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SChEDA RIASSUNTIVA SChEDA RIASSUNTIVA SChEDA RIASSUNTIVA SChEDA RIASSUNTIVA SChEDA RIAS- 60 L’età cesariana (78-44 a.C.) Dopo la morte del fratello, la sua poesia si arricchisce del motivo della casa e degli affetti familiari e spesso si abbandonerà alla rievocazione nostalgica del passato o cederà alla malinconia dei ricordi. Nasce, così, il Catullo grandissimo dell’elegia. Ma Catullo è e resterà per sempre, soprattutto il grande poeta di Lesbia, il poeta immenso dell’amore. Lesbia è creatura poetica immortale, che non si dimentica. L’amara vicenda del suo amore per Lesbia finì con lo sconvolgere tutta la vita di Catullo: cessata l’idealizzazione dei primi anni e dei primi carmi, l’amore andò sempre più degenerando, trasformandosi per Catullo in esclusiva passione dei sensi, fino a diventare un vero e proprio male oscuro, un virus mortale che gli andava devastando corpo e anima e dal quale cercò infine di liberarsi, invocando disperatamente l’aiuto degli dèi (Carmina LXXVI). Quanto ai carmina docta, essi si rivelano spesso un felice intreccio di mito ed autobiografia, di doctrina e cura formale, secondo i canoni della migliore tradizione alessandrina. Dall’idealizzazione della personale vicenda di vita del poeta nasce il mito autobiografico catulliano. Alcuni di questi Carmi, specie il LXVIII, sono dei capolavori. Modello preferito di Catullo fu Callìmaco. Pertanto, egli è poeta di gusto e formazione alessandrina. Ma neppure può dirsi che Catullo sia sempre e in tutto un poeta alessandrino: alla freddezza e al distacco dei poeti greci alessandrini, si contrappone, infatti, tutta l’impetuosa passionalità catulliana. Dopo la morte del fratello, il poeta scopre l’esistenza anche del dolore altrui e allora la sua poesia acquista una dimensione ed una risonanza cosmica, facendosi sempre più asciutta, scarna, essenziale. «La vastità dolorosa e la malinconia», negate dal Marchesi a Catullo, si può dire invece che appartengono certamente alla poesia degli ultimi carmi, a quella delle grandi elegie. Catullo è il più moderno dei poeti latini. Il suo stile è una sintesi prodigiosa di ars e naturalezza, la sua lingua è semplice e nello stesso tempo costruita, popolare e insieme colta, ora esuberante ed espressiva, ora raffinata ed elegante, sempre originale, efficace, innovatrice. Quanto ai metri, Catullo fu insuperato maestro soprattutto negli endecasillabi falecei. SChEDA RIASSUNTIVA SChEDA RIASSUNTIVA SChEDA RIASSUNTIVA SChEDA RIASSUNTIVA SChEDA RIAS-
Carme XXVI Carme XL cap. IV - Gaio Valerio Catullo - Il poeta di Lesbia, il poeta dell’amore 61 ANTOLOGIA CATULLIANA NUGAE DI ARGOMENTO VARIO La villetta di Furio è proprio esposta male Furio è caduto sotto gli strali di Catullo: egli si vanta di possedere una villetta che gode di una eccellente posizione, ben protetta contro i venti: peccato ch’essa è anche esposta ai venti delle ipoteche e dei debiti del suo padrone; almeno così insinua quella mala lingua di Catullo. Metro: endecasillabi falecei. Furi 1, villula vostra non ad Austri 2 flatus opposita 3 est neque ad Favoni 4 nec saevi Boreae 5 aut Apheliotae 6, verum ad milia quindecim et ducentos. O ventum horribilem atque pestilentem! Furio, la vostra villetta non è esposta ai soffi dell’Austro, né a quelli del Favonio, né a quelli del terribile Borea o dell’Afeliota, bensì ad un’ipoteca di 15.200 sesterzi: questo sì che è un vento raccapricciante e pestilenziale! Povero Ràvido, esposto ai giambi di Catullo Ràvido ha osato mettere gli occhi addosso a Lesbia; e mal gliene incolse: chi lo salverà ora dai giambi, cioè dai versi avvelenati di Catullo? (Metro: endecasillabi falecei). Quenam te mala mens, miselle Ravîde 7, agit praecipitem in meos iambos? 8 Quis deus, tibi non bene advocatus 9, vecordem parat exercitare rixam? An ut pervenias in ora vulgi? Quid vis? qualîbet esse notus optas? Eris, quandoquîdem meos amores cum longa voluisti amare poena. 1. Furi: Furio, è lo stesso personaggio dei Carmi XI, XVI, XXIII. 2. Austri: l’Austro è un vento del sud. 3. opposita: «esposta», nel doppio senso di «esposta» ed «ipotecata». 4. Favoni: il Favonio è un vento che spira da ovest. 5. Boreae: Borea, vento di settentrione; è noto anche col nome di tramontana. 6. Apheliotae: l’Afeliota è un vento dell’est. 7. Ravîde: Ràvido; è un personaggio di cui nulla sappiamo. Il nome significa «Occhigrigi», da ravus, «bigio», «grigio-giallastro». 8. iambos: «giambi»; qui in senso generico per dire versi aggressivi. Per le sue invettive, infatti, Catullo usa, di preferenza, i falecei. 9. non bene advocatus: era molto importante presso i Romani il rituale secondo il quale doveva essere invocato il dio. In particolare, bisognava fare attenzione a non trascurare o sbagliare i diversi nomi con i quali la divinità amava essere invocata, altrimenti s’incappava nell’ira del dio: questa era almeno la credenza popolare.
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