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THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

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cap. IV - Gaio Valerio Catullo - Il poeta di Lesbia, il poeta dell’amore 41<br />

a scandalizzare, egli, poeta novus, rivoluzionario, scapigliato e anticonformista<br />

(Carmina XV, XVI, XXI, XXV, XXVIII, XXXII, XXXVII, XXXIX, XLI, XLII LIX etc.). Talora,<br />

anche un semplice invito a cena rivolto ad un amico (Carmina XIII), può diventare<br />

per Catullo motivo di poesia e nello stesso tempo, per noi, elemento rivelatore<br />

di atteggiamenti, o pose, o modi effettivi di vita da poeta stravagante e<br />

un po’ bohémien.<br />

D’altra parte, Catullo non ha affatto ritegno a rivelare egli stesso il suo anticonformismo,<br />

come quando, ad esempio, (Carmina X, Antol. catull., pagg. 64-65),<br />

impreca apertamente e spregiudicatamente contro il propretore Memmio, reo di<br />

non avergli consentito, quand’era al suo seguito, di trarre anche qualche vantaggio…<br />

pratico (secondo la corrotta e rapace consuetudine amministrativa dei<br />

governatori romani nelle province), da quel suo viaggio in Bitinia. Con altrettanta<br />

franchezza, Catullo non nesita a divulgare che male, in tal senso, è andata anche<br />

ai suoi due cari amici Fabullo e Veranio, tornati delusi in patria dal loro viaggio<br />

in Iberia al seguito di Pisone (Carmina XXVIII). Nei confronti dei politici mediocri<br />

o minori, quali, ad esempio, Nonio e Vatinio, egli si mostra disgustato e contrariato<br />

dal loro assurdo successo politico (Carmina LII, qui citato in II 2, nota 10,<br />

pagg. 10-11); verso i più grandi e autorevoli politici del tempo, quali Cesare,<br />

Pompeo, Cicerone, si rivela, invece, più che altro, irriguardoso o maldicente (i<br />

Carmina LVII e XCIII, quest’ultimo qui citato in II 2, nota 10, pag. 10); inoltre il<br />

Carmina CXIII, qui citato in IV 1, nota 5, pag. 36; il Carmina XLIX, qui citato in<br />

IV 1, nota 6, pag. 36). Catullo, spirito beffardo e dissacratore, critica i politici del<br />

suo tempo, piccoli e grandi, senza avere tuttavia una sua precisa visione o ideologia<br />

politica da contrapporre loro e senza addentrarsi in analisi o giudizi politici<br />

puntuali, determinati o profondi: le sue, sono accuse generiche, il più delle volte<br />

miranti a colpire il personaggio politico soprattutto nei suoi comportamenti morali<br />

o nelle sue debolezze umane, più che altro, per il gusto di denigrarlo, di sminuirlo,<br />

di smitizzarlo.<br />

Ma, più che la critica avversa ai politici e allo Stato, prevale in lui e negli<br />

altri neòteroi l’indifferenza e il distacco dalla storia e dalla politica del loro tempo.<br />

Le critiche, ma ancora più gli atteggiamenti qualunquistici di Catullo e degli altri<br />

poetae novi, sentiti e giudicati da Cicerone pericolosi e corrosivi per lo Stato,<br />

nascono dall’insofferenza, dallo sconforto e dalla delusione politica e morale sua<br />

e di tutta una generazione, nauseata dalle aspre e continue lotte politiche contemporanee,<br />

dalla crisi delle istituzioni e dello Stato, dalla decadenza civile e<br />

morale della società romana. Catullo e quelli della sua generazione non credono<br />

più nei doveri del civis davanti allo Stato, ma credono, piuttosto, nei bisogni dell’individuo<br />

e nei diritti dell’uomo davanti alla vita. Di qui, la scoperta dell’io, dei<br />

suoi problemi e delle sue necessità spirituali; di qui, l’egocentrismo di Catullo,<br />

l’esasperato individualismo suo e degli altri poeti come lui; di qui, la proposta di<br />

nuovi motivi o contenuti da dare alla poesia: la storia del suo amore per Lesbia,<br />

il mondo dei suoi affetti, dei suoi sentimenti, per il poeta ora valgono più di qualsiasi<br />

altro valore o ideale che si possano proporre alla vita ed alla poesia.<br />

Assenza in Catullo, s’è detto, d’una fede o di un ideale superiore di vita; di<br />

qui, l’assenza in lui, di impegno politico, o civile o morale. Ed è tutto vero. Ma<br />

ciò non vuol dire affatto che il poeta sia un superficiale o ch’egli sia del tutto<br />

privo di ideali o di valori spirituali. Tutt’altro. L’età in cui vive Catullo, certo non<br />

è più quella eroica di Roma: quell’età, appartenne al secolo degli Scipioni. Ora,<br />

negli anni durissimi della guerra civile, in età cesariana, in piena crisi della repubblica,<br />

delle sue istituzioni e dell’antico, sano costume politico e morale di Roma,<br />

si affermano nuovi ideali di vita, non più ispirati alla patria e all’eroismo, ma<br />

La vita<br />

bohémienne<br />

L’anticonformis<br />

mo<br />

Contro i<br />

politici del<br />

tempo<br />

L’assenza in<br />

Catullo di una<br />

ideologia<br />

politica<br />

Gli<br />

atteggiamenti<br />

qualunquistici<br />

Egocentrismo<br />

e<br />

individualismo<br />

Assenza di<br />

una fede o di<br />

un ideale<br />

superiore di<br />

vita<br />

La fine dell’età<br />

eroica di<br />

Roma

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