con tale intensità da far ritenere opportuna la riduzione dell’onorario al carnefice, perché non diventasse eccessivamente ricco 9 . Piazza Mercato (l’antico Campo Moricino), com’era nel 1799, quando vi furono giustiziati numerosi patrioti napoletani. Napoli – Il campanile della basilica del Carmine, la cui cuspide barocca è rivestita di mattonelle maiolicate. Il monumento contrasta oggi fortemente con gli enormi edifici di cemento armato sorti nella <strong>storica</strong> piazza. 9 V. CUOCO, Saggio storico sulla Ri<strong>vol</strong>uzione di Napoli, Firenze, 1865. 185
Ancora una <strong>vol</strong>ta quindi l’antico campo Moricino diverrà luogo di esecuzioni sommarie e vedrà accatastarsi cadaveri sepolti poi alla rinfusa sotto i pavimenti delle varie chiese circostanti, soprattutto di quella del Carmine. In un certo senso, sarà come rivivere i giorni lontani della terribile pestilenza del 1656, quando buona parte degli innumere<strong>vol</strong>i morti furono gettati alla men peggio nelle quattro ampie fosse dell’<strong>anno</strong>na nella stessa piazza; ma allora, almeno, non era la mano dell’uomo a compiere la carneficina. Cadono a decina sotto la mannaia o strozzati dal capestro, fra il tripudio incomposto del popolaccio: Mario Pagano e Domenico Cirillo, Ignazio Ciaia e Francesco Conforti, Eleonora Pimentel Fonseca e Vincenzo Russo, il prete Nicola Pacifico ed il frate Giuseppe Belloni, Gabriele Mantoné ed Ettore Carafa, Pasquale Matera e Nicola Fasulo, Gennaro Serra duca di Cassano e Oronzo Massa duca di Galugnano, il generale Francesco Federici ed il sacerdote Ignazio Falconieri, i cinque Pignatelli, il prelato Troise ed i vescovi Sarno e Natale, per non nominare che i più noti. Ultima a cadere, dopo quasi due anni di agonia nel disperato tentativo, da parte <strong>dei</strong> medici, di salvarla adducendo una inesistente gravidanza, fu Luisa Sanfelice. Lo stesso Ferdinando dovette certamente avvertire il peso dell’infamia di cui si era coperto se nel 1803 ordinò che tutti gli incartamenti processuali di quella barbara persecuzione venissero distrutti. Non dovette, però, sfiorargli la mente l’idea che, consentendo quelle stragi, egli aveva dato l’avvio alla fine della sua casata che sarebbe stata costretta d’ora in poi ad appoggiarsi alla parte più abbietta della popolazione, giacché il ceto colto ed illuminato le avrebbe <strong>vol</strong>tato definitivamente le spalle. Di tanto egli ebbe capacità di accorgersi solo qualche <strong>anno</strong> dopo, quando i Francesi tornarono e, pur tra resistenze e difficoltà, trovarono una base ben più ampia di consensi. Essi lasciarono un seme ferace, destinato a generare i moti del 1820, del 1848 ed, infine, il crollo della dinastia borbonica. Oggi Piazza Mercato è costellata di enormi edifici di cemento armato, ma rimane pur sempre il centro fervidamente operoso della città di Napoli, una delle sue zone più caratteristiche, con il brulicare di gente e di voci, e percorsa dai più svariati mezzi di trasporto. La chiesa del Carmine ed il suo caratteristico campanile sono là, meta costante di pietose rievocazioni storiche. Napoletani e stranieri sostano commossi dinanzi all’effige di Corradino nel tempio monumentale; pochi ricordano le gloriose vittime del 1799, alcune delle quali riposano poco lungi, nella chiesa annessa all’antico convitto del Carminello, che contribuì per oltre tre secoli all’educazione civile e morale <strong>dei</strong> fanciulli delle più umili famiglie di quel rione. Tale complesso di edifici è ora affidato all’Amministrazione <strong>dei</strong> Collegi Riuniti e la chiesa è stata chiusa al culto. Ci si ricorderà ancora <strong>dei</strong> martiri della ri<strong>vol</strong>uzione partenopea ivi sepolti, quando quel posto sarà occupato, come già si vocifera, da negozi e vani destinati ad uso commerciale? BIBLIOGRAFIA CARACCIOLO F., Il Regno di Napoli nei secoli XVI e XVII, Roma, 1966. CONFORTI L., Napoli nel 1799, <strong>vol</strong>. III, Napoli, 1886. CONIGLIO G., I Viceré Spagnoli di Napoli, 1967. DALBONO C. T., Nuova guida di Napoli e dintorni, Napoli, 1876. D’AMBRA R., Napoli antica illustrata, Napoli, 1889. DANIELLO M. ZIGARELLI, Biografie <strong>dei</strong> Vescovi ed Arcivescovi della Chiesa di Napoli, Napoli, 1861. DE RENZI S., Napoli nell’<strong>anno</strong> 1656, Napoli, 1867. FUSCO G. M., Riflessioni sulla topografia di Napoli nel Medio Evo, Napoli, 1865. GALANTE G. A., Guida Sacra della città di Napoli, Napoli, 1872. GALANTE G. M., Descrizione geografica e politica delle Sicilie, Napoli, 1793. 186
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