Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
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parlerei di insofferenza e di misoginia nei confronti<br />
di una donna che osava parlare ad un pubblico di<br />
soli uomini, di odio nei confronti di una vergine<br />
senza marito che in quel momento storico<br />
rappresentava ancora il paganesimo operante a<br />
livello intellettuale, un paganesimo senza dogmi e<br />
costrizioni, libero e pensante.<br />
Il grande maestro Osho un tempo scrisse: «Io non ti<br />
sto dando alcuna disciplina, perché ogni disciplina<br />
è una sottile forma di schiavitù. Non ti sto dando<br />
alcun comandamento, perché qualsiasi<br />
comandamento proveniente da una persona esterna<br />
ti imprigionerà e ti renderà schiavo. Ti sto solo<br />
insegnando ad essere libero e poi ti lascio a te<br />
stesso 3». La «vittoria» di Cirillo su Ipazia<br />
simboleggia proprio questa schiavitù: la fine della<br />
libertà di pensiero e l’inizio delle verità dettate e<br />
non capite. Uccidendo Ipazia, Cirillo uccise la<br />
scoperta, la ricerca libera senza dogmi e senza<br />
comandamenti: da questo punto di vista fu, allora,<br />
un grande padre della Chiesa, quella Chiesa che<br />
pretese e ancor pretende di imporsi sulla libertà di<br />
parola e di opinione incarnate da Ipazia. Non<br />
citando la filosofa nel suo discorso, neanche per<br />
assolvere l’adorato Vescovo Cirillo dall’ombra che<br />
«la storia ha fatto pesare su di lui 4», il papa<br />
Benedetto XVI non ha fatto altro che continuare a<br />
sventolare questa bandiera della vergogna; ha,<br />
volutamente o no, nascosto e negato una verità,<br />
portando avanti gli atteggiamenti tipici delle<br />
logiche di potere: schiacciare la libertà e occultare<br />
la verità. Ed è per questo motivo che Ipazia è degna<br />
di entrare a far parte del gruppo dei personaggi non<br />
riconosciuti e scomodi al potere: la sua figura è<br />
baluardo del libero pensiero e lei, più di altri, ha<br />
ostacolato, pagando un caro prezzo, il dileguarsi<br />
della cultura ufficiale che da sempre ha tentato di<br />
esercitare il suo potere condizionando le menti e<br />
manipolando la verità.<br />
Di Ipazia non restano scritti che testimonino il suo<br />
contributo effettivo alla scienza e alla <strong>filosofia</strong><br />
neoplatonica, ma quel che a noi interessa è il<br />
contributo che Ipazia ha lasciato anche solo<br />
indirettamente: il suo saper essere una donna libera<br />
e pensante; il non cedere alla tranquillità del<br />
comandamento imposto; la determinazione nel<br />
chiedersi il perché delle cose. Per questi motivi gli<br />
illuministi ne hanno fatto una martire del libero<br />
pensiero, facendo convergere nella sua figura di<br />
donna le loro istanze e le lotte politiche. Vincenzo<br />
Monti, ad esempio, si serve della figura di Ipazia<br />
nella sua lotta contro il fanatismo religioso che<br />
impedisce il vero trionfo della ragione e<br />
«incoraggia la Chiesa a ingerirsi nelle cose dello<br />
Stato 5»:<br />
[…] La voce alzate, o secoli caduti,<br />
gridi l’Africa all’Asia e l’innocente<br />
ombra d’Ipazia il grido orrendo aiuti.<br />
Gridi irata l’Aurora all’Occidente,<br />
narri le stragi dall’altare uscite,<br />
e l’Occaso risponda all’Oriente.<br />
Mostri i sacri pugnali e le ferite<br />
Che larghe e tante nel suo seno aperse<br />
d’una parola, d’una idea la lite.<br />
Dica le colpe orribili e diverse<br />
della romana meretrice, e quanta<br />
i suoi mariti infamia ricoperse 6. […]<br />
A questi gloriosi versi vorrei far seguire un<br />
resoconto della situazione attuale. Nonostante<br />
siano passati secoli, la figura di Ipazia e la verità<br />
sul comportamento dell’atroce Cirillo sembrano<br />
essere ancora un tabù. Infatti, nel 2009 venne<br />
presentato a Cannes il film di Alejandro Amenàbar<br />
dal titolo Agora. Il film narra, forse in maniera un<br />
po’ romanzata, la vita della giovane filosofa e la<br />
sua atroce fine per mano dei parabalani. Il regista<br />
non ha risparmiato i cristiani, ritraendoli come<br />
bruti che saccheggiano e distruggono la Biblioteca<br />
di Alessandria e compiono omicidi di massa in<br />
nome di Dio. Questo ritratto, fedele tra l’altro, ha<br />
forse fatto indignare la Chiesa cattolica, impegnata<br />
su tutti i fronti a salvaguardare la sua immagine, al<br />
punto che l’uscita del film nelle sale italiane era<br />
stata negata: nessuna casa cinematografica si era<br />
accollata le spese per la riproduzione del film in<br />
Italia. Come era prevedibile, tutto ciò ha causato<br />
un’accesa battaglia mediatica su internet e l’idea<br />
del complotto non ha fatto altro che garantire al<br />
film un sicuro successo nelle sale<br />
cinematografiche. Dispute a parte, Agora ha fatto<br />
conoscere anche al pubblico italiano la storia di<br />
Ipazia e soprattutto la figura del Vescovo Cirillo<br />
che, probabilmente, senza l’uscita di questo film,<br />
sarebbe rimasto nell’immaginario collettivo una<br />
«grande figura», lodato e osannato per il suo<br />
splendido operato.