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THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

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Carme LXXXIII<br />

vano l’inferno e il dio che vi presiedeva. Con quel:<br />

At vobis… Orci, Catullo assume un tono simile a<br />

quello di un adulto quando cerca di confortare un<br />

bambino che piange perché qualcosa o qualcuno<br />

gli ha fatto la «bua» e sgrida quel qualcosa o qualcuno<br />

definendolo «brutto e cattivo». Insomma il<br />

poeta assume un tono protettivo e paternalistico,<br />

facendo l’uomo di mondo che tende a minimizzare<br />

l’accaduto, un po’ per confortare la puella ridimensionando<br />

la disgrazia, un po’ per nascondere<br />

anche la sua commozione e il suo di spiacere per<br />

la morte del passerotto, che ormai era diventato<br />

caro anche a lui.<br />

44. bella: è forma popolare e del linguaggio<br />

familiare.<br />

45. abstulistis: il poeta gioca sul doppio significato<br />

del verbo aufêro «sottraggo» e «porto alla<br />

sepoltura». Si noti quel mihi: il passero apparteneva<br />

ormai anche a Catullo, come tutte le cose<br />

cap. IV - Gaio Valerio Catullo - Il poeta di Lesbia, il poeta dell’amore 67<br />

Piangete o Veneri ed Amorini, e quanti uomini vi sono al mondo più gentili. È morto<br />

il passero della mia fanciulla, passero, delizia della mia fanciulla, che lei amava più<br />

dei suoi occhi: sì, era dolce come il miele e aveva imparato a riconoscere la sua<br />

padroncina così bene come una bimba la madre, né si staccava dal suo grembo, ma<br />

saltellando ora qua ora là, solo alla sua signora sempre cinguettava. Ora esso va per<br />

un cammino denso di tenebre là dove dicono che nessuno torna indietro. Ma, quanto<br />

a voi, siate maledette, brutte tenebre dell’Orco, voi che divorate tutte le cose belle:<br />

il mio passero così bello avete portato via! Oh che disgrazia! oh povero passerotto!<br />

Ora, per colpa tua, gli occhietti della mia fanciulla si sono fatti rossi e gonfi a forza<br />

di piangere.<br />

Che bestia quel marito di Lesbia: non capisce proprio niente!<br />

Con le donne in amore ci vuole psicologia, e Catullo mostra qui di possederne abbastanza.<br />

Non così il povero marito di Lesbia, che non riesce a capire che sua moglie è innamorata<br />

di Catullo: proprio per mascherare il suo amore per il giovane poeta, Lesbia davanti<br />

a lui ne parla male. Che rabbia per Catullo non potergli gridare in faccia che sua moglie<br />

è ormai perdutamente innamorata di lui: altroché, è proprio innamorata cotta! (Metro: distico<br />

elegiaco).<br />

Lesbia 49 mi, praesente viro 50, mala plurima dicit:<br />

haec illi fatuo maxima laetitia est.<br />

Mule, nihil sentis. Si nostri oblïta tacëret,<br />

sana esset 51: nunc quod gannit et obloquitur,<br />

5 non solum meminit, sed, quae multo acrior est res,<br />

irata est, hoc est uritur et coquitur.<br />

Lesbia, davanti a suo marito, parla malissimo di me: e tutto ciò procura grandissima<br />

gioia a quel pagliaccio. Bestia: non capisci proprio niente. Se lei m’avesse dimenticato<br />

e non parlasse, sarebbe normale; ora, invece, il fatto che brontola e m’ingiuria,<br />

non solo vuol dire che sono nei suoi pensieri, ma, quel che più conta, è arrabbiata<br />

con me, il che significa che brucia ed è cotta d’amore.<br />

care a Lesbia.<br />

46. O factum… passer: detto col tono di chi<br />

vuole nascondere la propria commozione e intensifica<br />

quasi scherzando l’accaduto.<br />

47. turgidûli: letteralmente «gonfietti»; un altro<br />

dei tanti diminutivi cari a Catullo e ai neòteroi. La<br />

vera disgrazia per Catullo sembra sia quella delle<br />

conseguenze causate dalla morte del passero: gli<br />

occhi belli della sua Lesbia sono diventati rossi e<br />

gonfi a forza di piangere. Ma Catullo, anche questa<br />

volta, posa a fare l’adulto, l’uomo maturo davanti<br />

alla sua idealizzata «fanciulla»; e, invece, nonostante<br />

le pose o gli atteggiamenti esteriori, dalla<br />

lettura della lirica si avverte che il poeta è profondamente<br />

addolorato per la morte del passero,<br />

come la sua Lesbia.<br />

48. ocelli: altro diminutivo caro a Catullo, qui<br />

traducibile letteralmente con «occhietti».

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