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Svar Numero 5 - Lettere e filosofia

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difficile comprensione.<br />

È veramente allarmante quanto scrive Antonio<br />

Calabrò nel suo blog in merito ad un dibattito sul<br />

Corriere della sera :<br />

‹‹ i ragazzi, soprattutto, non sanno usare l’italiano,<br />

lo scrivono a fatica, non conoscono il significato di<br />

vocaboli come obsoleto, laido, dirimere, congruo,<br />

fatuo, non si raccapezzano con la sintassi,<br />

aboliscono il congiuntivo, fanno strame (strame?<br />

Che vuol dire?) della punteggiatura e, quel che è<br />

peggio, non sanno articolare un ragionamento<br />

scritto: tesi, svolgimento, conclusione. I dati<br />

emergono dalle ultime rilevazioni Invalsi. E<br />

indicano un fenomeno preoccupante: la lingua<br />

diventa più schematica, il ragionamento si<br />

impoverisce, l’argomentazione razionale ne soffre 1<br />

››<br />

Affermazioni del genere non possono lasciarci<br />

indifferenti. É giusto precisare che non tutti i<br />

ragazzi si ritrovano in questa stroncante<br />

descrizione, però è vero anche che Calabrò si è<br />

attenuto a rilevazioni Invalsi ( Istituto Nazionale<br />

per la Valutazione del sistema educativo di<br />

istruzione e di formazione) e ciò vuol dire che il<br />

problema dell’uso della lingua italiana oggi<br />

riguarda un numero notevole di giovani e non si<br />

può sottovalutare. Lo stesso Calabrò nelle battute<br />

finali dell’articolo scrive :<br />

‹‹ Ecco una grande questione di fondo, civile e<br />

politica che dovrebbe stare al centro di ogni<br />

ragionamento sulla qualità della scuola e, dunque,<br />

della nostra vita collettiva 2›› . Indubbiamente la<br />

qualità della scuola, il luogo in cui si vive, le<br />

persone che si frequentano influenzano il nostro<br />

modo di parlare.<br />

Secondo il mio punto di vista, oggi, si tende sempre<br />

più verso un linguaggio “omologato”, un<br />

linguaggio, cioè, carente dal punto di vista lessicale<br />

e comune a quanti preferiscono la comunicazione<br />

virtuale a quella verbale. Termini come “taggare”,<br />

“detaggarsi”, “postare”, “pokare” ecc. (vocaboli<br />

comuni dei social network) si inseriscono con<br />

facilità nel nostro lessico e vengono utilizzati i<br />

modo frequente, a volte anche senza conoscerne il<br />

significato.<br />

Il linguaggio dei giovani è un linguaggio<br />

emblematico. I neologismi di oggi difficilmente<br />

trovano riscontro nei dizionari, nessuno più scrive<br />

diari o poesie. É inoltre diminuita la disponibilità a<br />

leggere, pertanto si scrive meno correttamente. Il<br />

linguaggio preferito oggi è quello della televisione<br />

e dei social network; anche la pubblicità, che si<br />

rivolge ai ragazzi, molto spesso attinge parte della<br />

terminologia giovanile per raggiungere i suoi scopi.<br />

Accade così che nuovi termini, formalmente<br />

scorretti, si inseriscono nella nostra lingua e<br />

vengono utilizzati in modo indisturbato facendo<br />

cadere la “vecchia” distinzione tra italiano formale<br />

e italiano informale.<br />

Ecco alcuni esempi:<br />

• Attoparsi: vestirsi in modo elegante;<br />

• Azzeccare: dire/fare la cosa giusta;<br />

• Andare a palla: andare fortissimo;<br />

• Gasato: felice;<br />

• Scialla: per invitare a darsi una calmata;<br />

• Nick: nome;<br />

• Mega: grande;<br />

Queste sono solo alcune delle espressioni più<br />

comunemente usate.<br />

‹‹ La componente principale del linguaggio<br />

giovanile è stata individuata nell’italiano<br />

informale, su questa si innestano:<br />

o Uno strato dialettale;<br />

o Uno strato gergale, che attinge termini ai<br />

gerghi tradizionali o ne conia di nuovi per usarli<br />

all’interno del gruppo (particolarmente produttivo<br />

quello della droga: si pensi solo a farsi ‘drogarsi’);<br />

o Uno strato proveniente dalla lingua della<br />

pubblicità e dei mass media, ricco anche di parole<br />

straniere, soprattutto anglicismi (okay, oops!);<br />

o Termini propri dei linguaggi settoriali,<br />

spesso usati con valori traslati, metaforici 3›› .<br />

Anche la corretta punteggiatura è indispensabile<br />

per dare senso ad una frase, ma a quanto pare la<br />

maggior parte della gente che scrive ne sottovaluta<br />

l’importanza.<br />

Il problema non è dato soltanto da un cattivo<br />

insegnamento ma, ahimè, anche dall’uso smodato<br />

dei mezzi di comunicazione attuali: chat, e-mail,<br />

sms ecc.<br />

In particolare la comunicazione nelle chats<br />

presenta una dialogicità più spiccata, come nel<br />

caso di una conversazione faccia a faccia e tende a<br />

simulare tratti di parlato. L’uso corretto della

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