raccolta rassegna storica dei comuni vol. 4 - anno 1972
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RICORDO DI NINO CORTESE<br />
MARINA LONGOBARDO<br />
Si spegneva a Napoli, alcuni mesi fa, il prof. Nino Cortese, per molti anni ordinario di<br />
Storia del Risorgimento dell'Università di Napoli. Le sue ricerche storiche iniziarono a<br />
Firenze quando egli, giovanissimo, quasi adolescente cominciò ad indagare sulle<br />
vicende del granducato di Toscana durante la ri<strong>vol</strong>uzione francese. Poi, trasferitosi a<br />
Napoli, dove ebbe come maestri Michelangelo Schipa e Benedetto Croce, si avvicinò<br />
alla storia dell'Italia meridionale dalla quale non si allontanò più. L'esperienza crociana<br />
fu in lui determinante ed egli ne assimilò profondamente la lezione teorica e<br />
storiografica. Dal 1920 cominciò infatti la stagione più feconda della sua attività scientifica:<br />
sono di questi anni i suoi lavori sulla rinascenza filosofica e politica a Napoli -<br />
nella quale sono da ricercare le origini del Risorgimento -, i suoi studi sulla ri<strong>vol</strong>uzione<br />
del 1799, sul decennio francese. Già per questi saggi si poteva guardare a lui come al<br />
rappresentante di un momento fondamentale della storiografia italiana in genere e di<br />
quella meridionale in particolare. Numerosissime sono le sue edizioni critiche e<br />
commentate di opere di grandi meridionali come Cuoco, Colletta, Blanch, De Sanctis.<br />
La sua pubblicazione della "Storia del Reame di Napoli" del Colletta poté essere<br />
considerata, ben a ragione, un avvenimento culturale: di tale opera non possono non<br />
tener conto, infatti, tutti gli studiosi di storia politica ed economica dell'Italia<br />
meridionale. La sua ansia di lavoro era rimasta viva fino agli ultimi istanti. Anzi, negli<br />
ultimi anni era ritornato ai suoi primi interessi culturali. Nel 1970 con la pubblicazione<br />
degli Scritti Politici di Francesco De Sanctis aveva completato quella edizione delle<br />
opere del critico irpino che, iniziata nel lontano 1930, era rimasta poi interrotta. E negli<br />
ultimi tempi parlava spesso di una Storia della Toscana che avrebbe <strong>vol</strong>uto fare,<br />
servendosi di moltissimi documenti, che sin dalla prima gioventù aveva raccolto ed ai<br />
quali avrebbe potuto aggiungerne altri ricavati da nuove indagini. Idealmente questa<br />
storia avrebbe dovuto concludere, con un simbolico ritorno ai temi delle prime ricerche<br />
iniziate in epoca tanto lontana, la sua vasta produzione scientifica. Ma purtroppo, e c'è<br />
in chi scrive il più profondo ed accorato <strong>dei</strong> rimpianti, questa opera non potrà mai più<br />
darcela.<br />
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