LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi
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XXIVª DOMENICA “PER ANNUM”<br />
È sempre possibile perdonare, perché siamo sempre amati<br />
Sir 27,30-28,7<br />
Rm 14,7-9 16 settembre 1990<br />
Mt 18,21-35 chiesa di san Giuseppe<br />
Quante volte dobbiamo perdonare? Non sette volte, ma settanta volte sette. È possibile<br />
perdonare sempre? È Possibile che il nostro animo, a volte così compromesso, così infangato<br />
perdoni sempre? Come può essere superiore a qualsiasi ferita?<br />
Come il nostro corpo è in grado di sopportare certe ferite ma non altre, così il nostro animo,<br />
la nostra psiche può anche sopportare certe ferite, ma altre no.<br />
È possibile essere protagonisti così totali di una storia di perdono? La risposta che viene alla<br />
domanda impostata così è, “no”. D’altro canto, la storia, anche la storia dei cristiani, lo conferma. In<br />
realtà, la storia della terra ha questo dilemma di lotte, di contrasti, di guerre e anche la storia dei<br />
cristiani credenti in Gesù è una storia di contrasti, di divisioni, alcune delle quali continuano da<br />
secoli e secoli.<br />
Perché l’insegnamento di Gesù non è ancora appreso? Il motivo è molto semplice: perché<br />
noi, anche se ci diciamo cristiani credenti, anche se veniamo a celebrare Gesù Cristo, vogliamo<br />
impostare la nostra vita e i nostri rapporti come se lui non ci fosse, come se lui a noi non<br />
importasse.<br />
Non ci ricordiamo dell’alleanza con nostro Signore, noi non ci ricordiamo di quell’amore<br />
che ci raggiunge sempre come misericordia totale. Allora, prima o poi le vicende umane ci<br />
diventano un peso insopportabile, prima o poi la ferita ricevuta ci sembra assolutamente non<br />
rimarginabile. Tutto perché l’alleanza di Dio con noi, che è la ragione della nostra vita, il significato<br />
della nostra vita, il traguardo della nostra vita, che deve diventare più chiaramente il sapore che<br />
alimenta la vita, rimane fuori del nostro orizzonte. Se la facessimo entrare, allora perdonare anche<br />
l’offesa più grande sarebbe come condonare un debito di 100 denari in confronto ai 10.000 talenti<br />
Il comando di Gesù è assolutamente possibile, se l’alleanza che Dio ci dona è il fatto<br />
decisivo e permanente. Noi però da soli non siamo in grado di perdonare sempre; da soli non siamo<br />
assolutamente capaci di perdono. Basta guardare nelle nostre famiglie, leggere nelle nostre storie,<br />
guardare nelle vicende delle comunità cristiane, guardare ad alcune vicende degli ordini religiosi. Se<br />
però ci ricordassimo di Colui che ci viene incontro, se meditassimo come è vero che nella storia c’è<br />
la Redenzione, se scoprissimo che la risposta di Dio ai nostri errori è sempre amore totale ed eterno,<br />
se noi non partissimo da noi e dagli altri, ma partissimo da Dio-con-noi, allora gli altri sarebbero<br />
sempre coloro per i quali la nostra vita trova la vocazione ad amare e, se è il caso, a perdonare.<br />
Ieri era la memoria liturgica della Madonna Addolorata. Abbiamo una donna che su una<br />
collinetta appena fuori Gerusalemme vede gli uomini uccidere il frutto delle sue viscere, suo figlio.<br />
Che cosa dobbiamo aspettarci da questa donna? O che muoia di dolore o che viva nel rancore o che<br />
si chiuda nell’impotenza di pensare. Invece no: la Madonna diventa sul Golgotha la madre degli<br />
uomini. Gli uomini in quel momento erano gli assassini di suo figlio Gesù, ma Ella non li vede<br />
come tali. Perché? Perché quella donna n on partiva dal suo cuore, ma partiva dal cuore del suo<br />
Gesù, che l’aveva resa Immacolata e che moriva per tutti. Quella donna partiva da quel Magnificat<br />
che non aveva detto una volta sola, che era la costanza logica che assorbiva la sua vita. Ora, per chi<br />
gli ammazzava il figlio, era come 100 denari di fronte a 10.000 talenti. Certo, Maria è la donna di<br />
fede, la prima dei credenti, ma non deve essere l’unica credente. Anche noi, come lei, riceviamo lo<br />
Spirito Santo, se siamo sinceri a convertirci a Gesù.<br />
Il salmo responsoriale ci ha fatto dire: “ Il Signore è buono e grande nell’amore”. Lo<br />
crediamo davvero? Abbiamo la risposta se noi perdoniamo veramente. Se noi perdoniamo significa<br />
che noi facciamo l’esperienza di quella bontà; se noi non perdoniamo, vuol dire che parlare<br />
dell’amore di Dio è come parlare di qualcosa ‘altro, magari anche bello – forse anche un capolavoro