Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
• cooperative che svolgono attività diverse<br />
(agricole, industriali, commerciali o di servizi)<br />
finalizzate all’inserimento lavorativo di persone<br />
svantaggiate (tipo B).<br />
Oltre a essere iscritte a questa categoria, le<br />
cooperative sociali, a seconda dell’attività che<br />
svolgono, devono essere iscritte a una delle<br />
precedenti categorie, a cui va fatto riferimento<br />
anche per la classificazione in una delle tre<br />
tipologie base.<br />
La comune gestione dell’impresa permette di<br />
collocarsi in una situazione di concorrenza nei<br />
confronti di chi, come i grandi gruppi, detiene una<br />
posizione di forza sul mercato e, attraverso la<br />
cooperazione, può concorre allo sviluppo dello<br />
stesso organizzando la domanda, rispondendo ai<br />
bisogni della collettività: con questi significati si<br />
intende la promozione cooperativa.<br />
23 ottobre 1844: è questa la data cui si fa risalire<br />
l’inizio dell’esperienza cooperativa. Per volontà di<br />
28 lavoratori nasceva quel giorno, in Inghilterra, la<br />
Società dei “Probi Pionieri di Rochdale”, la prima<br />
iniziativa economica fondata su principi e<br />
organizzazione cooperativi. Lo “spaccio<br />
cooperativo” di Rochdale (attivo dalla sera del 21<br />
dicembre 1844), nella contea inglese di Lancaster,<br />
nasceva con la missione di difendere il valore reale<br />
del salario e migliorare le condizioni familiari e<br />
sociali dei soci.<br />
Pochi anni dopo, in Germania e in Francia, sorsero<br />
le prime cooperative; quelle tedesche, di credito,<br />
nacquero per lottare contro l'usura e difendere<br />
agricoltori, artigiani, piccoli commercianti, dargli la<br />
possibilità di accedere al credito attraverso la<br />
raccolta dei risparmi tra gli stessi. Le cooperative<br />
francesi, di operai, lottavano contro la<br />
disoccupazione e tentavano di dimostrare che era<br />
possibile lavorare senza padrone.<br />
Queste esperienze si moltiplicarono a vista<br />
d’occhio, versificandosi, in tutta Europa. I<br />
produttori agricoli, ad esempio, alcuni decenni più<br />
tardi, reagirono alla crisi che progressivamente li<br />
attanagliava riunendosi in cooperative per gestire<br />
latterie, cantine o mulini per difendere il frutto<br />
delle loro fatiche.<br />
Anche in Italia, è nell’Ottocento che il Movimento<br />
Cooperativo muove i suoi primi passi, la prima<br />
cooperativa costituita nel nostro paese è il<br />
Magazzino di previdenza di Torino – una<br />
cooperativa di consumo – sorto nel 1854 per<br />
iniziativa della “Associazione degli operai” e due<br />
anni più tardi ad Altare, in Provincia di Savona,<br />
nasce la “Artistica Vetraria”, una cooperativa di<br />
lavoro.<br />
Le prime cooperative nascono, insomma, per dare<br />
una risposta, sulla base di un principio di<br />
solidarietà, a problemi immediati e particolari<br />
come la disoccupazione e l’aumento del costo della<br />
vita, trovando l’appoggio di importanti esponenti<br />
della politica del tempo tra cui Giuseppe Mazzini,<br />
che vedeva nella cooperazione un principio<br />
generale dell’organizzazione sociale grazie al quale<br />
capitale e lavoro dovevano proseguire di pari<br />
passo. La pluralità di approcci all’impostazione di<br />
fondo da dare al movimento cooperativo,<br />
corrispondente a specifiche ispirazioni politiche e<br />
ideologiche, emerse con chiarezza nell’autunno del<br />
1886, quando 100 delegati, in rappresentanza di<br />
248 società e di 70.000 soci, si riunirono in<br />
Congresso a Milano, dal 10 al 13 ottobre, per dare<br />
vita ad una strutturazione organizzativa che<br />
assicurasse lo sviluppo e il coordinamento di un<br />
movimento cooperativo assai variegato. Nacque<br />
allora la Federazione Nazionale delle Cooperative,<br />
che nel 1893 si sarebbe trasformata in Lega delle<br />
Cooperative. All’interno della Lega trovava<br />
espressione anche l’altro grande filone di<br />
ispirazione della cooperazione italiana: quello<br />
cattolico, portatore di una concezione interclassista<br />
della cooperazione, imperniata su un forte<br />
solidarismo sociale.<br />
Fino al periodo immediatamente precedente alla<br />
Grande Guerra, la cooperazione aveva già<br />
acquisito, grazie anche alla politica giolittiana, una<br />
certa solidità economica e quelle caratteristiche che<br />
ne avrebbero consentito, dopo il 1918, il rilancio<br />
politico ed organizzativo. A seguito, però, della<br />
separazione tra la cooperazione di ispirazione<br />
cattolica e quella di ispirazione laico-socialista,<br />
avvenuta nel 1919, e dell’avvento del fascismo,<br />
legato inevitabilmente alla tragedia della Seconda<br />
guerra mondiale (con la devastazione di molte<br />
cooperative, lo scioglimento della Lega ed il<br />
tentativo di piegare la cooperazione ad un modello<br />
economico corporativo), l’esperienza cooperativa<br />
attraversò un periodo di declino segnato dalla fine<br />
della democrazia, la stessa democrazia che aveva<br />
caratterizzato i principi dei probi pionieri di<br />
Rochdale.<br />
Con la fine della dittatura e della guerra ebbe inizio