Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
la rinascita, anche se non riuscì a realizzarsi su base<br />
unitaria (oggi le Centrali cooperative sono quattro:<br />
oltre a Legacoop, la Confcooperative, l’AGCI e<br />
l’UNCI). La fuoriuscita dalla fase di declino fu<br />
congiunta alla volontà di ricostruzione del Paese su<br />
basi di solidarietà, di democrazia, di<br />
partecipazione. Non a caso l’art. 45 della<br />
Costituzione italiana, che riconosce la funzione<br />
sociale della cooperazione a base mutualistica e<br />
senza finalità di speculazione privata, impegnando<br />
lo Stato a promuoverne lo sviluppo, non è una sorta<br />
di norma isolata o transitoria, ma è del tutto<br />
coerente con lo spirito complessivo della<br />
Costituzione stessa.<br />
A partire dal dopoguerra la cooperazione è riuscita,<br />
pure attraverso le difficoltà, a consolidarsi e a<br />
crescere, a diventare una presenza diffusa su tutto il<br />
territorio nazionale.<br />
Scegliendo la forma cooperativa può essere più<br />
facile e meno rischioso sviluppare il sogno di<br />
diventare imprenditore. Attraverso la cooperazione<br />
le idee imprenditoriali individuali, i progetti, il<br />
lavoro, si associano fra loro, interagiscono, si<br />
arricchiscono, mettono a frutto le esperienze e le<br />
conoscenze di un’organizzazione più complessa<br />
che, in molti casi, ha dimostrato la capacità di fare<br />
sistema. Perché in un'impresa cooperativa non<br />
esiste la distinzione tra titolare e dipendente: essere<br />
cooperatori vuol dire agire insieme in una struttura<br />
dinamica in cui al tempo stesso si è lavoratori e<br />
imprenditori, in cui si fondono doti di managerialità<br />
e doti di mutualità, senza snaturare l’essenza<br />
solidaristica che è alla base della cooperazione<br />
stessa.<br />
Questa tesi viene rafforzata ancora di più se si<br />
considera che il “limite” di crescita individuale non<br />
consiste in una pura scelta etica dei soci ma viene<br />
circoscritto in base a delle leggi e a dei controlli<br />
difficilmente eludibili. È l'applicazione delle<br />
norme, infatti, che assicura la corretta gestione<br />
dell'impresa e degli utili ricavati dalle attività<br />
svolte, del reinvestimento che ne deriva e della loro<br />
eventuale ripartizione. Perché è questo il tema<br />
centrale: il margine di guadagno individuale. Come<br />
già specificato, i profitti non possono essere<br />
ripartiti tra i soci ma devono essere reinvestiti in<br />
nuove attività, e soltanto una quota prestabilita<br />
dalla legge e dallo statuto della stessa cooperativa<br />
può risarcire i soci del capitale investito. Il<br />
ristorno, ossia la quota di utili destinata ai soci,<br />
consente la ridistribuzione agli stessi del profitto<br />
realizzato dalla cooperativa relativamente<br />
all’attività svolta con i soci stessi e può consistere:<br />
• in un’integrazione dei salari (nel caso delle<br />
cooperative di lavoro), che non può superare il<br />
30% dei salari correnti corrisposti nell’esercizio<br />
sociale;<br />
• in un rimborso di costi o aumento di ricavi<br />
dell’attività svolta con il socio.<br />
Inoltre, grazie alla sua natura non speculativa, nel<br />
momento dello scioglimento, i soci non possono<br />
dividersi il patrimonio della cooperativa, né<br />
possono vendere la società nel suo complesso. La<br />
legge consente una tassazione agevolata degli utili,<br />
a condizione che siano reinvestiti per lo sviluppo<br />
della cooperativa stessa.<br />
Considerando i punti appena descritti la scelta di<br />
intraprendere un percorso cooperativistico piuttosto<br />
che capitalistico potrebbe sembrare più “scomoda”<br />
o comunque più vincolante per quanto riguarda la<br />
crescita e il profitto individuale che, con dispiacere<br />
di alcuni, non trovano spazio né da un punto di<br />
vista normativo e legislativo, né da un punto di<br />
vista etico e ancor di più dei valori societari.<br />
. Così lo Statuto<br />
della Confederazione Cooperative Italiane, di cui<br />
Confcooperative è la denominazione abbreviata,<br />
definisce la principale organizzazione,<br />
giuridicamente riconosciuta, di rappresentanza,<br />
assistenza e tutela del movimento cooperativo e<br />
delle imprese sociali.<br />
Confcooperative si ispira ai principi cooperativi,<br />
fissati e periodicamente aggiornati dall’ ACI e, in<br />
ragione della funzione sociale costituzionalmente<br />
riconosciuta alla cooperazione, ne promuove lo<br />
sviluppo, la crescita e la diffusione attraverso le<br />
azioni di volta in volta più adeguate; l’articolo 1<br />
dello Statuto riconosce altresì che l’azione di<br />
Confcooperative si ricollega ai principi ed alla<br />
tradizione della dottrina della Chiesa, che ne ha<br />
favorito la nascita e lo sviluppo.<br />
L'organizzazione ha una presenza capillare su tutto<br />
il territorio nazionale, con un’organizzazione che si<br />
articola orizzontalmente in 22 Unioni regionali, 81<br />
Unioni provinciali e 7 Unioni interprovinciali,<br />
abbracciando ben 20,500 cooperative Ogni<br />
articolazione fa da referente alle varie imprese