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Svar Numero 5 - Lettere e filosofia

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che Giuliano, nel non rivelarsi per il momento,<br />

inconsciamente non presentisse il suo destino di<br />

potere che davvero gli avrebbe concessa una<br />

possibilità, l’ultima opportunità della storia, di<br />

reindirizzare il cammino dell’umanità per un’altra<br />

via!<br />

Giuliano è appena ventenne nel ritratto grottesco<br />

che ne dà l’avverso Gregorio di Nazianzo che<br />

studia con lui in quegli stessi anni nelle scuole di<br />

Atene. Balbettante e euforico nell’accatastare<br />

domande e argomentazioni al pari di persona<br />

incolta, i suoi stessi caratteri fisici erano risibili;<br />

eppure già in questa impietosa caricatura, Gregorio<br />

non volendo sottolinea lo strano potere del suo<br />

sguardo, un tratto su cui nessun testimone<br />

contemporaneo poté tacere di Giuliano: un fulgore<br />

di sguardo penetrante e infondente coraggio, che i<br />

soldati di lì a poco dimostreranno tanto di amare,<br />

che pure le genti di tutto l’impero, ancora da<br />

lontano, ameranno in questo giovanissimo uomo<br />

soldato, precipitato alla guerra non dalla tenda di<br />

un accampamento, ma dai divanetti delle<br />

biblioteche d’Atene.<br />

Al rapido succedersi d’eventi che lo condurranno<br />

dopo pochi mesi, oltre ogni previsione, al cesariato<br />

d’Occidente, Giuliano non sa in che altro modo<br />

prepararsi alla guerra se non col leggere i<br />

Commentarii di Cesare e le Vite Parallele di<br />

Plutarco. Questo sarà il suo addestramento. Qui,<br />

tutta la sua disciplina militare.<br />

Eppure Giuliano fu giovane uomo carismatico più<br />

di mille altri campioni dell’antichità. La sua<br />

barbetta da filosofo e il suo agile corpo atto alla<br />

corsa, ma dalle spalle larghe e le gambe ben salde a<br />

dar sicurezza, lo condussero dopo soli quattro anni<br />

da cesare in Gallia - dopo una trionfante campagna<br />

che riassicurò all’impero tutti i confini occidentali -<br />

all’acclamazione, da parte dei suoi soldati, alla<br />

corona imperiale e ad un atto di insubordinazione,<br />

di fronte a cui si trovò forse impreparato, ma che<br />

pure decise infine di assecondare, confermando che<br />

il topino di biblioteca deriso da molti, poteva ben<br />

essere Uomo dell’Occasione, o, meglio,<br />

consapevole strumento di un destino per lui<br />

prescritto dagli dei.<br />

Giuliano chiede allo zio di prendere atto della<br />

nuova situazione. Ci si appresta alla guerra civile,<br />

ma durante la risalita dai territori persiani verso<br />

Occidente alla guida del suo esercito, Costanzo<br />

s’ammala; tenta una coraggiosa ripresa della<br />

marcia, ma muore.<br />

E’ il 3 novembre del 360. Giuliano è ora unico,<br />

incontestato, Augusto: può ora porre la sua mano<br />

decisa su di un sogno già da lungo tempo sfiorato.<br />

Ora è nelle possibilità di realizzarlo. «Egli ambiva<br />

a dare ai popoli la loro prospettiva perduta e<br />

soprattutto il culto degli dei. Ciò che più<br />

commuoveva il suo cuore erano i templi rovinati, le<br />

cerimonie proibite, gli altari rovesciati, i sacrifici<br />

soppressi, i sacerdoti esiliati, le ricchezza dei<br />

santuari distribuite a persone miserabili 4».<br />

La rinascita pagana dell’impero, il ritorno<br />

all’antico culto e il rovesciamento della<br />

dominazione cristiana cominciano ufficialmente<br />

con l’editto promosso in favore della libertà di ogni<br />

culto sul suolo imperiale che permise la riapertura<br />

dei templi e la celebrazione dei sacrifici pagani,<br />

mentre fu concesso il rientro dall'esilio a quei<br />

vescovi cristiani che per le reciproche dispute tra<br />

ortodossia e arianesimo erano stati allontanati dalle<br />

loro città 5. Il 17 giugno 362, Giuliano emise un<br />

editto con il quale stabiliva l'incompatibilità tra la<br />

professione di fede cristiana e l'insegnamento nelle<br />

scuole pubbliche. Alla legge fece seguire una<br />

lettera circolare che spiegava che il motivo per cui<br />

era necessaria tale autorizzazione imperiale per<br />

l’insegnamento, è che soltanto maestri che<br />

credevano nel pantheon pagano potevano<br />

giustamente insegnare le opere dei sommi autori<br />

classici che da quelle stesse divinità del pantheon<br />

erano stati ispirati nella vita e nel pensiero.<br />

Spinto dall’illusione dell’Impero universale,<br />

novello Alessandro, s’ostinò nella campagna in<br />

Oriente contro i persiani; quivi troverà la morte,<br />

ripetutamente ignorando i responsi oracolari<br />

sfavorevoli che pure egli puntualmente richiede ai<br />

sacerdoti al suo seguito, e il triste presagio del<br />

Genio dell’Impero, che col volto mesto vedrà<br />

abbandonare la sua tenda, nella notte della vigilia<br />

fatale.<br />

Mentre le sue gesta lo stanno conducendo alla<br />

distruzione delle forze persiane; mentre già ha<br />

guadagnato la resa, da lui rifiutata, dal parte del<br />

Gran Re Sapore, Giuliano continua a scrivere i suoi<br />

discorsi. Giuliano divideva tutte le sue notti in tre<br />

momenti: al primo dedicato al riposo, seguiva<br />

quello dedicato alla preghiera; nel terzo, prima di<br />

prepararsi alla battaglia, Giuliano scriveva.<br />

Copiosa la sua produzione, costante nella sua breve<br />

vita; dai panegirici alla coppia imperiale, ai

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