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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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LA SACRA FAMIGLIA<br />

La famiglia ove viga il primato di Dio, è scuola di fede e di preghiera, luogo di riflessione<br />

sui fatti della vita<br />

Sir 3,2-6.12-14<br />

Col 3,12-21 28 gennaio 1990<br />

Lc 2,41-52 basilica di San Giovanni Battista<br />

Che cos'è la famiglia? La prima lettura ci aiuta a comprendere che la famiglia è il luogo<br />

personale, cioè costituito da persone, deputato a trasmettere la vita. Nella famiglia, intreccio di<br />

generazioni, la vita passa dal padre al figlio, al nipote, in modo che nel trascorrere del tempo si<br />

collochi l'azione creatrice di Dio che chiama nuove persone a vivere, a credere, ad amare. Tutti noi<br />

siamo vivi; come facciamo a comprendere di nuovo la vita? Possiamo comprendere la vita capendo<br />

la famiglia, istituita da Dio perchè la vita è comunicata anzitutto lì, prima che altrove lì viene<br />

educata. La prima lettura ci parla del rapporto verso i genitori, dell'amore e del rispetto da avere per<br />

loro, non tanto perchè i genitori sono persone capaci, ma perchè, sempre e comunque, i genitori<br />

sono stati il tramite del nostro esistere e sono il segno del fatto che esistiamo, perchè qualcun altro<br />

ci ha comunicato l'esistenza. Questa comunicazione non è da vedere come un fatto casuale, ma<br />

come un fatto meravigliosamente provvidenziale, un fatto in cui il regista è Dio stesso. Ebbene,<br />

sono le nostre famiglie luogo personale, dove comprendere perchè siamo venuti al mondo, dove<br />

capire che l'essere nati e il crescere significano innanzitutto un mistero meraviglioso che va al di là<br />

di qualsiasi nostra valutazione, o desiderio o privata riflessione? E' un mistero che esige apertura ad<br />

un orizzonte che travalica qualsiasi criterio individualista ed edonista. C'è il rischio che le famiglie<br />

diventino il luogo della fuga di una generazione dall'altra, anziché essere il luogo dell'integrazione,<br />

della comprensione, della corresponsabilizzazione, della comunicazione vera.<br />

Per comprendere meglio questo secondo punto, guardiamo alla seconda lettura. Essa può<br />

essere sintetizzata così: la famiglia è il luogo (composto da persone) della comunicazione di quanto<br />

c'è di più bello, di più alto, di più nobile. Veramente, secondo la parola di Dio, la famiglia è, in<br />

sintesi, il tempio nel mondo, il nucleo fondamentale della comunità cristiana. Perchè così raramente<br />

le nostre famiglie sono tali? Perchè si riducono ad essere il luogo di frettolose convivenze, di<br />

frammentari incontri senza che, al di là dello stare insieme qualche momento, ci sia autentica<br />

comunicazione di ciò che è piena verità, di ciò che è forte, di ciò che è pura gioia. Siccome non<br />

stiamo inventando una conferenza di carattere sociologico o psicologico, ma stiamo impostando<br />

un'adunanza di preghiera nella fede, dobbiamo fare, come cristiani credenti, una proclamazione<br />

profonda: le nostre famiglie non sono il luogo che dovrebbero essere circa il rapporto tra le<br />

generazioni, circa la comprensione della trasmissione della vita, circa la comunicazione di quanto di<br />

più grande c'è nella vita, perchè nelle nostre famiglie manca il primato di Dio.<br />

In fondo, la terza lettura che cosa ci dice? Ci dice che per vivere davvero, per sapere chi è<br />

Gesù ma anche chi è ogni fratello di Gesù, ogni persona redenta da Gesù, occorre occuparsi,<br />

preoccuparsi innanzitutto delle cose del Padre che sta nei cieli (Lc 2,49), Se noi ci dimentichiamo di<br />

Dio, centro autentico della famiglia, inevitabilmente le nostre famiglie saranno soltanto il prodotto<br />

delle varianti sociali e non le cellule fondamentali per l'incontro della verità e per la scoperta del<br />

senso della vita. I nostri fratelli e le nostre sorelle che non sono credenti, non possono percepire<br />

questo fondamento della famiglia così grande, profondo, definitivo e sublime. Noi, però, che ci<br />

diciamo credenti, dobbiamo testimoniare con tutte le risorse della nostra persona, della nostra<br />

intelligenza e sensibilità, della nostra fertilità e creatività, che la persona umana e quindi il luogo<br />

fondamentale della persona – la famiglia – può essere se stessa soltanto se si libera da qualsiasi<br />

orizzonte troppo piccolo. Per fare questo bisogna riconoscere il primato di Dio. Quindi abbiamo che<br />

la famiglia è il luogo dove si insegna e si impara a pregare. Non si deve imparare a pregare al<br />

catechismo, lì si deve comprendere meglio, lì si deve capire che la famiglia è una cellula di una

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