Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
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Flavio Claudio Giuliano: il<br />
miraggio pagano<br />
Sola Francesca<br />
iuliano nacque nel 331 a<br />
Costantinopoli; figlio di Giulio<br />
Costanzo, apparteneva alla dinastia di<br />
Costantino il Grande. Solo, assieme al<br />
fratellastro Gallo, sopravvisse, nel 337,<br />
alla tremenda purga fratricida che Costanzo II<br />
avviò per annientare tutte le potenziali minacce<br />
alla sua corona, intendendole incarnate negli<br />
elementi maschili della discendenza di Costanzo<br />
Cloro e Teodora. Giuliano, forse strappato di<br />
nascosto alla strage dai suoi precettori cristiani,<br />
forse risparmiato perché di soli sei anni, fu<br />
testimone della strage in cui perse in una sola,<br />
sanguinosa, notte, il padre, il fratellastro<br />
maggiore, lo zio, e sei cugini. Non troppo piccolo<br />
per non comprenderne l’orrore, non troppo piccolo<br />
per dimenticare e non covare dentro di sé, negli<br />
anni della crescita, un odio latente, un orrore cupo<br />
verso la religione di cui tanto lo zio era imbevuto,<br />
e che già come per il nonno Costantino il Grande,<br />
era sempre pronto e comodo rifugio, ai loro occhi,<br />
dopo azioni nefaste.<br />
Giuliano crebbe lontano dalla corte ed ebbe come<br />
precettore l’eunuco Mardonio, che così volle<br />
educarlo, a pane e Omero, forgiando la mente<br />
acuta del suo discepolo sui fasti perduti della<br />
classicità.<br />
Giuliano ricevette tuttavia educazione cristiana e<br />
crebbe in un periodo di trionfo ariano1 G<br />
sotto lo zio<br />
Costanzo che fu imperatore cristiano di paranoica<br />
indole, facilmente indotto a considerarsi al centro<br />
di complotti contro la sua vita da parte dei<br />
numerosissimi adulatori d’attorno e incline per<br />
natura agli eccidi 2. Costanzo è però a capo d’un<br />
immenso impero disgregantesi, e deve cedere di<br />
fronte alla necessità di affiancarsi un cesare che lo<br />
aiuti a difendere i confini: costui sarà dapprima il<br />
nipote Gallo, fratellastro di Giuliano.<br />
Presto Gallo tornerà inviso all’imperatore e,<br />
sommariamente processato, sarà costretto a<br />
pagare il fio dei suoi successi militari con la morte<br />
per decapitazione. Stesso destino Giuliano teme<br />
per sé, quando lo zio lo invita a Milano<br />
lusinghevolmente, salvo poi ridurlo in prigionia.<br />
Costanzo è però facilmente influenzabile, e sua<br />
moglie Eusebia la bella, intercede per il nipote,<br />
che a questo punto è inviato in un nuovo esilio ad<br />
Atene, in un soggiorno coatto sotto stretta<br />
sorveglianza che fu per Giuliano il più bello dei<br />
doni.<br />
Il nostro giovane rampollo non ha infatti alcuna<br />
ambizione di gloria militare, ama soltanto lo<br />
studio e la pratica delle virtù filosofiche. Ad Atene<br />
sotto gli insegnamenti di Massimo di Efeso, è<br />
introdotto alla teurgia del neoplatonico Giamblico,<br />
che gli pare la disciplina più efficace non solo per<br />
avvicinarsi alla divinità, ma per somigliargli<br />
almeno un po’, intrecciando con essa un dialogo<br />
scambievole e continuo, attraverso la mistica<br />
interpretazione dei simboli e la pratica di rituali<br />
precisi.<br />
Dietro la parvenza della sua educazione cristiana 3,<br />
Giuliano celava la sua fede verso l’antico<br />
pantheon pagano e la più completa devozione<br />
nell’apprendere i misteri mitraici cui era stato<br />
introdotto e le regole della pratica teurgica; chissà