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Svar Numero 5 - Lettere e filosofia

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o ambientali. In quest'ultimo caso si parla di<br />

profughi, cioè persone che ricercano un rifugio per<br />

sopravvivere.<br />

Se per i Paesi in via di sviluppo questo fenomeno<br />

rappresenta una valvola di sfogo per il forte<br />

incremento demografico, per i Paesi più<br />

industrializzati gli immigrati e in particolare modo i<br />

loro figli contribuiscono a rallentare<br />

l'invecchiamento della popolazione.<br />

Il fenomeno dell'immigrazione in Italia può essere<br />

analizzato considerando la regolamentazione,<br />

poiché tanti extracomunitari giungono nel nostro<br />

Paese clandestinamente, alcuni viaggiando su<br />

imbarcazioni di fortuna e dietro il pagamento<br />

d'ingenti somme di denaro a scafisti privi di<br />

scrupoli. Proprio per questo le varie leggi<br />

sull'immigrazione che si sono succedute in Italia<br />

negli ultimi anni tendono a regolare il flusso<br />

migratorio nel nostro Paese.<br />

L'immigrazione costituisce, in ogni modo, una<br />

preziosa risorsa per lo sviluppo economico<br />

dell'Italia. Infatti storicamente gli Stati Uniti, che<br />

per tanto tempo hanno praticato una politica di<br />

apertura e che fino ad alcuni decenni fa hanno<br />

ricevuto un'immigrazione illimitata, hanno avuti<br />

ritmi di sviluppo intensi che gli altri Paesi non<br />

hanno conosciuto. Sarebbe quindi davvero<br />

riprovevole che fossero chiuse le porte a chi viene a<br />

portare il suo lavoro nel nostro Paese. Il numero di<br />

stranieri extracomunitari provvisti di regolare<br />

permesso di lavoro è di circa 1.250.000.<br />

Relativamente si può osservare che gli immigrati<br />

sono impegnati come conciatori, addetti alle<br />

fonderie, fattorini, minatori, lavapiatti, camerieri,<br />

domestici, badanti e in tanti altri mestieri che gli<br />

Italiani in genere rifiutano considerandoli troppo<br />

faticosi e professionalmente dequalificanti pur<br />

accettando un misero stipendio; quindi coprono una<br />

domanda che altrimenti avrebbe difficoltà ad essere<br />

soddisfatta.<br />

L'impiego di una manodopera immigrata, efficiente<br />

e laboriosa, ha fatto letteralmente da traino ad<br />

alcuni settori dell'agricoltura: pensiamo alla<br />

raccolta dei pomodori nelle regioni meridionali, a<br />

quella delle mele nel Trentino Alto Adige, alla<br />

vendemmia in Piemonte, in Toscana, in Emilia-<br />

Romagna. Regioni economicamente prosperose,<br />

ma carenti per quanto concerne la forza-lavoro, che<br />

la presenza di immigrati all'interno delle industrie<br />

si è resa indispensabile.<br />

In Sicilia, invece, è toccato ai lavoratori tunisini<br />

salvare l'attività della pesca, in procinto di<br />

scomparire perché evitata dalla manodopera<br />

giovanile locale.<br />

Gli italiani sono stati protagonisti del più grande<br />

esodo migratorio della storia moderna già dal 1861.<br />

Fa parte della nostra storia, della nostra cultura.<br />

Invece sembra che non vogliamo ricordare di<br />

quando “i vu cumprà” eravamo noi, quando milioni<br />

di italiani andavano alla ricerca della<br />

sopravvivenza lontano dal loro paese per<br />

combattere la fame e la povertà.<br />

Se facciamo un passo indietro e andiamo a<br />

ritrovare le nostre condizioni nel passato, possiamo<br />

notare la grande miseria che esisteva al tempo<br />

perché siamo diventati un paese di immigranti e il<br />

passato sembra non fosse esistito. E’ come una<br />

parte di storia da cancellare, come se ci<br />

vergognassimo di ciò che i nostri antenati hanno<br />

dovuto fare per scappare dalle loro povere<br />

condizioni.<br />

Eppure non dobbiamo dimenticare il nostro<br />

passato di emigranti: noi, che siamo andati a<br />

portare la nostra intelligenza in tutto il mondo,<br />

siamo stati trattati a volte bene, a volte meno bene,<br />

comunque siamo riusciti quasi dappertutto a far<br />

apprezzare il lavoro italiano.<br />

Gli immigrati sono pertanto una preziosa risorsa<br />

per i poli industriali in crescita nel nostro Paese. E'<br />

il ribaltamento di un'opinione, ancora oggi molto<br />

diffusa nella popolazione italiana e in parte nella<br />

nostra classe politica dirigente, che vuole gli<br />

immigrati come pericolosi concorrenti nella ricerca<br />

di un posto di lavoro, cioè come un fattore di<br />

disoccupazione locale. Se è vero che gli immigrati<br />

sono disposti molto più degli italiani ad accettare<br />

lavori faticosi, saltuari o stagionali, spesso<br />

retribuiti “in nero” o con salari che sono al limite<br />

dello sfruttamento, non è certo con questi che<br />

bisogna prendersela se nel Mezzogiorno persiste<br />

un'arretratezza economica, strutturale e<br />

tecnologica; se tanti giovani meridionali, dopo<br />

essersi laureati sono costretti a ripiegare su lavori<br />

non all'altezza delle loro aspirazioni professionali;<br />

se imprenditori privi di scrupoli continuano ad<br />

assumere manodopera locale qualificata senza un<br />

regolare contratto di lavoro, senza alcuna tutela<br />

previdenziale e dagli infortuni, senza compenso<br />

adeguato al tipo di mansione svolta.<br />

Ovviamente, la manodopera poco costosa, che si

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