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raccolta rassegna storica dei comuni vol. 4 - anno 1972

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liberarsi definitivamente soltanto nel 1797, quando i tranquilli ma poveri Aprichesi<br />

salutarono la nascita della Repubblica Cisalpina e, purtroppo, con essa il dilagare degli<br />

istinti, fino allora repressi, del saccheggio e della rapina. Occorse nientemeno che la<br />

presenza di Gioacchino Murat con i suoi dragoni, per rimettere un po' d’ordine in<br />

Aprica, ordine che, peraltro, durò molto poco. Infatti, il 3 maggio 1799 alcuni Aprichesi<br />

facinorosi e sbandati si unirono ad uno squadrone di ussari austriaci e, al grido di «Viva<br />

la santa fede», abbatterono i francesi alberi della libertà per sostituirli con la croce<br />

asburgica, abbandonandosi ad ogni genere di violenze e di vendette personali contro chi<br />

aveva favorito i Francesi. La vita commerciale aprichese, di conseguenza, segnò il passo<br />

ed il villaggio visse giorni di più grande povertà.<br />

La Valtellina come appare dal Belvedere del Passo dell’Aprica, a m. 1200<br />

Segue un breve intermezzo di dominazione austrorussa fino al ritorno di Napoleone il<br />

quale, con la vittoria di Marengo, rimise in piedi la Repubblica Cisalpina. Aprica quindi<br />

rivide le truppe francesi calpestare i suoi verdi prati e fu sottoposta alla giudicatura di<br />

Tirano, mentre amministrativamente continuò a dipendere da Teglio. Fra il 1802 ed il<br />

1804 assistiamo a vari e vani tentativi di ri<strong>vol</strong>ta delle popolazioni, incerte ormai del<br />

proprio destino politico, contro i Francesi. L’Austria intanto si risveglia mentre l’astro<br />

napoleonico <strong>vol</strong>ge al tramonto. Così nel 1814 ad Aprica ricomparvero gli Austriaci<br />

applicando più che mai la loro politica repressiva, mentre il locale spirito<br />

d’indipendenza tentava ancora invano di ribellarsi. Bisogna però onestamente<br />

riconoscere ancor oggi che l’Austria durante la sua dominazione in Aprica acquistò<br />

innegabili meriti per la oculatezza e la rettitudine della sua amministrazione. Contribuì,<br />

inoltre, in modo determinante alla ripresa economica e commerciale del piccolo<br />

villaggio facendo iniziare nel 1846 i lavori di costruzione di quella via di Aprica, opera<br />

di Giovanni Donegani, destinata a collegare Tirano con Edolo e col Tonale oggi strada<br />

nazionale n° 39 e 42. Dopo il Congresso di Vienna (1815) il nostro piccolo centro tanto<br />

conteso entrò a far parte del Regno del Lombardo-Veneto; in seguito alla guerra del<br />

1859 - in cui vide il vittorioso passaggio delle rosse cravatte <strong>dei</strong> Cacciatori delle Alpi -<br />

fu finalmente liberato da ogni giogo straniero e, alla successiva proclamazione del<br />

Regno d’Italia, ne costituì uno <strong>dei</strong> lembi estremi.<br />

Il battesimo turistico di Aprica, invece, doveva aver luogo nel 1876, quando una<br />

comitiva di Milanesi, che cercava di raggiungere la Svizzera, vi sostò conquistati<br />

dall’aria balsamica di queste pinete, dall’incante<strong>vol</strong>e paesaggio e dalla squisita<br />

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