LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi
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V a DOMENICA D'AVVENTO<br />
Per sperimentare con profitto la novella i Gesù Cristo occorre bandire i pregiudizi<br />
Is 35,1-6.8.10<br />
Gc 5,7-10 17 dicembre 1989<br />
Mt 11,2-11 basilica di San Giovanni Battista<br />
Chi è Gesù? Chi è quel Gesù del quale ci è annunciato l'Avvento? Se Gesù viene, che cosa<br />
porta? Che cosa avviene a noi nell'incontro con lui? Abbiamo sentito la risposta. Gesù vuole<br />
risanare l'uomo in ogni aspetto della sua persona, della sua vita.<br />
In Gesù possiamo vedere, possiamo procedere, avanzare, possiamo superare qualsiasi<br />
malattia, qualsiasi ferita, possiamo finalmente comprendere ed ascoltare la verità. Per Gesù l'uomo<br />
non è più colui che è chiamato a morire, ma colui che è chiamato a vivere sempre, colui che ha per<br />
sé la risurrezione. Secondo Gesù, per l'uomo che sa riscoprirsi povero, pronto ad accogliere, c'è<br />
sempre la buona novella, l'annuncio più grande di qualsiasi altro: Dio è per noi. Gesù è decisivo: se<br />
di fronte a lui ci si scandalizza, cioè si inciampa, ci si ferma, si rimane bloccati da ciò che più ci<br />
piace, o si vuole ostinatamente rimanere bloccati, allora tutto rimane superfluo, allora Gesù viene,<br />
ma la sua venuta per noi rimane senza significato e senza valore. Se dentro non ci si scandalizza, se<br />
invece di inciampare nelle nostre debolezze ci si affida totalmente alla onnipotenza, alla perfezione<br />
de suo amore, allora gli uomini possono essere tutti liberati. Beato chiunque non si scandalizza.<br />
Allora, come diventare beati? Come non scandalizzarci di Gesù? Come veramente accoglierlo?<br />
Come intrecciare il nostro procedere nell'esistenza con l suo venire, con il suo passare nelle nostre<br />
strade, con il suo presentarsi alle nostre coscienze?<br />
La liturgia di oggi ci presenta in Giovanni Battista un grande modello di attenzione, di<br />
ascolto, di accoglienza di Gesù. Giovanni è realmente puro nel cuore, desidera solo conoscere la<br />
verità. Non è una persona che ha le sue pregiudiziali da difendere in ogni caso, non è una persona<br />
che filtra quanto gli si presenta con quanto ha già. E' una persona che appiana la strada della sua<br />
coscienza, perchè Colui che deve venire possa essere pienamente accolto, perchè Colui che deve<br />
venire possa essere conosciuto. Anche noi dobbiamo essere liberi nel cuore, dobbiamo sgomberare<br />
tutto ciò che distrae la nostra coscienza e la nostra mente, non dobbiamo temere di convertirci. Se<br />
temiamo questo, rimaniamo degli scandalizzati, persone che inciampano sempre negli stessi errori e<br />
che precipitano nell'amarezza e nella disperazione degli stessi peccati. Se invece facciamo libertà<br />
nel nostro cuore, ecco che ci ritroviamo uomini capaci di fortezza.<br />
Chi fu Giovanni Battista? Certamente non una canna sbattuta dal vento (MT 11,7). Com'è<br />
facile, fratelli, essere una canna sbattuta dal vento! Com'è facile che noi poniamo la nostra<br />
intelligenza nella ricerca e nella testimonianza della verità, ma nell'inventare qual'è la soluzione al<br />
momento più o meno vantaggiosa e nello schierarci da quella parte! Un'immagine molto comoda:<br />
noi saltiamo sul carro del vincitore. Tante volte siamo come canne sbattute dal vento, siamo fuscelli<br />
che sono trascinati dagli eventi, dagli ingorghi della storia e pensiamo di essere giustificati dicendo<br />
che, in fondo, siamo piccole cose, siamo pagliuzze. Non è vero, perchè ciascuno di noi è<br />
personalmente pensato e amato da Dio. Non è vero che siamo dei miseri fuscelli trascinati da eventi<br />
spesso più grandi di noi, perchè Gesù è venuto affinchè ogni povero abbia la buona novella, abbia a<br />
conoscere che la verità è offerta proprio a lui, che l'Amore è la rivelazione proprio per lui.<br />
Così la prima lettura ci rende pieni di esultanza, perchè ci offre un concreto programma di<br />
vita per chi si apre alla fede, all'accoglienza di Gesù, all'accoglienza di Colui che è sempre veniente.<br />
“Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete” (Is 35,4). Chi di noi non è, più o meno, smarrito<br />
di cuore? Il Signore sa che siamo degli smarriti, ma a ciascuno di noi dice: “Coraggio! Non temere”.<br />
Quante volte noi temiamo; quante volte noi protestiamo; quante volte abbiamo le braccia<br />
infiacchite; quante volte le nostre forze sono vacillanti! Ma noi non dobbiamo valutare la vita come<br />
se stessimo di fronte al tempo che, più grande di noi, finisce per nuocerci. Dobbiamo valutare la vita<br />
sapendo che, per noi, è sempre possibile cogliere una ragione indistruttibile per mettere forza nel