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raccolta rassegna storica dei comuni vol. 4 - anno 1972

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UN THESAURUS A S. VITTORE DEL LAZIO<br />

ANTONIO GIANNETTI<br />

Il comune di S. Vittore del Lazio, sebbene gravemente danneggiato nel corso dell’ultimo<br />

conflitto mondiale (fu uno degli epicentri della battaglia di Cassino) conserva tuttavia un<br />

tipico aspetto, medievale con le sue strette viuzze e con la breve piazzetta tutta chiusa ai<br />

venti che scorrazzano ad intermittenza su per i tetti delle antiche case e per la china del<br />

M. Sambucaro ai cui piedi è adagiato il paese. A proposito del vento, i contadini di S.<br />

Vittore sono soliti dire che esso a Teano nasce, a Mignano cresce, a S. Vittore si pasce<br />

ed a Cervaro muore. A parte questo naturale fastidio, l’aspetto del paesaggio a S. Vittore<br />

è incante<strong>vol</strong>e e l’indole cortese degli abitanti è esemplare. Di questo paese per ciò che<br />

riguarda l’arte medioevale molto si è scritto: custodisce, infatti, nella Collegiata un<br />

pergamo del sec. XIII (sebbene rimaneggiato e completato nel ‘600) con quattro antiche<br />

colonnine poggiate su leoncini e una bellissima scultura rappresentante un lettorino;<br />

nella chiesa di S. Nicola, poi, si conservano affreschi di scuola benedettina del sec. XII 1 .<br />

Dei reperti di archeologia romana ebbe ad interessarsi nel 1892 Pietro Saroli il quale, in<br />

un suo studio, parla degli scavi da lui operati in loco e degli oggetti ivi reperiti 2 . Il Saroli<br />

partiva dalla convinzione che nel territorio del comune, oggetto di queste brevi note,<br />

doveva esserci anticamente un pagus, come dimostravano certe tombe a fossa che «a<br />

intermittenza» venivano scoperte, ma che andavano sistematicamente distrutte. Egli<br />

affermava, inoltre, di avere in casa sua una tegola, rinvenuta casualmente nel corso di<br />

certi scavi, su cui era incisa un’iscrizione. Il Saroli dice testualmente: «qualche parola<br />

trascritta da me mi rimase, ed essa attesta che l’intera iscrizione era osca. La parola è la<br />

seguente: sakruist-sacrabit»; però aggiunge subito: «ma c’è poco da fare affidanza su<br />

questa trascrizione, e per conseguenza non può dirsi nulla di positivo in che lingua fosse<br />

scritta quella iscrizione perduta».<br />

Doni votivi rinvenuti in S. Vittore del Lazio.<br />

Come si vede, le incoerenze e le contraddizioni non mancano: infatti, non si tratta di<br />

«qualche parola» da lui trascritta, ma di una sola; inoltre, l’affermazione che detta parola<br />

era in lingua osca viene negata subito dopo. Effettivamente sakruist è parola osca e vale<br />

proprio sacrabit 3 . Ma, a parte questa notizia, così poco circostanziata e di natura tale da<br />

suscitare qualche dubbio sulla sua veridicità, il Saroli fece effettivamente eseguire degli<br />

1 Per notizie medioevali su S. Vittore del Lazio cfr. L. FABIANI, La terra di S. Benedetto,<br />

Badia di Montecassino, 1968, Vol. I, pag. 127; 164, n. 21; 191, n. 39; 384, n. 2; Vol. II 202, n.<br />

9.<br />

2 Di alcune tombe rinvenute nel territorio di S. Vittore del Lazio, Venezia, 1892.<br />

3 V. PISANI, Le lingue dell’Italia antica oltre il latino, Torino, 1964, pag. 80, n. 21.<br />

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