THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

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Gaio Valerio Catullo
cap. IV - Gaio Valerio Catullo - Il poeta di Lesbia, il poeta dell’amore 59
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R I A S S U N T I V A
Catullo di Verona, 84-54 a.C., visse a Roma dove conobbe ed amò Lesbia, la donna
della sua vita, il cui vero nome era Clodia, moglie del politico Quinto Metello Celere. Nel
60 a.C. muore anzitempo il fratello del poeta nella Troade. A qualche anno dopo risale il
viaggio di Catullo in Asia Minore, al seguito del propretore G. Memmio, governatore della
Bitinia dal 57 al 56 a.C.
Struttura del liber (o canzoniere) di Catullo, dedicato a Cornelio Nepote: I sezione:
nugae, «inezia», in metro vario (Carmina I-LX); II sezione: i carmina docta, in metro vario
(Carmina LXI-LXVIII); III sezione: nugae in distici elegiaci (Carmina LXIX-CXVI).
Spirito inquieto, appassionato, romantico e spesso contraddittorio, Catullo si autodefinisce
impôtens, «incapace a frenarsi», e tale spesso egli si rivela: «senza freni», nell’arte e
nella vita. Alcuni critici (Croce, Marchesi, Bione etc.) hanno scoperto in lui un’anima «fanciullesca»,
cioè candida, schietta, ingenua, innocente, ma altri giudicano diversamente,
ponendo l’accento sulla consapevolezza, sulla pensosità e la malinconia catulliana. In realtà,
sembra preferibile un’altra tesi, quella che sostiene la crescita e l’evoluzione umana e poetica
di Catullo, in conseguenza della morte prematura del fratello. Nella sua poesia possono
essere individuati alcuni temi e momenti che risultano poi determinanti ai fini della
ricostruzione dell’iter umano ed artistico del poeta.
Catullo è il creatore nel mondo latino della lirica soggettiva. Egli è poeta novus rivoluzionario:
molte delle sue nugae, specie le prime, sembrano essere altrettanti manifesti di
una precisa volontà di trasgressione. Nella vita e nella poesia egli assume spesso atteggiamenti
e pose da poeta bohémien: nelle nugae di argomento vario prevale il poeta scapigliato
e anticonformista. Sono, questi, i carmi minori della spensieratezza e dell’esuberanza
giovanile, fatti spesso di poesia giambica, aggressiva e provocatoria, di gusto archilocheo,
o di comicità pesante, di tipo plautino e tradizione fescenninica. Alcuni di questi carmi sono
di argomento erotico e scurrile, altri rivelano spirito beffardo e dissacratore, ironizzando sui
più illustri politici del tempo (Cesare, Pompeo, Cicerone etc.). Ma, come negli altri neòteroi,
in lui prevalgono l’indifferenza e il distacco dalla storia e dalla politica del suo tempo, gli
atteggiamenti qualunquistici, l’egocentrismo e l’individualismo: agli antichi ideali eroici e
civili della tradizione politica, morale e culturale romana, egli contrappone la scoperta di
nuovi valori umani e morali: la cura dell’io, del proprio mondo interiore, dell’amore, degli
affetti familiari, dell’amicizia, della cultura, della poesia.
Il sentimento dell’amicizia in Catullo fu intensissimo, al pari dell’amore: è come se il
poeta avesse stabilito con l’amico o con la donna amata un segreto patto di amicizia (foedus)
e fedeltà (fides), di portata religiosa.
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