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Svar Numero 5 - Lettere e filosofia

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maestro dell’oratoria, incarnò la figura di perfectus<br />

orator: dotato di capacità oratorie, una vasta cultura<br />

e un’alta formazione etica. Grandi personalità che<br />

ancora oggi si pongono come maestri per l’attualità<br />

dei loro scritti, sicuramente non paragonabili ai<br />

politici di oggi data la loro cultura e, soprattutto, la<br />

loro formazione etica. Cicerone attribuisce alla<br />

parola il potere aggregante della civiltà, la parola è<br />

il principale fattore della civiltà umana e sottolinea<br />

l’importanza di un’ampia cultura generale: (De oratore. I 17)<br />

I discorsi dei politici se osservati rivelano tutti lo<br />

stesso codice e persino gli stessi gesti in base al<br />

messaggio che si vuole mandare. George Lakoff 4<br />

nel suo “Seven reasons why Obama’s speches are<br />

so powerfull” del 24 febbraio 2009 ha esaminato il<br />

discorso di Barack Obama al congresso in seduta<br />

congiunta, cercando di descrivere il codice che lo<br />

caratterizza: - i valori al di sopra dei programmi,<br />

-protezione e responsabilizzazione, -moralità ed<br />

economia si corrispondono, -concetti contestati e<br />

linguaggio patriottico. Il risultato è applicabile a<br />

tutti i discorsi dei politici italiani. Nel discorso del<br />

17 novembre del presidente Monti al senato<br />

emergono dei termini ricorrenti: oltre a “Italia”, che<br />

sollecita l’ideale patriottico, ricorre innanzitutto il<br />

termine “Europa” per sottolineare l’impegno<br />

assunto dal nostro Paese verso l’U.E.; è evidente<br />

poi l’importanza data ai verbi “dovere” e “fare” che<br />

sono nettamente segno di protezione e<br />

responsabilizzazione .Tra le altre parole-chiave del<br />

discorso di Monti spicca poi “crescita”, “lavoro”,<br />

“Crisi”, “finanza”, “fisco” pronunciate con grande<br />

enfasi e partecipazione: appunto, moralità ed<br />

economia si corrispondono. Il programma del<br />

governo è appena sufficiente per affrontare il<br />

pesante stato di crisi in cui versa il Paese.<br />

Un’ulteriore esempio è la tradizionale conferenza<br />

stampa di fine anno che Mario Monti ha tenuto a<br />

Palazzo Chigi; il discorso è durato circa<br />

quarantacinque minuti spaziando nei campi più<br />

diversi, ma Monti si è sempre mantenuto su toni<br />

estremamente cauti e diplomatici senza affrontare<br />

le questioni più urgenti in modo analitico. E ancora<br />

il 13 novembre 2011 nel giro di pochi minuti sono<br />

stati trasmessi in televisione i discorsi del<br />

Presidente del Consiglio uscente Silvio Berlusconi<br />

e di quello entrante Mario Monti. Berlusconi dice<br />

di aver «raggiunto molti degli obiettivi che ci<br />

eravamo prefissi fin dal 1994». Dice di voler<br />

«modernizzare l’Italia, riformando la sua<br />

architettura istituzionale, il suo sistema giudiziario,<br />

il suo regime fiscale», e di voler «liberare il nostro<br />

paese dagli egoismi e dalle incrostazioni<br />

ideologiche e corporative che gli impediscono di<br />

sviluppare tutte le sue meravigliose qualità e<br />

potenzialità». Queste parole risuonano astratte<br />

perché non sono mai state realizzate e il Paese<br />

riversa ora nello stato di profonda crisi. Il professor<br />

Monti nel suo discorso ringrazia per la nomina che<br />

il Presidente della Repubblica gli ha dato, parla di<br />

«grande senso di responsabilità», di «sfida del<br />

riscatto», di «sforzi», di «dignità e speranza», ma<br />

parla soprattutto di doveri «il paese deve vincere<br />

[…] deve essere sempre di più elemento di forza<br />

[…] lo dobbiamo ai nostri figli». Per tutto il<br />

discorso Monti esprime solo calma e<br />

autodisciplina, facendo molte pause fra una parola<br />

e l’altra, anche quando parla del «momento di<br />

difficoltà», del «quadro europeo e mondiale<br />

turbati», addirittura di «emergenza» e «urgenza».<br />

Cicerone loda l’oratoria perché chi la pratica<br />

svolge un operato che va a favore della comunità<br />

> (De officis 2, 66-67). L’oratoria a<br />

Roma non era finalizzata esclusivamente a un<br />

abbellimento del discorso ai fini estetici - artistici,<br />

ma fin dalle origini ebbe preminentemente valenza<br />

politica. È un modo fondamentalmente diverso di<br />

intendere la politica: nel caso dei discorsi politici,<br />

infatti, si utilizza un codice che colpisce<br />

l’inconscio attraverso l’uso di un formulario per<br />

suscitare i sentimenti, distraendo l’uditore da<br />

quello che in realtà è il contenuto del discorso; per<br />

Cicerone, invece, diviene fondamentale la potenza<br />

della parola per fare l’interesse dei cittadini.<br />

È Shopenhauer che già nel 1830 nel saggio “L’arte<br />

di ottenere ragione” spiega questa tendenza<br />

dell’uomo a persuadere chi lo ascolta per<br />

avvalorare la sua tesi:<br />

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