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raccolta rassegna storica dei comuni vol. 4 - anno 1972

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custodiscono ancora gelosamente l’anonimato. Ma il tono di massima suggestione e<br />

decorazione all’ambiente del cortile vien conferito dalla raffigurazione in chiaroscuro di<br />

episodi dell’Eneide e di figure mitologiche (Giove, Marte e Venere), raffigurazione che<br />

si s<strong>vol</strong>ge su tutte le pareti. Si tratta di affreschi a tempera realizzati con una tecnica di<br />

chiara derivazione nordica: benché ignoti e non certo di grande talento, i loro autori non<br />

h<strong>anno</strong> tuttavia peccato di monotonia. Il risultato dell’insieme, comunque, è<br />

estremamente decorativo e suggestivo, né si h<strong>anno</strong> esempi di altri cortili dotati di<br />

decorazioni tanto vaste ed unitarie al tempo stesso. Completa il quadro di questo splendido<br />

cortile l’immagine di quattro draghi alati in ferro battuto, aventi funzione di<br />

doccioni, di fattura raffinata che sta a dimostrare la cura con cui furono eseguiti i vari<br />

lavori in questo palazzo.<br />

Dal pianterreno, comprendente un insieme di ampi e numerosi locali raggruppati intorno<br />

al cortile, coperti da <strong>vol</strong>te maestose e illuminati da piccole finestre quadrate, si passa -<br />

tramite uno scalone dal parapetto in ferro battuto - al primo piano che accoglie: uno<br />

studio con <strong>vol</strong>ta dalla singolare forma ad ombrello a sedici coste; una sala da pranzo<br />

decorata con motivi fioreali; la sala cosiddetta «romana» con affreschi rievocanti<br />

personaggi romani; due caratteristiche stüe 4 valtellinesi in pinus gembra naturale e, fra<br />

stanze più rustiche di tipico gusto nordico, le due sale più famose di tutto il palazzo,<br />

note col nome di Salone d’onore e Sala della creazione. Il salone d’onore ampio,<br />

illuminato, con soffitto a <strong>vol</strong>ta affrescata nel Settecento (La regina di Saba che visita<br />

Salomone), ricco di un grande camino tutto in marmo finemente lavorato - copia di un<br />

ancor più fine originale trasportato prima a Torino e poi in Inghilterra - ha lunette<br />

decorate da medaglioni raffiguranti uomini illustri del XVI secolo. Nei pannelli inferiori<br />

corrispondenti a tali lunette si ammirano dipinti narranti alcuni episodi dell’Orlando<br />

Furioso. Nella sala della creazione, detta così per il soggetto <strong>dei</strong> dipinti che ne adornano<br />

la <strong>vol</strong>ta, le lunette e le pareti, si ammirano episodi del Vecchio Testamento: la<br />

creazione, il peccato originale, la cacciata dal Paradiso terrestre, il diluvio universale e<br />

l’Arca, la Torre di Babele. Sul soffitto trionfano due affreschi: un interessantissimo<br />

zodiaco ed uno splendido planisfero del 1549, prezioso documento geografico che<br />

indica l’America del Nord col nome di India Magna, quella del Centro-Sud col nome di<br />

America Nova; l’estremo nord è designato col nome di zona frigida e l’Oceano Pacifico<br />

con quello di Magellanicus.<br />

Al secondo piano si notano un salotto affrescato dal pittore bresciano Aragoni nel 1580<br />

per conto di Carlo I Besta e una piccola stüa a forma di baule con soffitto arcuato e<br />

preziosi intagli, rarissimo esempio valtellinese del primo Quattrocento.<br />

La visita <strong>vol</strong>ge al termine; il custode bofonchia ch’è tardi. Da un ultimo sguardo<br />

d’insieme al palazzo, che sorge al cospetto delle orobiche cime nevose il cui splendore<br />

stupì anche un turista d’eccezione, Leonardo da Vinci, («Voltolina, valle circundata<br />

d’alti e terribili monti ... in queste montagne ... non ci può montare se non a quattro<br />

piedi ...»), si ricava qualche spicciola conclusione: i padroni di casa, per esempio, nel<br />

restaurare e decorare la loro antica dimora tennero senza dubbio presente il fasto di<br />

quelle cortigiane di Milano e di Mantova e la vita paganamente gaudente che colà si<br />

s<strong>vol</strong>geva allora, tutta inneggiante all’Uomo «centro dell’universo». Ne consegue che -<br />

secondo i loro voti - si ebbero risultati soddisfacenti, realmente rinascimentali,<br />

armoniosi ed aristocratici insieme, che ancora ci convincono. Del resto, proprio in quei<br />

primi lustri del Cinquecento la Valtellina entrava più sensibilmente nel contesto della<br />

civiltà artistica italiana del tempo: pittori ed architetti lombardi si trasferivano nella zona<br />

e cominciavano a lavorare introducendo nuovi canoni pittorici, nuove dimensioni dello<br />

spazio nelle loro opere, che furono subito capite dai valligiani e dai montanari di queste<br />

4 Stanze dalle pareti rivestite di caldo legno e provviste di stufe cilindriche in sasso.<br />

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