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Svar Numero 5 - Lettere e filosofia

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cresciuta in ambiente fortemente cattolico e che si<br />

trova a leggere un passo della Bibbia trovandolo<br />

“strano”, o in disaccordo con quanto predicato dal<br />

prete, automaticamente si sentirà in colpa per avere<br />

pensato male o per essersi sopravvalutato, e<br />

probabilmente eviterà di ripetere il “peccato” più<br />

per timore di star male di nuovo che per reale<br />

convincimento.<br />

Questo atteggiamento, estremizzato, non solo<br />

limita le scelte dell’individuo ma può anche portare<br />

al fanatismo che ha reso tanto famosi gli estremisti<br />

musulmani del Medio – oriente, ma che non è poi<br />

tanto diverso da quello che muoveva la maggior<br />

parte dei crociati nei primi secoli del secondo<br />

millennio. Imporre la determinazione di ciò che è<br />

giusto o sbagliato, senza indurre insieme la<br />

riflessione, ha più effetti controproducenti che<br />

positivi.<br />

Un altro campo di applicazione è quello della<br />

repressione degli istinti, meccanismo che se bene<br />

attuato favorisce di per sé il mantenimento del<br />

controllo; nel momento in cui l’autorità “concede”<br />

il soddisfacimento degli istinti stessi, essa non solo<br />

non sarà malvista ma addirittura verrà considerata<br />

benevola e buona. Alcune festività religiose come il<br />

Carnevale, derivato da tradizioni pagane<br />

opportunamente stravolte , un tempo servivano<br />

proprio come valvola di sfogo per le popolazioni<br />

oppresse materialmente e psicologicamente. Un<br />

esempio di questo tipo di “tecniche” è il<br />

trattamento riservato al sesso dal cattolicesimo;<br />

demonizzato per secoli, presentato come attività sì<br />

necessaria per l’umanità ma anche troppo vicina<br />

alla tentazione e alla perdizione. Ma anche le<br />

limitazioni alimentari, dettate dalle codificazioni<br />

ebraiche o musulmane (e nate millenni fa per<br />

esigenze soprattutto igieniche), hanno il loro buon<br />

potenziale d’influenza.<br />

Questo tipo di meccaniche vanno via via<br />

disgregandosi col passare del tempo: la società<br />

moderna, tesa al cambiamento continuo, al<br />

consumismo e all’imposizione arrogante, sprona<br />

l’individuo medio a soddisfare principalmente i<br />

suoi presunti bisogni (spesso indotti dalla società<br />

stessa) e l’influenza che la collettività può avere<br />

sulla singola persona è ormai più forte di quella che<br />

può esercitare il prete o l’organizzazione<br />

ecclesiastica.<br />

Ma questi elementi hanno ancora una presa forte<br />

specie nelle comunità più piccole, magari tagliate<br />

fuori dalle correnti culturali e mediatiche di<br />

maggiore rilievo.<br />

La religione è determinante nell’attuale modello di<br />

società umana, ma probabilmente non lo è nella<br />

giusta maniera. L’influenza che dovrebbe avere sul<br />

singolo e sul suo sviluppo si è troppo spesso<br />

tradotta in limitazione e condizionamento.<br />

Certo non è una realtà identica ovunque: viene<br />

anche da chiedersi se l’interpretazione prettamente<br />

sociale della religione sia un problema del<br />

cristianesimo, o umano; praticare un culto solo<br />

come fenomeno d’identificazione, senza coltivare<br />

l’individualità e il rapporto personale col divino<br />

crea inevitabilmente divari e contraddizioni. Non si<br />

può certo dire che tutta l’umanità sia stata<br />

influenzata dal cattolicesimo o dalla Chiesa<br />

cattolica. Né si può affermare che essa non abbia<br />

rivestito un ruolo importante nella formazione<br />

identitaria di molte società.<br />

Ma è chiaro che un’estremizzazione di tutto questo<br />

c’è stata, e che il cattolicesimo come anche altre<br />

religioni hanno fatto leva sulle debolezze umane e<br />

sul senso di colpa.<br />

Sarebbe positivo, per l’intera società umana,<br />

tendere ad un approccio alla spiritualità più<br />

autentico, spontaneo e diretto, con meno<br />

intermediari e meno strutture organizzative. Un<br />

metodo che coinvolga maggiormente il singolo e le<br />

sue propensioni naturali, spingendolo all’accordo<br />

accomunante con i suoi simili.<br />

La storia insegna che, per quanto riguarda le grandi<br />

masse, questo metodo non è stato adottato.<br />

Esistono ovviamente realtà diverse e che<br />

contemplano un maggiore coinvolgimento<br />

dell’individuo.<br />

C’è insomma da augurarsi che una religione<br />

diversa, intesa come sistema di culti e riti che<br />

favorisca il contatto con la dimensione spirituale,<br />

non sia né una contraddizione in termini, né<br />

un’utopia.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

M. Simonetti, E.Prinzivalli, Letteratura cristiana<br />

antica, Piemme, 2003.<br />

U. Fabietti, Storia dell’antropologia, 2° edizione,<br />

Zanichelli, 2001.<br />

P. Viola, Il Novecento, Einaudi, 2003.<br />

La Sacra Bibbia, Edizioni Paoline, Roma, 1964.

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