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FA1 Andrea - enaip

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SV2 Vorresti tornare in Italia?<br />

Io sì, ma mio marito no. In questo è tipico<br />

tedesco: non lascerebbe mai la Germania. Poi<br />

lui è un amante del nord dell’Europa e l’Italia<br />

è troppo stressante.<br />

SV2 Cosa fai come lavoro in Germania?<br />

Sono insegnante d’italiano nei corsi di lingua<br />

e cultura e all’università delle scienze<br />

applicate.<br />

Io sapevo che c’erano gli istituti di cultura.<br />

Ho fatto domanda a Stoccarda e mi hanno<br />

detto che da loro non c’era possibilità ma mi<br />

sarei potuta rivolgere all’ENAIP. Dopo un<br />

anno, quando hanno avuto la possibilità di<br />

ricoprire dei posti scoperti, mi hanno<br />

chiamata.<br />

SV2 Come è composta la tua famiglia?<br />

Dove abitate<br />

Lui 39 e io 37. Abbiamo due figli: una ha 6<br />

anni e l’altra 3.<br />

Quella di sei va in una scuola bilingue qui<br />

vicino. Questo è il motivo per cui ci siamo<br />

trasferiti qui, in questa casetta.<br />

SV2 Episodi particolari che hanno<br />

caratterizzato la tua migrazione?<br />

L’emigrazione è stata traumatica?<br />

No, non è stata affatto traumatica all’inizio. È<br />

diventato dopo traumatica, nel confronto con<br />

la Germania, perché mi sono detta “<br />

Madonna come stavo bene a casa mia”.<br />

IREF • Intervista SV2<br />

Bianca • SB 17/10/03 • SB 23/10/03 • Pagina 224<br />

SV2 Hai vissuto episodi di razzismo?<br />

No. Il razzismo è una cosa molto difficile da<br />

definire. Il razzismo può essere molto aperto,<br />

come quando una persona ti dice “sporco<br />

italiano vattene via”. In questo caso allora<br />

puoi dire che si tratta di una persona razzista.<br />

Ma ci sono delle situazioni in cui il razzismo<br />

è veramente molto sottile e tu non ti puoi<br />

nemmeno dire che quella persona è razzista,<br />

anche se effettivamente lo è. Ci sono<br />

situazioni in cui le persone ti discriminano.<br />

Mi puoi fare un esempio?<br />

Se io ho un problema con l’Hausmeister,<br />

perché io dico una cosa e lui ne sostiene<br />

un’altra. La mia parola non viene mai tenuta<br />

conto con quella dell’Hausmeister. Cioè è più<br />

sicuro che ho detto una balla io che lui. La<br />

mia parola va verificata, quella di lui no. In<br />

queste situazioni qui mi sento discriminata. O<br />

quando come insegnante dai la tua opinione<br />

ad un'altra insegnante e non ti considera. O<br />

quando un’insegnante mi ha telefonato a<br />

casa, urlando e dicendomi che non avevo<br />

pulito la lavagna. Mi parlava come si mi<br />

volesse insegnare l’educazione. Io le ho detto:<br />

“voi tedeschi la dovette smettere di insegnare<br />

l’educazione agli stranieri, perché noi<br />

veniamo qui già educati. Io la mia famiglia ce<br />

l’ho avuta e i miei genitori mi hanno ben<br />

educata”.<br />

Quindi, in queste situazioni ti chiedi che te lo<br />

faccia fare di stare qui. Io me lo chiedo ogni<br />

giorno. Forse lo penso più volte al giorno, chi<br />

me lo fa fare di stare qui. Se non ci fosse mio<br />

marito avrei abbandonato la Germania.<br />

Anche se fa parte del mio carattere<br />

impuntarmi sulle difficoltà.

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