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LE SESSANTA PREDICHE DI DON ISIDORO - Don Isidoro Meschi

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GIOVEDÌ SANTO<br />

Nella notte del tradimento Gesù istituisce l’Eucaristia per corroborare nella testimonianza i<br />

deboli seguaci<br />

Gn 1,1-6;2,1-2.11; 3,1-5.10; 4,1-11 Messa “in Coena Domini”<br />

1 Cor 11,20-34 12 aprile 1990<br />

Mt 26, 17-75 chiesa di san Giuseppe<br />

”Fate questo in memoria di me” (1 Cor 11,24). Il dono totale di Gesù diventa perenne; il suo<br />

comunicarsi senza riserve al Padre, diventa il comunicarsi totalmente agli uomini, diventa<br />

comunicazione agli uomini perché si incontrino sempre con lui che li ama e che rende loro cibo di<br />

vita il suo corpo e sangue.<br />

È nella notte del tradimento, nella notte della solitudine e dello smarrimento. Ma egli sa<br />

come è la nostra storia e allora, ecco che trasforma il suo dono in incontro con la nostra storia così<br />

come essa è, con tutte le sue fragilità e miserie. Dove le tenebre si fanno più fitte, la rivelazione di<br />

Dio giunge al vertice supremo; dove la presunzione dell’uomo arriva al tradimento più amaro e<br />

completo, lì il perdono di Dio affida la missione più grande: ed è il caso dell’apostolo Pietro.<br />

Fratelli, ciascuno di noi, e tutti insieme come comunità, sappiamo ciò che dobbiamo fare:<br />

dobbiamo vivere l’incontro con Gesù, esprimere la comunione di Gesù, dobbiamo diventare persone<br />

che, magari piangendo amaramente le proprie miserie, annunciano il suo dono, donandoci a nostra<br />

volta.<br />

La celebrazione del Giovedì Santo è meravigliosa e liberante. È la prima volta che, in questa<br />

chiesa, celebriamo questo giorno; l’anno prossimo verremo più numerosi. Non si può ignorare un<br />

invito così meravigliosamente potente e così sconfinatamente umile, quale è quello del Signore che<br />

si rivela Dio mentre muore come noi uomini. Fratelli, siamo disposti a scoprire l’Eucaristia? Siamo<br />

aperti a comprendere che la ragione del nostro essere fratelli l’un l’altro è il fatto che il Signore si<br />

dona a noi?<br />

La prima lettura, dal libro di Giona, ci ha presentato, un’eroica riflessione sul contrasto tra<br />

il timore dell’uomo di impegnarsi a salvare altri uomini e l’iniziativa infallibile di Dio, che è<br />

iniziativa di perdono e di salvezza.<br />

La seconda lettura ci ha ricordato che l’azione di Giona non è un fatto straordinario di<br />

qualche uomo. C’è Uno, ben più grande di Giona, che sempre raggiunge le nostre città, si presenta<br />

alle nostre persone, parla alla nostre coscienze perché, lasciati i peccati, abbiamo a convertirci verso<br />

quel Dio che ama il Figlio suo e al quale il Figlio stesso vuol riportare tutti i fratelli, quindi ciascuno<br />

di noi. Gesù è rivelazione totale di verità, comunicazione perfetta di carità, presenza di comunione.<br />

Noi come rispondiamo a questo suo donarsi? Forse la nostra situazione è rappresentata dai discepoli<br />

nel Getsemani. Gesù prega, Gesù fa suo tutto il dramma di questi uomini, persino il dramma di<br />

vedere pienamente la logica della Provvidenza divina. Noi abbiamo in mante la nostra stanchezza,<br />

la nostra paura. Noi fuggiamo, ma egli non fugge; noi non lo riconosciamo, ma egli ci riconosce.<br />

Noi, quando viene la sera, siamo smarriti, ma egli, quando viene la sera, si immola fino all’agonia,<br />

perché il rapporto tra il Padre e il Figlio non venga a spezzarsi.<br />

Fratelli, come è bello riunirci intorno all’altare, vedere i preti che si riconoscono fratelli<br />

purificati dal sacramento dell’Ordine, vedere preti e laici confortati nel sacramento dell’Eucaristia!<br />

Rispondiamo alla presenza del Signore, senza spaventarci se nel nostro passato ci fossero baci di<br />

Giuda e rinnegamenti di Pietro (Mt 26,49.75). Impegniamoci, come dice san Paolo, perché abbiamo<br />

a nutrirci del Corpo e del Sangue del Signore. Ormai lo sappiamo: se riconosciamo Gesù, nessun<br />

tradimento preclude la rigenerazione, né infrange la speranza della croce e con essa la vocazione<br />

all’amore.<br />

Fratelli, Gesù ci ripete: “Prendete e mangiate” (Mt 26,26). Proviamo a lasciarci assimilare<br />

da Lui. Allora, qualsiasi nostra lacrima purificherà la nostra vita, qualsiasi nostro impegno sarà

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