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raccolta rassegna storica dei comuni vol. 4 - anno 1972

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Era un impegno di riflessione ispirato da una sincera umiltà, da un intimo senso di fede<br />

e sorretto da un forte legame di <strong>comuni</strong>one con la Chiesa, legame che nel duro tormento<br />

desiderava trasmettere ai fratelli separati.<br />

Sentiva la grande angustia della frattura e vedeva la gravità del problema non solo per le<br />

divergenze dottrinali, ma soprattutto per i fattori non teologici e per gli avvenimenti<br />

storici che avevano posto grosse barriere con atteggiamenti di diffidenza preconcetta. La<br />

riflessione del suo cuore sacerdotale lo invitava a uscire dalle secche di un<br />

atteggiamento superficiale e presuntuoso e a mettersi sul piano del lavoro quotidiano in<br />

un impegno continuo di scoprire gesti e atteggiamenti da mutare in strumenti stimolanti<br />

per un incontro pronto a iniziative e a circostanze da valorizzare, dopo averle ben<br />

individuate.<br />

Così, sforzandosi di conoscere l'indole degli orientali, la loro dottrina e, la loro<br />

spiritualità, scelse l'azione silenziosa e profonda, non approdando al livello di concetti<br />

dommatici, evitando inopportune tensioni, ma con le risorse delle proprie convinzioni e<br />

intuizioni trovò lo sbocco in pratiche linee di comportamento per la realizzazione della<br />

faticosa unità.<br />

Con tutta naturalezza cominciò con il mettere in evidenza la solennità dell'azione<br />

liturgica con funzioni sontuose e decorose in modo da richiamare l'attenzione degli<br />

orientali che amano la magnificenza e lo sforzo <strong>dei</strong> riti culturali e, pur rispettando la loro<br />

libertà e originalità, <strong>vol</strong>le far loro riscoprire lo stupore commosso della liturgia latina. In<br />

alcune circostanze ebbe il conforto della presenza del vescovo greco e nel triduo di<br />

preghiera per il Cinquantesimo di episcopato di Leone XIII, nel 1891, vide affratellati<br />

nella preghiera ai suoi fedeli molti ortodossi e prospettò il problema dell'unità.<br />

Altro punto decisivo, per superare la barriera, era la conversione da un Cristianesimo falso<br />

o falsificato alla vera imitazione di Gesù, vissuta in una lineare coerenza. Presentare i<br />

cristiani quali debbono essere potrebbe costituire tale uno choc da condurli alla salvezza.<br />

Era persuaso che una minoranza attiva e convinta non sarebbe stata mai senza influsso e in<br />

questa prospettiva soccorreva il dialogo.<br />

In conseguenza <strong>vol</strong>le integrare il suo metodo di pastorale ecumenica, promuovendo<br />

l'e<strong>vol</strong>uzione e la maturazione culturale del popolo con un oneroso programma di<br />

costruzioni, che riuscì a portare a termine in un triennio: scuole maschili e femminili<br />

con un esemplare regolamento disciplinare, e l'orfanotrofio, allo scopo di formare nei<br />

giovani una sana coscienza personale, superando audacemente ogni muro di pregiudizio<br />

e di preconcetto, ponendo in essi germi di verità in attesa di compiere il cammino verso<br />

l'unità.<br />

Bisognava stringere le maglie della rete del pescatore e a questo sostrato necessario<br />

aggiunse l'assistenza medica, quella ai poveri e il rispettoso e costruttivo dialogo con le<br />

autorità politiche, partendo da basi di deferenza e di neutralità in circostanze assai ardue<br />

e delicate, sempre all'insegna della carità, che apre le vie alla comprensione e fa<br />

raggiungere mete concrete. In ambienti e condizioni difficili per le terrificanti e sanguinose<br />

ri<strong>vol</strong>uzioni di Creta, avvenute nel 1896 e nel 1897, tra Turchi e Greci scismatici,<br />

Angelo M. Mischitelli con coraggio e pazienza, senza esagerato ottimismo, ma con<br />

mentalità aperta alle istanze altrui, seppe tenere acceso in mezzo agli ortodossi il<br />

desiderio di Gesù: «fare un solo ovile» e preparare il terreno per un futuro raccolto,<br />

conoscendo per esperienza che la fretta dell'uomo non entra nei disegni di Dio.<br />

Ai suoi funerali non solo presenziarono il Console della Francia e altre autorità, ma<br />

scismatici, ebrei e musulmani, «i quali così testimoniavano la loro riconoscenza ai tanti<br />

benefici che avevano da lui ricevuti, specialmente in quelle ultime calamità e sommosse<br />

che desolarono l'isola di Creta».<br />

SALVATORE MOFFA<br />

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