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fenomeni di dissesto geologico - idraulico sui versanti

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CROLLI E RIBALTAMENTI<br />

Il crollo è un fenomeno, da rapido a estremamente rapido, caratteristico <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>i<br />

molto ripi<strong>di</strong>, fino ad aggettanti. Esso comporta il <strong>di</strong>stacco improvviso <strong>di</strong> materiali,<br />

<strong>di</strong> qualsiasi <strong>di</strong>mensione, in corrispondenza <strong>di</strong> una superficie lungo la quale lo<br />

spostamento <strong>di</strong> taglio risulta minimo o assente, il relativo spostamento in caduta<br />

libera, prevalentemente attraverso l’aria, su almeno una parte della traiettoria, e il<br />

successivo movimento a salti e rimbalzi lungo il versante. Il movimento e i <strong>di</strong>versi<br />

impatti possono produrre la frantumazione del materiale interessato in <strong>di</strong>versi elementi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni variabili, in funzione anche della litologia del materiale coinvolto<br />

e del suo stato geomeccanico.<br />

Il ribaltamento comporta una rotazione rigida frontale o un’inflessione <strong>di</strong> una<br />

massa intorno ad un punto o un asse situato al <strong>di</strong> sotto del baricentro della massa<br />

stessa. Tale movimento non necessariamente implica il collasso del materiale coinvolto<br />

(VARNES, 1978); qualora questo si verifichi segue il cinematismo <strong>di</strong> un<br />

crollo o <strong>di</strong> uno scivolamento. Il movimento può avvenire con velocità estremamente<br />

variabili, da molto lente a molto rapide nel caso in cui culminino in un<br />

crollo improvviso.<br />

Per le peculiari finalità del presente lavoro, essenzialmente <strong>di</strong>vulgative, nella legenda<br />

proposta, oltre ai simboli relativi ai crolli e ai ribaltamenti, è stata introdotta<br />

un’ulteriore categoria che comprende i due tipi <strong>di</strong> movimento. A questa categoria<br />

occorre far riferimento nei casi in cui un ribaltamento, evoluto in un crollo,<br />

determina la formazione <strong>di</strong> un accumulo <strong>di</strong> detrito, dall’osservazione del quale,<br />

nel corso <strong>di</strong> un sopralluogo successivo all’evento, risulta <strong>di</strong>fficile valutare quale sia<br />

stato il movimento <strong>di</strong> innesco (figura 1.7).<br />

Figura 1.7 – Ammasso roccioso<br />

costituito da litotipi<br />

carbonatici, notevolmente<br />

<strong>di</strong>sarticolato per la presenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse famiglie <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità<br />

(giunti <strong>di</strong> stratificazione<br />

e fratturazione tettonica)<br />

che hanno favorito il<br />

progressivo <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> massi<br />

eterometrici, accumulati al<br />

piede della parte rocciosa.<br />

Dall’osservazione della <strong>di</strong>sposizione<br />

dei blocchi lapidei<br />

ancora in posto, possiamo<br />

ipotizzare che i <strong>di</strong>stacchi siano<br />

avvenuti progressivamente<br />

sia per crollo sia per<br />

ribaltamento. Si osservano,<br />

infatti, <strong>di</strong>versi elementi spostati<br />

dalla loro posizione originaria<br />

e inclinati verso valle,<br />

per evidenti <strong>fenomeni</strong> <strong>di</strong><br />

ribaltamento. Località Lavini<br />

<strong>di</strong> Marco, nel comune <strong>di</strong><br />

Rovereto (TN).<br />

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