FA1 Andrea - enaip

ma tu all’estero non sei nessuno, non sei né
italiano,né tedesco, come non saresti uno
svizzero o un belga o un francese, perché tu
non lo sai dove sei, hai il passaporto italiano,
l’origine è italiana però non sai la lingua e non
vivi in Italia, e questo per me è una cosa
triste, triste..perché uno che non è in una
situazione, non può giudicare...sempre
difficile. Per prima cosa, uno che è in una
terra straniera si sente “miscelato”,
“mischiato”, incomincia a conoscere una
ragazza tedesca...allora già i tuoi bambini
sono metà e metà e..non lo vedo negativo,
però non lo vedo neanche tanto positivo. Ho
due fratelli che sono sposati con due
spagnole, ci sono anche difficoltà su questo
settore, ambito. È difficile, molto difficile
quando si è in una terra straniera.
Quindi tu come vivi il fatto che sei qui?
Tu hai detto io sono italiano nel cuore
però vivo in Germania. Questa cosa
l’avverti come qualcosa che ti penalizza,
una cosa che ti viene meno, il fatto che tu
non ti senti al cento per cento italiano?
Questa situazione non mi penalizza, però é lo
posso dire subito, è una cosa con un
handicap, con dei limiti. Perché non é come
essere italiano, perché sei italiano anche se
vuoi studiare un’altra lingua, la impari bene,
vai all’estero per un anno e poi torni di
nuovo in Italia, sei sempre italiana, io vedo
come straniero, c’é un handicap perché la
terra ti dà delle possibilità di stare bene però
questa terra ha sempre le sue linee, allora io
lo vedo diverso, a me piacerebbe essere in
Italia perché di nuovo, ancora per lo Stato
italiano, per me è un pochettino triste..
perché tutti i Ministri che sono in Italia,
anche altre persone non sanno che cosa
significa essere uno straniero. Quello che
vedo, in Italia, non so se pensano su che cosa
succede per uno che vive in un’altra terra.
IREF • Intervista SV4
Francesco • CR 27/10/03 • CR 27/10/03 • Pagina 251
È triste, è triste però non é un male, si vede
che ho fatto un piccolo mondo per me. È
diverso magari per me, ma ci sono anche altri
stranieri. L’italia dovrebbe fare una cosa: di
non fare andare tante persone che vivono in
Italia, ma deve fare che restano in Italia
perché lo dico di nuovo non è facile...non é
facile, per me è stato un poco più facile
rispetto ai miei fratelli, loro, quando sono
venuti in Germania, avevano 15, 16 anni e
allora hanno avuto una storia più difficile:
non hanno avuto la possibilità di imparare in
Germania un mestiere, perché non sapere la
lingua è molto difficile.
SV4 Come hanno fatto?
Sono andati anche a lavorare in una ditta,
come Arbeiter, lavoratori. Io credo che non
sono contenti di che cosa fanno adesso,
perché vedono il loro fratellino piccolino che
ha avuto dei successi grandi, non sono
invidiosi però...
Ma adesso loro sono in Germania?
Sì, sì, vivono in Germania, hanno formato la
loro famiglia con queste spagnole, vivono
bene.
Vi vedete ogni tanto? Sono qui nella zona,
fate dei ricongiungimenti familiari, anche
con i tuoi genitori?
Sì, sì, siamo in buoni rapporti.
SV4 Che speranze e progetti hai tu?
Progetti professionali?
A questa domanda non posso rispondere,
perché ho già detto prima, non posso mai
dire che cosa succede domani.