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Svar Numero 5 - Lettere e filosofia

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immagine, come nostra somiglianza>>. Immagine<br />

e somiglianza sono rispettivamente la traduzione<br />

dall’ebraico “tselem” e “demut”: la prima<br />

accezione di tselem è statua,in questo caso statua<br />

del padrone, il che induce a pensare che l’uomo sia<br />

esattamente come Dio, ovvero non può che<br />

esercitarne la stessa libertà, ponendo un limite al<br />

potere di Dio sui singoli individui.<br />

È già in Genesi,3 che la disubbidienza di Adamo ed<br />

Eva esplica la possibilità di “evadere” al volere ed<br />

al potere di Dio:<br />

>.<br />

Altri esempi sono forniti dalla lettura dei libri di<br />

Samuele: 14.<br />

E ancora: >15.<br />

Proseguendo con l’indagine sul testo biblico<br />

emergono ben altri suggerimenti dello stato di nononnipotenza<br />

di Dio: nel Nuovo testamento, in<br />

particolare nella Lettera agli Ebrei, più volte si<br />

ripetono i termini “perfezionato” e “reso perfetto”<br />

in relazione al Figlio di Dio. È già di per sé una<br />

conferma alla tesi che Dio, di cui cerchiamo di<br />

svelare il volto, non gode ancora di piena<br />

onnipotenza, bensì di un potere sì notevole, ma non<br />

totale. Occorre chiarire quello che potrebbe essere<br />

preso come un punto debole della trattazione,<br />

ovvero quello della trascrizione biblica di “reso<br />

perfetto”: quello utilizzato in Italia non è<br />

(ovviamente) il testo originale della parola di Dio;<br />

deriva infatti dalla traduzione della Bibbia dei<br />

LXX, testo greco a sua volta traslitterato dalla<br />

versione in lingua originale, dunque l’ebraico.<br />

In ebraico il termine utilizzato è “El Shaddai”16,<br />

tradotto poi nella LXX come “Pantocrator”17.<br />

Proprio qui sta l’incomprensione: pantocrator<br />

significa onnipotente e così verrà tramandato alla<br />

tradizione cristiana; ma el Shaddai indica<br />

semplicemente il Potente, senza alcuna allusione a<br />

totalità di potere. Il Potente viene infatti accostato<br />

alle schiere di angeli, intese come eserciti: è una<br />

potenza che sfocia nella forza, nell’energia, ma che<br />

non ha il pieno controllo sul corso degli eventi e<br />

sulla volontà dei singoli individui.<br />

Nel Nuovo Testamento emerge un’accezione di<br />

onnipotenza divina, che molto si allontana dal<br />

pieno controllo esercitabile sul volere e sulla vita<br />

degli uomini; il modo di Dio di essere sapiente ed<br />

onnipotente si attua nella dedizione incondizionata,<br />

nell’agape che non viene mai meno e che gli<br />

consente di perdonare tutti gli offensori.<br />

Dio è pensabile come l’ Onnipotente in termini di<br />

misericordia e di perdono, doni gratuitamente<br />

offerti all’uomo. È infatti nella figura di Gesù<br />

Cristo che vediamo l’amore che si consegna fino<br />

alla morte in croce: è un’offerta che fa risplendere<br />

la misericordia del Padre. Ma Dio non può che<br />

essere un NO all’onnipotenza dispotica, alla<br />

limitazione dell’uomo e del suo cammino.<br />

Con l’ausilio della logica si riesce a dimostrare che<br />

l’illimitata onnipotenza non è affatto plausibile: è il<br />

concetto di potenza in sé a rendere contraddittorio<br />

quello di onnipotenza.<br />

Se si parla di Potenza assoluta, allora bisogna<br />

supporre che non ci sia alcuna limitazione, ovvero<br />

che non esista nulla di diverso o estraneo alla<br />

potenza in questione. A questo punto, se tale<br />

Potenza assoluta non ha alcun oggetto ad essa<br />

estraneo su cui poter esercitare la propria influenza,<br />

allora nega se stessa, facendo equivalere il Tutto a<br />

zero.<br />

Serve dunque l’esistenza di un altro da sé, di un<br />

oggetto che limiti l’attività della Potenza,<br />

consentendole comunque di esercitare una forza<br />

straordinaria ed efficace. L’esistenza dell’altro, che<br />

consente di dimostrare la propria potenza, annulla<br />

al tempo stesso l’onnipotenza. In conclusione, se<br />

manca una relazione tra oggetti tra loro estranei,<br />

allora è la potenza stessa a mancare: serve quell’<br />

altro da sé che opponga resistenza alla Potenza<br />

coesistente, in modo da creare contrasto e<br />

dimostrare che la potenza iniziale è stata spartita.<br />

Dunque, non è possibile che tutta la potenza si<br />

trovi dalla sola parte del soggetto agente.<br />

Mi vorrei ora spostare sul versante filosofico, dove<br />

trovo alcune affinità con quelle che sono mie idee.

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