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fenomeni di dissesto geologico - idraulico sui versanti

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DISSESTI DOVUTI ALLE VALANGHE<br />

• Valanghe <strong>di</strong> fondo. Si muove l’intero spessore della coltre <strong>di</strong> neve.<br />

• Tipo <strong>di</strong> movimento. Si <strong>di</strong>stinguono:<br />

• Valanghe radenti. La neve rimane radente al terreno, la velocità <strong>di</strong> spostamento<br />

è limitata e compresa tra 120-180 km/h. Una valanga <strong>di</strong> neve asciutta<br />

quando supera una certa velocità critica (dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 180 km/h) si trasforma<br />

in valanga nubiforme;<br />

• Valanghe nubiformi. Sono quelle nelle quali la neve si <strong>di</strong>stacca dal terreno e<br />

assume un aspetto nubiforme. Iniziano come valanghe <strong>di</strong> neve incoerente e<br />

asciutta, la cui velocità può raggiungere valori notevolissimi, dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

300-400 km/h. Queste valanghe, per l’elevata velocità <strong>di</strong> spostamento,<br />

hanno un potere <strong>di</strong>struttivo enorme, inoltre sono accompagnate da un forte<br />

spostamento d’aria, chiamato “vento <strong>di</strong> valanga” o “soffio <strong>di</strong> valanga”, che<br />

può produrre danni a boschi e manufatti situati anche a una sensibile <strong>di</strong>stanza<br />

dal percorso della valanga stessa.<br />

Le valanghe cadono prevalentemente durante la stagione invernale, ma si possono<br />

verificare anche nelle altre stagioni alle quote più elevate, laddove sono presenti<br />

ripi<strong>di</strong> pen<strong>di</strong>i innevati. Oltre alla stagionalità delle valanghe, può essere fatta<br />

una <strong>di</strong>stinzione, seppur grossolana, fra quelle “imme<strong>di</strong>ate”, <strong>di</strong>retta conseguenza<br />

della precipitazione, alimentate dalla neve fresca che non si compatta <strong>sui</strong> pen<strong>di</strong>i o<br />

sulla vecchia neve, e quelle “ritardate” che si verificano più in là nel tempo rispetto<br />

alle prime (giorni, settimane), a seguito dei metamorfismi e delle altre trasformazioni<br />

che normalmente avvengono nel manto nevoso. In particolare il<br />

vento, la temperatura o, ad<strong>di</strong>rittura, l’azione esterna dell’uomo possono influire<br />

significativamente su questi due tipi <strong>di</strong> valanghe.<br />

La “previsione della caduta” <strong>di</strong> valanghe rappresenta una forma in<strong>di</strong>retta <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa,<br />

non per le strutture e infrastrutture ma per le persone, che possono evitare i<br />

luoghi considerati pericolosi. La previsione in<strong>di</strong>ca se si stanno verificando le<br />

con<strong>di</strong>zioni più o meno favorevoli al <strong>di</strong>stacco delle valanghe. Essa viene effettuata<br />

associando dati <strong>di</strong> carattere meteorologico ad osservazioni effettuate in un certo<br />

numero <strong>di</strong> stazioni nivometriche, opportunamente <strong>di</strong>slocate e rappresentative del<br />

territorio. Queste osservazioni consistono in:<br />

• misura dell’altezza totale del manto nevoso e dell’altezza della neve fresca;<br />

• valutazione della resistenza, quin<strong>di</strong> della compattezza, dei vari strati <strong>di</strong> neve<br />

attraverso sondaggi penetrometrici;<br />

• rilievo della temperatura, attraverso la misurazione della temperatura dell’aria<br />

e, su un profilo verticale appositamente pre<strong>di</strong>sposto, <strong>di</strong> quella della neve ad<br />

intervalli <strong>di</strong> 10 cm <strong>di</strong> altezza, che consente <strong>di</strong> avere il gra<strong>di</strong>ente termico;<br />

• esame dei cristalli <strong>di</strong> neve, per ogni strato si esaminano i vari tipi <strong>di</strong> cristalli e<br />

le loro <strong>di</strong>mensioni;<br />

• misura del peso specifico dei vari strati con una bilancia da neve.

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