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relazione area terra - Nostop

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assenza di elementi trasformati chimicamente (argille). Ne risulta che il processo erosivo<br />

predominante, indicato in letteratura con il termine di abrasione e che vuole indicare un<br />

logoramento meccanico tipico delle rocce resistenti, è quello responsabile della tipologia<br />

grossolana del sedimento riscontrato e delle forme disseminate sul letto roccioso dei<br />

torrenti esaminati (marmitte). Meno evidenti sono gli effetti della corrosione (in letteratura<br />

processi chimici di alterazione dovuti principalmente all’acido carbonico) per la bassa<br />

percentuale di carbonato di calcio nelle metamorfiti del Gruppo di Voltri e del Cristallino di<br />

Arenzano (solo i calcescisti s.s. e gli scisti filladici presentano percentuali considerevoli di<br />

calcite). Il trasporto, data la brevità del corso fluviale, l’acclività del profilo longitudinale<br />

medio del bacino e la preponderanza degli elementi clastici grossolani nei sedimenti<br />

d’alveo, avviene principalmente sul fondo anche se bisogna ammettere l’esistenza di un<br />

trasporto in sospensione (per gli elementi fini con dimensioni granulometriche che vanno<br />

dalla sabbia all’argilla e nelle condizioni di piena anche degli elementi con dimensioni<br />

superiori alle ghiaie) ed in soluzione di tutti gli elementi prodotti principalmente<br />

dall’alterazione chimica per idrolisi.<br />

Per quanto riguarda la sedimentazione, i rapporti dimensionali tra le classi<br />

granulometriche presenti nei sedimenti attivi d’alveo sono da mettere in <strong>relazione</strong> alle<br />

condizioni idrodinamiche esistenti e caratterizzate da brevità del percorso dei torrenti, forte<br />

velocità di trasporto derivante dall’acclività del profilo longitudinale del bacino e da<br />

competenza idraulica non soddisfatta specie nelle condizioni di piena.<br />

In conclusione se un bacino idrografico è impostato, come in questo caso, su<br />

litologie generalmente compatte (la quasi totalità del reticolo si sviluppa su termini<br />

ultrafemici metamorfici), e caratterizzato da corsi d’acqua a forte pendenza che scorrono<br />

in forre rocciose può non riuscire a disporre di una quantità di alluvioni tale da soddisfare<br />

tutta la sua capacità di trasporto, specie nelle condizioni di piena. Questo si traduce nella<br />

prevalenza dei fenomeni erosivi per la maggioranza dell’<strong>area</strong> del bacino, mentre la<br />

sedimentazione può esplicarsi nel tratto medio-finale del Rio Lerone solamente nei periodi<br />

di magra o successivi agli eventi di piena, generando depositi misti, poco selezionati,<br />

immaturi (con predominanaza di litoclasti grossolani), mobilizzabili negli eventi parossistici.<br />

Oggetto d’indagine del presente lavoro è proprio lo studio di questi sedimenti<br />

clastici, al fine di riscontrare se possono essere attivi, nel bacino in oggetto, dei<br />

meccanismi naturali di concentrazione dei metalli pesanti (es. del tipo placers o di tipo<br />

Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure - Via Bombrini, 8 – 16149 Genova<br />

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