché nessuna creatura umana rimanga in nessun tipo di<br />
maledizione?<br />
Vedete, le verità della fede sono molto più grandi delle nostre capacità di pensiero! Gesù ha<br />
stabilito il senso della nostra vita. È comprensibile la difficoltà nel capire che quell’uomo di<br />
neppure cinquant’anni (Gv 8,57) che parla alla Festa delle Capanne, è davvero colui che può dire:<br />
“io sono”: che cioè sia Dio. D’altro canto, però, di fronte ai suoi segni, perché non godere del fatto<br />
che Dio ci ama per primo, ci sorprende coi suoi doni? Perché non stupirci che Dio è più grande del<br />
nostro cuore e che la nostra piccola mente, mediante la fede, può diventare la sede della sua verità?<br />
Perché continuare a pensare, come gli antropologi moderni, che l’uomo non è libero? Resta vero<br />
che è una libertà ben piccola e molto compromessa, ma se è vero che rispondendo alla parola di Dio<br />
possiamo far nostra, attraverso la fede, la Rivelazione del Signore; se è vero che possiamo vivere in<br />
comunione con Gesù, perché continuiamo a guardare le nostre piccolezze? Perché continuiamo a<br />
rimanere prigionieri dei nostri timori? Perché respingere Gesù come troppo grande, per rimanere<br />
praticamente soli nella nostra cecità, nella nostra infelicità nelle nostre paure?<br />
Fratelli carissimi, ciascuno, in base alla propria età ed alla propria esperienza, riascolti il<br />
Signore che ci dice: “Se tu rimani fedele alla mia parola, sei davvero mio discepolo, conosci la<br />
verità, sei libero persino dalla schiavitù della morte, libero di possedere Dio per sempre!” (Gv 8,31).