Svar Numero 5 - Lettere e filosofia
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Il vampiro ed il capitalismo<br />
I<br />
l motivo per cui ho scelto di affrontare<br />
l’argomento “Il vampiro e il<br />
capitalismo” è dovuto dal fatto che<br />
viviamo in una società che basa il suo<br />
interesse sullo sfruttamento e la<br />
speculazione della classe operaia, al fine di trarne<br />
il massimo profitto. Il declino del capitalismo è un<br />
fatto ormai assodato, ma nonostante ciò, come un<br />
vampiro si addentra nella notte in cerca di vittime,<br />
esso si addentra nelle nostre economie con<br />
l’intento di succhiare l’anima dei lavoratori. Il<br />
nostro paese come anche il resto del mondo<br />
sembrano assopiti in una sorta di dormi- veglia<br />
dove solo pochi sembrano interessarsi al bene<br />
comune mentre tutti gli altri sperano che dall’alto,<br />
dei governi, qualcosa possa cambiare.<br />
Ultimamente non si fa altro che parlare di debito<br />
pubblico, rallentamento della crescita economica e<br />
della scarsa credibilità dei governi. La crisi<br />
economica di oggi, in generale sembra essere<br />
giunta ormai al culmine: dagli iniziali piani di<br />
salvataggio delle banche, ai piani di stimolo<br />
fiscale, agli attuali piani di austerità. In questo<br />
contesto anche le banche rivestono un ruolo<br />
decisivo in questo scenario di difficoltà per i più<br />
deboli. Infatti se la banca in passato era<br />
considerata uno strumento di crescita del<br />
territorio, per la capacità di alimentarlo attraverso<br />
la facilità dell’accesso al credito, adesso le banche<br />
hanno nettamente invertito la tendenza. Le<br />
difficoltà dei mercati, animati da logiche spietate,<br />
Borrelli Sabrina<br />
hanno portato le stesse banche ad inasprire<br />
sempre più la loro competitività, finalizzata al<br />
raggiungimento di utili. Dall’altro lato però, ci<br />
sono i mercati che essendo sempre più contratti<br />
non sono in grado di garantire gli utili di una<br />
volta. La crisi occorsa agli istituti bancari nel<br />
1929, particolarmente in Italia, fu una<br />
conseguenza dell’appesantimento dovuto, prima<br />
al massiccio finanziamento delle imprese in<br />
difficoltà, poi alla trasformazione dei<br />
finanziamenti in partecipazioni; in altri termini la<br />
crisi bancaria fu conseguente a quella dei settori<br />
produttivi. Oggi la crisi degli istituti bancari<br />
deriva direttamente da loro comportamenti sui<br />
mercati finanziari, oggi il fenomeno quindi è<br />
diverso. Oggi le banche hanno difficoltà nelle<br />
loro normali funzioni di credito minuto e credito<br />
per la casa. La crisi odierna, quindi, è<br />
propriamente crisi del sistema finanziario e<br />
tuttavia, a causa della forte connessione con il<br />
sistema produttivo, essa può ripercuotersi e avere<br />
gravi conseguenze su quest’ultimo, specie quando<br />
il sistema finanziario non sia più in grado di dare<br />
adeguato respiro agli investimenti.<br />
La mia tesi è che al giorno d’oggi le industrie e le<br />
grandi imprese sembrano interessarsi poco o<br />
niente alla classe lavoratrice. Siamo soggetti a<br />
riforme, cambi di governo, capitalisti e membri<br />
delle banche. Il punto è quindi capire se si tratta di<br />
semplici tattiche economiche per cercare di far<br />
fronte alla crisi oppure se si tratta di un vero e