Literaturanalyse Integration in die Arbeitswelt durch Gleichstellung

Pärli/Lichtenauer/Caplazi: Literaturanalyse „Integration in die Arbeitswelt durch Gleichstellung“ 92
concetto di Supported Employment figura anche una mutata consapevolezza nei
confronti dei disabili come membri della nostra società con pari diritti, compartecipi,
(parimenti) atti al lavoro e pertanto autonomi e autodeterminati.
4.54 I modelli basati sulle quote sono spesso definiti inefficaci. Tuttavia, tutti i Paesi che
attuano uno di questi modelli ne riconoscono l’utilità. Le riforme dei sistemi delle quote
avviate recentemente in alcuni Stati hanno senz’altro il potenziale per influire
positivamente sull’integrazione professionale dei disabili. La combinazione con misure
antidiscriminatorie, ad esempio, potrebbe contrastare il presupposto tipico dei modelli
delle quote secondo cui, come mostra la nostra analisi, assumere un disabile è
generalmente deficitario. Parimenti, anche il maggiore sostegno fornito ai datori di
lavoro potrebbe avere ricadute positive. Obbligare i datori di lavoro ad assumere
persone disabili sarebbe ad esempio un modo per dare maggiore spazio anche al
concetto del Supported Employment. Così facendo i datori di lavoro sperimenterebbero
di persona che disabilità non significa automaticamente incapacità al guadagno. Infine,
un punto da non trascurare nell’analisi di efficacia dei modelli basati sulle quote
riguarda l’utilizzo delle indennità di compensazione per l’attuazione di misure di
integrazione, tra cui la promozione di modelli innovativi come ad esempio il Supported
Employment.
4.55 L’obbligo ad adottare provvedimenti adeguati pone buone premesse per promuovere
l’integrazione e la partecipazione dei disabili alla vita professionale. Il caso giudiziario
italiano citato al punto 3.27, ad esempio, mostra come nel caso di un disabile qualificato
competa al datore di lavoro adeguare il posto e le condizioni di lavoro in modo da
consentirgli l’esercizio dell’attività professionale. Qualora la legislazione di un Paese
non preveda alcun obbligo del datore di lavoro ad adottare provvedimenti adeguati, è
possibile interpretare le leggi nazionali ai sensi della Direttiva 2000/78/CE e
promuovere così l’integrazione dei disabili nella vita professionale. Al contrario, se la
legge prevede l’obbligo del datore di lavoro ad adottare provvedimenti adeguati, il
disabile entra in possesso di diritti che, se non osservati, gli consentono di adire alle vie
legali. La giurisprudenza tenderà sempre più a concretizzare questo obbligo,
sensibilizzando sia i datori di lavoro sia i disabili stessi. Con il tempo, i provvedimenti
adeguati e la partecipazione dei disabili alla vita lavorativa diventerà un dato di fatto.
4.56 Malgrado ciò, le condizioni generali del mercato del lavoro pongono dei limiti a
qualsiasi politica di integrazione. Laddove mancano posti di lavoro, infatti, non c’è
sostegno né propaganda, per quanto forti essi siano, che ne possano creare. 325
325 COMMISSIONE EUROPEA (Benchmarking), pag.7.