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THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

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Carme LIII<br />

Carme X<br />

18. Vatiniana: riferito a crimina, «i delitti di<br />

Vatinio». Si vedano anche i Carmi XIV, LII.<br />

19. Calvus: è G. Licinio Calvo, famosissimo<br />

avvocato, nonché apprezzato poeta novus.<br />

cap. IV - Gaio Valerio Catullo - Il poeta di Lesbia, il poeta dell’amore 63<br />

Egnazio, perché ha lustri e bianchi i denti, è raggiante in ogni occasione. Se si sta al<br />

banco dell’accusato, nel punto che l’oratore fa piangere, quello è raggiante. Se al<br />

rogo d’un figlio amato si fa corrotto, nel punto che la madre deserta piange il suo<br />

unico, quello è raggiante. Qualunque cosa sia, dovunque sia, qualunque parte faccia,<br />

è raggiante. Questa è la sua malattia, di poco buon gusto, penso, e poco civile.<br />

Perciò devo darti un consiglio, Egnazio mio bello. Se tu fossi di Roma o della Sabina<br />

o di Tivoli, o un parco Umbro o un obeso Etrusco o un Lanuvino nero e dentuto o un<br />

Traspadano, per metterci anche i miei paesani, o chi tu vuoi, che con acqua pura si<br />

lava i denti, tuttavia, che tu fossi raggiante in ogni occasione, non lo vorrei: ché non<br />

c’è cosa più fuor di luogo d’un riso fuor di luogo. Ora, tu sei Celtibèro: in terra di<br />

Celtiberia, ognuno, di ciò che ha pisciato la notte, è uso, la mattina, sfregare i denti<br />

e arrossar le gengive: cosicché, quanto più è netta, codesta tua dentatura, grida che<br />

tanto più hai inghiottito di piscio.<br />

L’eloquenza di Licinio Calvo<br />

Il Carme esprime l’ammirazione e la stima di Catullo per il suo amico Licinio Calvo,<br />

còlto questa volta in veste non di poeta, ma di oratore.<br />

Quanto a Vatinio, è lo stesso di Carme LII (per cui cfr. II 2, nota 10, pagg. 10-11 e IV<br />

4, pag. 41). (Metro: endecasillabi falecei).<br />

Risi nescioquem modo ex corona,<br />

qui, cum mirifîce Vatiniana 18<br />

meus crimina Calvus 19 explicasset,<br />

admïrans ait haec manusque tollens<br />

5 «Di magni, salaputium 20 disertum!»<br />

ho riso, poco fa, confuso tra la folla, di un tale che, avendo il mio amico Calvo puntualizzato<br />

a meraviglia tutti i capi d’accusa contro Vatinio, preso da ammirazione,<br />

alzando le mani al cielo ha così esclamato: «Grandi dèi, che eloquente quel cosettino!»<br />

Una ragazza davvero insulsa e impertinente!<br />

Catullo è messo in imbarazzo da un’amichetta di Varo piuttosto sfrontata e impertinente:<br />

il poeta voleva darsi un po’ di arie, facendo credere alla ragazza di essere tornato,<br />

pur essendogli andata male, non proprio a mani vuote dal suo recente viaggio in Bitinia al<br />

seguito del propretore Gaio Memmio: almeno otto robusti lettighieri egli racconta d’essere<br />

riuscito a rimediarli; ma che si tratti d’una frottola si scopre subito, appena la ragazza,<br />

20. salaputium: il termine, di significato incerto,<br />

è stato variamente inteso e tradotto; ci è parso<br />

bene renderlo con: «cosettino».

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