fenomeni di dissesto geologico - idraulico sui versanti
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DEGRADAZIONI PER ATTIVITÀ ESTRATTIVA<br />
2.4 Degradazioni per attività estrattiva<br />
Riferimenti bibliografici: GISOTTI & BENEDINI, 2000; VALLARIO, 1998.<br />
Dal dopoguerra ad oggi si è registrato in Italia un impulso importante alle attività<br />
estrattive; in un primo tempo questo è stato giustificato dalla ricostruzione post-bellica,<br />
in seguito dalla trasformazione della società italiana in realtà industriale, per<br />
la realizzazione <strong>di</strong> reti stradali e autostradali e <strong>di</strong> opere pubbliche. Questi sono i<br />
principali motivi che giustificano l’elevato numero <strong>di</strong> cave inattive, parzialmente<br />
attive ed attive presenti ad oggi sul territorio italiano.<br />
Le attività estrattive sono state svolte in tempi passati e in alcuni casi anche in<br />
epoche recenti, senza troppi riguar<strong>di</strong> nei confronti del ripristino e della salvaguar<strong>di</strong>a<br />
ambientale. Spesso ignorando il fatto che le risorse estratte non sono ricostituibili<br />
nell’arco della scala dei tempi umani, e che alcune delle alterazioni<br />
prodotte incidono negativamente sull’ambiente e possono manifestarsi anche in<br />
tempi lunghi.<br />
Le attività estrattive, asportando strati <strong>di</strong> suolo e roccia, comportano tra l’altro<br />
mo<strong>di</strong>ficazioni, spesso irreversibili, alla morfologia dei luoghi, alla circolazione e<br />
qualità delle acque superficiali e sotterranee, alla stabilità dei <strong>versanti</strong>, all’erosione<br />
superficiale e al paesaggio naturale. In sostanza viene interrotta la continuità<br />
vegetazionale e morfologica esistente e mo<strong>di</strong>ficata la circolazione idrica.<br />
Un aspetto <strong>di</strong> fondamentale importanza è la messa in sicurezza del fronte <strong>di</strong> cava<br />
relativamente ai <strong>fenomeni</strong> <strong>di</strong> instabilità, soprattutto dopo l’esaurimento dell’attività<br />
estrattiva, qualora il fronte stesso non abbia subito un idoneo modellamento<br />
(figura 2.12).<br />
Frequentemente accade che siti estrattivi abbandonati ubicati in prossimità <strong>di</strong><br />
centri abitati, vengano utilizzati come <strong>di</strong>scariche abusive <strong>di</strong> rifiuti, spesso <strong>di</strong> tipo<br />
solido urbano, con i conseguenti danni causati dal percolato che può contaminare<br />
le acque superficiali e sotterranee.<br />
Gli impatti possibili delle attività estrattive possono coinvolgere <strong>di</strong>fferenti ambiti,<br />
<strong>di</strong> seguito si elencano i principali:<br />
• Atmosfera. Principalmente ad opera delle polveri derivanti dalle attività<br />
estrattive, che, una volta se<strong>di</strong>mentate, possono alterare la copertura vegetale,<br />
le acque superficiali e sotterranee e le caratteristiche dei suoli. Le polveri immesse<br />
nell’aria possono causare locali <strong>fenomeni</strong> <strong>di</strong> inquinamento, fino a rendere<br />
l’aria irrespirabile per la popolazione;<br />
• Acque superficiali. Gli impatti sono dovuti a variazioni della morfologia<br />
dei <strong>versanti</strong>, che inducono mo<strong>di</strong>fiche all’andamento del reticolo idrografico.<br />
Viene mo<strong>di</strong>ficato anche il chimismo della acque, soprattutto attraverso l’immissione<br />
<strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong> scarto nella rete drenante;<br />
• Acque sotterranee. Le mo<strong>di</strong>ficazioni alla morfologia originaria dei versan-