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Svar Numero 5 - Lettere e filosofia

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connessa con la parola ha privilegiato nel mondo<br />

greco un altro fondamentale aspetto di quest’arte,<br />

cioè il suo effetto sugli altri e quindi il suo potere di<br />

azione sul carattere, la volontà e la condotta degli<br />

esseri umani. Le qualità etiche della musica trovano<br />

a loro volta spiegazione nella teoria pitagorica<br />

dell’anima, la quale viene messa in movimento dai<br />

suoni: il mutato “equilibrio” dell’anima darebbe<br />

dunque origine a differenti caratteri e “passioni”,<br />

facendo così in modo che la melodia possa<br />

convincere o commuovere, placare un intero<br />

popolo in rivolta, combattere l’influenza eccitante<br />

del vino, spingere alle armi o addirittura guarire.<br />

Platone elabora ed espone, in proposito, la teoria<br />

dell’Ethos, cioè delle qualità morali e degli effetti<br />

della musica, in seguito ripresa anche da Aristotele<br />

nella Poetica e nella Politica. La musica infatti,<br />

lungi dall’essere un’immagine inerte dell’ordine<br />

universale, imita direttamente e “rappresenta” i più<br />

diversi stati d’animo; di conseguenza, ascoltando<br />

una musica che imiti rabbia o ira, si finirà con<br />

l’essere coinvolti in passioni ignobili che<br />

plasmeranno negativamente il nostro carattere,<br />

mentre ascoltando musica che imiti gentilezza,<br />

coraggio o temperanza, si tenderà a sviluppare una<br />

personalità corretta ed armoniosa, che Platone<br />

definisce “giusta”. È questo dunque il criterio<br />

secondo il quale Platone, nel VII libro delle Leggi,<br />

distingue la musica “buona” dalla “cattiva”, la cui<br />

differenza non può e non deve essere distinta in<br />

base al godimento che se ne trae, ma piuttosto in<br />

base agli effetti morali che ne derivano. Infine,<br />

quasi a chiusura del cerchio, nel XII capitolo del<br />

Simposio il filosofo sostiene per bocca di<br />

Erissimaco che la musica è la manifestazione più<br />

perfetta dell'Eros regolare, cioè di quell'Eros<br />

stupendo, sublime, celeste, che prescindendo da<br />

ogni aspetto profano e volgare si annida nel cuore<br />

dell'incompletezza umana e si fa ponte tra l'umano<br />

ed il soprannaturale, “volando” alla ricerca della<br />

Verità.<br />

Spostando le nostre analisi su un punto di vista<br />

scientifico ed osservando le reazioni che l'intenso<br />

rapporto musica-individuo è in grado di realizzare,<br />

correremmo quasi il rischio di rimanere sorpresi di<br />

fronte all'evidente concretizzazione dei suoi<br />

“magici” poteri. D'altronde sempre più spesso gli<br />

studi intrecciati di neurologia e musicologia ci<br />

vengono incontro dimostrando quanto sia<br />

importante nella vita di un uomo abbracciare la<br />

musica e renderla un elemento cardine della<br />

propria quotidianità: non sarà un caso, infatti, se in<br />

base a determinati studi risulti che molti degli<br />

studenti delle università americane che si<br />

impegnano a tempo pieno nella pratica di uno<br />

strumento musicale risultino poi quelli con i<br />

migliori profitti a livello didattico. Le ricerche<br />

coordinate da Michael Gazzaniga, uno dei più<br />

importanti neuroscienziati al mondo (docente di<br />

psicologia all'Università di Santa Barbara),<br />

forniscono diverse certezze riguardo la<br />

correlazione tra musica e intelligenza: ad esempio<br />

si è visto come nei bambini più piccoli la pratica<br />

musicale stimoli l'attitudine alla geometria,<br />

migliorando notevolmente le capacità di<br />

riconoscere le figure geometriche. La costante<br />

pratica di uno strumento, soprattutto nel momento<br />

in cui si arriva alla memorizzazione ed esecuzione<br />

di pezzi musicali complessi, è in grado di stimolare<br />

nell'individuo lo sviluppo di una serie di strategie<br />

sofisticate per la gestione di linguaggi anche non<br />

musicali, con evidenti vantaggi a livello cognitivo<br />

anche al di fuori delle arti. Inoltre fare musica<br />

stimola l'apertura mentale e la curiosità nei<br />

confronti di tutte le materie: senza alcun limite<br />

d'età, essa è in grado di aprire nuovi orizzonti, con<br />

ovvie ripercussioni sull'intelligenza, ed è triste in<br />

quest'ottica segnalare come l'Italia (quella che un<br />

tempo era conosciuta come la patria della Musica,<br />

quella con la “m” maiuscola, ed in particolar modo<br />

della lirica e dell'opera) si ritrovi sprofondata agli<br />

ultimi posti nella graduatoria dell'insegnamento<br />

musicale in età scolastica, non solo in Europa ma<br />

anche nel resto del mondo. Focalizzandosi su degli<br />

aspetti prettamente più fisiologici riguardanti gli<br />

effetti dello stimolo musicale sull'essere umano, i<br />

risultati possono sembrare ancora più stupefacenti.<br />

Secondo gli studi effettuati dal neurologo canadese<br />

Robert Zatorre, della Mc Gill University di<br />

Montreal, le reazioni della musica sul corpo sono<br />

ben definibili ed identificabili, in quanto alterano in<br />

modo percettibile il battito cardiaco ed il tono<br />

muscolare. A livello cerebrale, si assiste<br />

all'attivazione di alcuni centri del piacere, una<br />

reazione che avviene anche durante le cosiddette<br />

“attività gratificanti”, come l'assunzione di cibo,<br />

droghe, o l'attività sessuale. Ciò che la differenzia<br />

da queste però (e che ne aumenta dunque il<br />

carattere in un certo senso miracoloso) è il fatto che<br />

si tratti palesemente di un'attività “astratta”, e

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