FA1 Andrea - enaip

Okay. Io ti leggo questa domanda e in
parte vedrai che l’abbiamo già risposta.
Non fa niente. Sei mai tornato in Italia a
visitare il luogo di provenienza della tua
famiglia di origine? Se sì, hai instaurato
legami sociali con amici e parenti che
sono rimasti li?
Certo. Di essere tornato questo l’ho già
risposto prima. Ehm… legami, diciamo
contatti ce li ho ancora con amici e compagni
di scuola nonostante siano passati ormai 15
anni che sono qui in Germania. Ci sono
ancora quei due o tre amici, che io ho
conosciuto nel giro di due anni quando ero a
scuola a Modugno che in pratica quando
sanno che rientro a Bitonto, mi vogliono
vedere. Quando mi vedono gli luccicano gli
occhi: “Come stai? Come ti sei fatto?” Roba
che se faccio un confronto qui con gente che
conosco da molto più anni, c’è quella
superficialità:”Und wie gehts? Alles klar?” Se
dici che sto bene, o sto male, oppure e morto
quello, non se ne frega nessuno. E con i
parenti c’è sempre quel contatto di sapere, di
sentirsi, che cosa succede in famiglia… Io
sono stato spesso anche in America. Sono
andato a ricongiungere l’albero genealogico
fino al 1800 non so che… fino al bis-bisnonno.
Ho scoperto che la c’era lo stemma
della famiglia, sono molto legato alle radici.
Okay. Ritieni che un giorno tornerai in
Italia stabilmente?
Allora, questo qui è un progetto che vorrei,
che andasse in porto nei prossimi anni. Forse
non tanto per me, ma perché voglio che mio
figlio faccia la stessa mia esperienza. Deve
come minimo conoscere entrambe le
mentalità. Spero che c’è la faccia, perché
quello che mi lega qui è il lavoro della
“Supernotte”, perché se fosse per la
Mercedes lì già ci sono contatti per poter
ritornare in Italia. Mia moglie già si sta
preparando, sta facendo dei corsi d’italiano,
parla molto bene l’italiano, lo capisce, le
manca soltanto un po’ di pratica giornaliera e
spero di farcela… di portare a termine questo
progetto nei prossimi anni.
IREF • Intervista FA1
Andrea • NK 20/10/03 • PC 28/10/03 • Pagina 9
Questo progetto che cosa sarebbe?
La permanenza in Italia in un primo luogo
per un periodo determinato, 3, 4 , 5 anni così.
E poi li bisogna vedere se rimanere o meno.
Okay. Ma come mai?
Come mai? Beh, diciamo che dal punto di
vista del mondo lavorativo io ho fatto altre
esperienze che non i miei genitori perché ho
avuto la formazione professionale. Ho
partecipato al progetto BIPRO, ho tenuto
anche contatti con l’Italia, quindi ho le
qualifiche per potermi muovere, senza dover
avere paura di perdere qualcosa, nonostante il
mondo lavorativo in Germania è un po’
difficile. E poi perché ci sono delle
circostanze come il tempo, che è migliore il
mangiare, il vestire, il costo della vita… Cioè
facendo il paragone l’Europa è l’Europa,
l’Italia e la Germania siamo quasi allo stesso
livello. Sì, sì può avere anche il vantaggio del
clima del mangiare, si preferisce stare dove si
sta meglio.
Ritornare su un altro tema che abbiamo
in parte già toccato – quali titoli di studio
hai conseguito?
FA1
Allora, io in pratica ho frequentato
“Realschule”, poi ho fatto la formazione
professionale come impiegato commerciale
“Industriekaufmann”, e dopo di che ho
frequentato l’anno scorso interno offerto
dalla Daimler Chrysler con l’Institut für
Business Transfer Heilbronn, che mi ha fatto
conseguire il titolo di Betriebswirt di questa
IFB - Institut für Business Transfer. Che in
pratica un Betriebswirt specializzato nel
mondo automobilistico, che viene offerto
dalla Mercedes.