Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
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anche meno aggressiva di quella stagionale. Difatti<br />
le ASL italiane spesero 184 milioni di euro per<br />
acquistare vaccini (ovvero 24 milioni di dosi) che,<br />
in gran parte, non vennero utilizzati. Ragion per cui<br />
il Consiglio d’Europa denunciò lo scandalo<br />
sanitario dichiarando senza mezzi termini che la<br />
vera influenza era «quella esercitata dalle lobbie<br />
farmaceutiche sull’ Organizzazione Mondiale della<br />
sanità (OMS) affinché dichiarasse la pandemia».<br />
Recentemente si è verificato lo stesso fenomeno:<br />
nel settembre del 2011, la televisione svizzera<br />
divulga un’inchiesta esaustiva (dalla parte delle<br />
bambine) che spiega della campagna pro-vaccino<br />
anti-virus HVP (il Papilloma virus, accusato di<br />
provocare il cancro al collo dell’utero). Il<br />
documentario denuncia il fatto che le commissioni<br />
parlamentari abbiano ricevuto materiale<br />
informatico solo da parte dei fabbricanti dei vaccini<br />
e mostra come la stessa classe medica sia perplessa<br />
a riguardo, per non dire contraria (non conoscendo<br />
la reale efficacia del farmaco utilizzato). Il<br />
movimento Comilva spiega il perché dell’inutilità<br />
di questo allarmismo in quanto il vaccino protegge<br />
solo da 2 ceppi del virus, mentre sono almeno 15<br />
quelli che provocano il cancro. Considerato che una<br />
donna, anche dopo aver fatto il vaccino, debba<br />
periodicamente controllarsi eseguendo un pap test,<br />
(un test in grado di individuare le cellule malate sul<br />
nascere e che permette di guarire al 100%) perché<br />
pubblicizzare una vaccinazione “a tappeto” quando<br />
è provato che non è necessaria?<br />
A questo punto credo sia legittimo chiederci cosa<br />
fanno le autorità competenti per tutelarci. Ebbene<br />
sappiamo che l’industria del farmaco deve<br />
vendere! Cosicché si affida a degli informatori<br />
scientifici, i quali illustrano i vantaggi dei loro<br />
prodotti rispetto a quelli della concorrenza. Poiché<br />
sono pagati sulla base dell’aumento delle vendite, è<br />
assai improbabile che si soffermino ad elencare gli<br />
effetti tossici delle medicine che pubblicizzano.<br />
Dell’argomento si è occupata la trasmissione<br />
Report, mandata in onda nel novembre del 2011 (Il<br />
Marketing del farmaco). L’inchiesta di Paolo<br />
Barnard rivela la verità scomoda sul ruolo di questi<br />
rappresentanti e la loro influenza sui medici. In<br />
aggiunta mette in luce i metodi sleali usati per<br />
corrompere i professionisti del settore: “coccole”<br />
sotto forma di cene, regali, donazioni agli ospedali,<br />
congressi-viaggi, mazzette…e così via.<br />
Ovviamente solo una parte di questi dottori viene<br />
corrotta, ma ciò basta a falsare tutto il mercato.<br />
Peraltro questo meccanismo di indottrinamento<br />
nasce alla base del sistema e viene illustrato in un<br />
documento di marketing di una nota azienda<br />
farmaceutica, nel quale si legge: «costruire un<br />
gruppo di opinioni leader, e cioè i baroni<br />
universitari e ospedalieri, fidelizzati alla casa<br />
farmaceutica » (nelle Università lo studente è<br />
lasciato a se stesso. I docenti nemmeno si pongono<br />
il problema del discorso deontologico). Inquietano<br />
le dichiarazioni fatte al giornalista della Rai nelle<br />
quali l’informatore, in forma anonima, allude<br />
anche a minacce fisiche. Ma nello spietato mondo<br />
delle lobbie, questi metodi non sono poi così<br />
lontani dagli scenari fantascientifici dei romanzi<br />
gialli. Eppure cosa fanno le autorità? la<br />
Commissione Unica del Farmaco (un importante<br />
organismo con compiti vincolanti di controllo sul<br />
settore farmaceutico – CUF) deve prevenire<br />
eventuali abusi prima di permettere la prescrizione<br />
di un determinato farmaco sul territorio. Un<br />
compito lodevole… peccato però che non sia<br />
sempre così. Prendiamo ad esempio il caso del<br />
medicinale Ritalin della casa Novartis, un<br />
anfetaminico indicato nel trattamento della<br />
sindrome da deficit di attenzione e iperattività<br />
(ADHD) che ha effetti sul cervello più potenti di<br />
quelli della cocaina. Questo stupefacente circolava<br />
liberamente prima che lo autorizzassero nel nostro<br />
paese, complici i medici autoreferenziali e le<br />
dogane colabrodo (il farmaco proveniva dalla<br />
Svizzera). Ma nel 2007 ecco che l’Italia adotta la<br />
pasticca “miracolosa”. A tal proposito<br />
l’associazione “Giù le mani dai bambini” (il<br />
comitato italiano che monitora i disagi<br />
dell’infanzia e raggruppa Università, ordini dei<br />
medici, associazioni genitoriali e socio-sanitarie)<br />
sostiene che «le precauzioni assunte dal Ministero<br />
per evitare abusi furono del tutto insufficienti».<br />
Ma gli speculatori si rifiutano di ammettere<br />
l’esistenza di un legame fra la potenziale nocività<br />
dei vaccini e la comparsa di ulteriori malattie<br />
(autismo, patologie del sistema immunitario,<br />
allergie varie di cui nessuno conosce la vera causa)<br />
come nel caso della sindrome di morte improvvisa<br />
del lattante (SIDS). Sui foglietti illustrativi dei<br />
vaccini si legge che le case farmaceutiche<br />
escludono, guarda caso, qualsiasi legame fra la<br />
SIDS e i vaccini. Intanto è del recente aprile 2012<br />
una sentenza del Tribunale di Rimini che riconosce