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raccolta rassegna storica dei comuni vol. 4 - anno 1972

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Gli artisti (nella Comune era stata istituita una scuola di arte, la prima in Italia e, forse,<br />

la più perfetta) provvedevano ai cartoni per il continuo ricambio <strong>dei</strong> disegni e degli<br />

accoppiamenti di colori. Il lavoro industrializzato si avvaleva della collaborazione<br />

artistica ed artigianale della migliore tradizione campana, rappresentata nella Comune.<br />

Trasportatori leuciani provvedevano a portare in tutto il Regno ed all'estero il prodotto<br />

finito di seta che godeva di particolari franchigie, statuti e benefici 35 . Ma per rendersi<br />

conto del successo avuto dalle sete di S. Leucio, bisogna ritornare all'origine, alla<br />

Comune cioè, e alla sua struttura urbanistica.<br />

Il nucleo principale del falansterio, come già detto, era il Belvedere che, nella sua<br />

definitiva sistemazione, comprendeva la chiesa, la scuola, gli appartamenti di<br />

Ferdinando IV, i depositi, la filanda, le attrezzature per l'opificio, altri appartamenti, sale<br />

per riunioni, ecc.<br />

Un altro nucleo si s<strong>vol</strong>geva intorno alla Vaccheria ed era riservato quasi interamente<br />

all'attività agricola.<br />

Un terzo nucleo, e forse il più interessante, era dato dai quartieri, che sorgevano nei<br />

pressi e poco prima del Belvedere, all'ingresso della Colonia.<br />

A destra ed a sinistra, disposte in duplice fila, formanti rispettivamente i quartieri di S.<br />

Ferdinando e di S. Carlo, si susseguono le case-cellule per gli operai. Ogni cellula, per<br />

ogni unità familiare, era composta da due vani al pianterreno, uniti da una scala interna<br />

ai due (o tre) vani, al piano superiore. La ripetizione dello schema planimetrico per ogni<br />

cellula rendevano i quartieri simili ai più moderni esempi di edilizia popolare.<br />

Quando il terreno era in declivio, il Collecini, per conservare architettonicamente il<br />

carattere unitario e <strong>comuni</strong>tario a questo insieme di singole cellule, dava alla fila di case<br />

un andamento scalare, sottolineato dalle linee spezzate - in orizzontale e verticale - <strong>dei</strong><br />

cornicioni.<br />

Altra caratteristica costruzione del falansterio era l'edificio destinato ad albergo, che serviva<br />

per ospitare coloro i quali transitavano per la Colonia o attendevano udienza dal re.<br />

Negli anni che seguirono la promulgazione del codice i lavori urbani continuarono<br />

seguendo il disegno del Collecini nello sviluppare radialmente il falansterio intorno ad<br />

una pianta circolare, comprendente gli ambienti <strong>comuni</strong>tari 36 .<br />

Si tendeva a fare del primo nucleo - ora esistente - l'inizio di una vera e propria città<br />

modernamente intesa, che interpretasse e realizzasse urbanisticamente una giustizia<br />

naturale e una naturale uguaglianza. Si sognava cioè una città a misura dell'uomo, per<br />

uomini uguali.<br />

Ma la colonizzazione piemontese 37 ruppe quel balocco repubblicano di un monarca 38 ,<br />

che con decreto <strong>dei</strong> 12-IX-1860 passava ai beni nazionali d'Italia 39 .<br />

35 L. BIANCHINI, Storia delle Finanze del Regno di Napoli, Napoli, 1859.<br />

G. TESCIONE, Statuti dell'arte della seta a Napoli e legislazione della Colonia di S. Leucio,<br />

Napoli, 1933.<br />

D. GRIMALDI, Osservazioni economiche sopra la manifattura e commercio delle sete nel<br />

regno di Napoli, Napoli, 1780.<br />

M. DE AUGUSTINIS, Della condizione economica del Regno di Napoli, Napoli, 1830.<br />

D. DE MARCO, L'economia degli Stati italiani prima dell'unità (in RAS. STOR. RISORG.) n.<br />

XLIV-1957.<br />

G. CONIGLIO, Il commercio tra il regno delle Due Sicilie e le Americhe nel 1848-'49 (in RAS.<br />

STOR. RISORG.) n. XLIV-1957.<br />

G. LUZZATTO, Storia economica dell'età moderna e contemporanea, Padova, 1938.<br />

D. DE MARCO, Le classi sociali nell'età del Risorgimento. La nuova borghesia industriale e<br />

commerciale del Regno di Napoli (in ORIENT. STOR. ITA. RISORG.), Bari, 1952.<br />

36 F. PATTURELLI, Caserta e S. Leucio descritti dall'architetto F. P., Napoli, 1826.<br />

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