Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
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Gentili lettori,<br />
SVAR<br />
il numero 5 di SVAR, che ho il piacere di presentarvi, consta di 3 sezioni.<br />
1. La prima è “a tema”. Gli articoli sono dedicati ad alcune figure della Storia tanto<br />
bistrattate ed oggi misconosciute quanto, invece, degne di tutta la nostra attenzione e<br />
del nostro rispetto. Penso ad Ipazia, il cui talento di scienziata-filosofa fu sacrificato<br />
sull’altare del più becero e truculento fanatismo religioso. La sua infelice sorte<br />
rappresenta per noi un monito fondamentale: l’intelligenza deve potersi esprimere<br />
libera da ogni dogma e preconcetto, libera anche dai moderni “fanatismi” tecnocratici<br />
che stanno costringendo la ricerca scientifica (ormai ben poco “pura”) a risultare<br />
funzionale alle logiche industriali e di mercato. Penso, ancora, a quel Toro Seduto<br />
sciamano-guerriero che tanta spiritualità avrebbe potuto trasmettere all’ “uomo bianco”<br />
che ne sterminò il popolo. E mi riferisco pure a Nikola Tesla e Wilhelm Reich, il cui genio<br />
e le cui scoperte, se non fossero stati brutalmente boicottati dall’apparato industriale,<br />
finanziario, accademico e politico degli Stati Uniti, avrebbero rappresentato per<br />
l’umanità una straordinaria fonte di sviluppo materiale e spirituale.<br />
2. La seconda è costituita dalle migliori tesine degli studenti del Laboratorio di Italiano<br />
Scritto dell’anno accademico 2011-2012, quindi è l’esito del lavoro e del talento di<br />
alcuni tra i nostri migliori studenti.<br />
3. La terza è una miscellanea di articoli di argomenti vari.<br />
Questa suddivisione, tuttavia, cela un filo conduttore unico, una tensione essenziale: la<br />
ferma volontà, condivisa dai membri della Redazione e dai collaboratori di SVAR, di non<br />
fermarsi alle “versioni ufficiali” dei fatti e alle ricostruzione di comodo che ci vengono fornite su<br />
“come va il mondo”. Noi coltiviamo la nostra vocazione spontanea al “sospetto”: il “sospetto”<br />
che le “grandi narrazioni” precostituite della storiografia e della cultura ufficiale celino verità da<br />
far tremare i polsi, cui occorre dedicare i propri sforzi, i propri studi, persino la propria<br />
esistenza. Ogni singola sillaba di questa rivista è frutto di questo impegno.<br />
GIOVANNI POTENTE