nostra coscienza, il segno della nostra salvezza. È la presenza liberante che il Padre ci ha dato. Il Padre da sempre ci pensa come figli suoi, noi per sempre potremo essere non nel segno della tristezza, ma nel segno della gioia piena.
VEGLIA PASQUA<strong>LE</strong> Amati dal Dio della vita, felici nel rapporto con Lui, abbiamo il compito di annunciare la luce di Gesù risorto 14 aprile 1990 Chiesa di san Giuseppe La Veglia Pasquale, là più grande delle celebrazioni annuali che la fede cristiana propone, vuole farci riscoprire la nostra origine, la nostra identità, la nostra missione. Da dove veniamo? La veglia pasquale, tramite la parola di Dio ed il preconio cantato, ci dice che veniamo dall’alleanza eterna di Dio, sempre Dio della vita, Dio che si rivela progressivamente, ed abbiamo l’obbligo di progressivamente intuire che cosa significhi esistere come alleati di Dio. La nostra identità, allora, è quella di percorrere le vie della vita con un impegno continuo di liberazione, consapevoli che la liberazione è una chiamata, garantita da Qualcuno che sa essere con noi fino ad immolarsi. Celebrando la veglia pasquale, dobbiamo cogliere l’itinerario della nostra esistenza con l’intrecciarsi della presenza di Dio; l’esistenza umana diventa cammino progressivo verso gli spazi immensi che il Dio che ama, ci offre. In questo modo la veglia pasquale diviene la contemplazione di colui per il quale tutto ciò che viene annunciato, si dimostra veramente e compiutamente offerto. La veglia pasquale diviene la proclamazione di Colui che è nel dramma dell’uomo fino ad essere crocifisso, che è la guida dell’uomo fino ad essere il Risorto. Dobbiamo assolutamente aprire l’animo al futuro; ormai non ha più senso fermarsi al passato; ha senso riscoprire che colui che ha rivelato la nostra identità, è sempre ad attenderci camminando davanti a noi, superando i nostri sentimenti puramente umani, per farci cogliere il progetto divino secondo cui gli spazi veri della nostra vita sono quelli della Risurrezione. Gesù è luce per sempre, perché Gesù è il Risorto, colui che è Dio-con-noi nella pienezza totale, in ogni momento di ricerca, in ogni traguardo futuro. Se noi veniamo dall’amore di Dio, se la nostra felicità dipende dal rapporto con Dio, allora la nostra missione è di annunciare la luce che ci viene dal fatto che Gesù di Nazareth, Emmanuele, è risorto, perché ognuno di noi sappia essere testimone di vita, costruttore di speranza, non smarrito di fronte al male. Quanto stiamo per fare in questa veglia è bellissimo: questa sera abbiamo la possibilità di accogliere una nuova persona, poiché battezzeremo una creatura che diverrà davanti a noi figlia di Dio. Vogliamo che anch’ella abbia a scoprire quanto è grande credere, quando la conversione più vera, la sua realtà più concreta è quella annunciataci e comunicataci mediante la celebrazione della Pasqua. Noi che cosa testimonieremo a questa creatura? Testimonieremo di essere una comunità stanca, persone che proseguono scoraggiate tra le difficoltà e sconfitte, oppure testimonieremo di essere sì delle persone deboli, ma raggiunte dalla luce del Risorto, consapevoli della Pasqua, cioè del “passare oltre”, verso un dono perenne, verso il Dio fatto uomo, verso Gesù morto crocifisso e risorto, il quale è garanzia per ciascuno di noi? Fratelli, Gesù è davvero risorto. La nostra comunione non è vana, la nostra speranza non è illusione, la nostra vita può essere cammino in una missione efficace. Riscopriamoci a vicenda come coloro che possono annunciarci la Buona Pasqua come rivelazione piena della loro identità, come meta della vita. Alla piccola vita che stiamo per battezzare, auguriamo di sperimentare, man mano che crescerà negli anni, quanto la fede garantisca e comunichi la salvezza.