fenomeni di dissesto geologico - idraulico sui versanti
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Figura 1.33 – Vista del fenomeno<br />
<strong>di</strong> espansione laterale<br />
in località Rocca Tagliata,<br />
nel comune <strong>di</strong> Bussi (AQ).<br />
Si osserva la profonda trincea<br />
che ha <strong>di</strong>viso la rupe, costituita<br />
da una successione<br />
calcareo-marnosa, poggiante<br />
su depositi plastici arenaceo-pelitici.<br />
Al fenomeno <strong>di</strong><br />
espansione laterale sono associati<br />
altri movimenti franosi,<br />
tra i quali crolli <strong>di</strong> materiale<br />
detritico, visibili nella<br />
parte sinistra dell’immagine.<br />
(D’ALESSANDRO et<br />
alii, 2003)<br />
64<br />
ESPANSIONI LATERALI<br />
ti in Italia si producono laddove litotipi a comportamento rigido (ad es. arenarie<br />
massive, calcari o rocce vulcaniche) poggiano su depositi a comportamento fragile<br />
o duttile, in prevalenza argillosi.<br />
In tale situazione la pressione esercitata dall’ammasso roccioso induce una deformazione<br />
<strong>sui</strong> sottostanti terreni a comportamento plastico, che si mobilitano in<br />
maniera <strong>di</strong>fferenziale, per <strong>fenomeni</strong> <strong>di</strong> fluimento ed estrusione, richiamando le<br />
sovrastanti masse rocciose, che si sud<strong>di</strong>vidono in blocchi. Questi risultano interessati<br />
da un assestamento <strong>di</strong>fferenziale, lungo fratture preesistenti o <strong>di</strong> neoformazione,<br />
e da estensione laterale (figura 1.33). I vari blocchi, traslando con movimenti<br />
a prevalente componente orizzontale, danno luogo a un corteo <strong>di</strong> ammassi<br />
rocciosi, i quali man mano che si spostano verso valle, risultano sempre<br />
più scompaginati. Le tipiche evidenze morfologiche sono costituite nelle rocce<br />
rigide <strong>di</strong> copertura, da trincee e solchi, mentre nei materiali plastici presenti ai<br />
margini della placca rigida, da rigonfiamenti.<br />
Questa tipologia <strong>di</strong> <strong>fenomeni</strong> gravitativi, generalmente, si sviluppa con movimenti<br />
così lenti da non poter essere apprezzabili alla scala dei tempi umani. In tali<br />
con<strong>di</strong>zioni la loro esistenza può essere evidenziata attraverso dettagliati stu<strong>di</strong><br />
geomorfologici e strutturali, dall’esame dei danni su vecchie strutture, strade, reti<br />
<strong>di</strong> servizi oppure me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> sofisticati sistemi <strong>di</strong> monitoraggio.<br />
Si tratta generalmente <strong>di</strong> <strong>fenomeni</strong> molto profon<strong>di</strong>, con <strong>di</strong>mensioni e spessori<br />
delle masse coinvolte che possono raggiungere valori elevati. Non necessariamente<br />
è possibile in<strong>di</strong>viduare una vera e propria superficie <strong>di</strong> rottura, ma si verificano<br />
piuttosto deformazioni <strong>di</strong>ffuse in ampi volumi <strong>di</strong> materiale (PICARELLI,<br />
2005). La componente orizzontale degli spostamenti è nettamente prevalente su<br />
quella verticale. Un altro aspetto importante è che il regime delle pressioni neutre<br />
è poco variabile nel tempo, le sue possibili variazioni sono comunque talmente