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THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

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Carme II<br />

29. quicum: sta per quocum; è un ablativo<br />

arcaico.<br />

cap. IV - Gaio Valerio Catullo - Il poeta di Lesbia, il poeta dell’amore 65<br />

Il mio amico Varo, un giorno in cui non avevo nulla da fare, mi aveva condotto dal<br />

foro a fare visita al suo amore: una sgualdrinella, come allora m’era parsa a prima<br />

vista, ma non priva di spirito e di grazia. Una volta giunti colà, si venne a parlare di<br />

varie cose, tra le quali, che cosa fosse ormai la Bitinia, in quali condizioni si trovasse<br />

e quale beneficio economico ne avessi tratto. Risposi come stavano le cose e<br />

cioè che lì non c’era, né per gli stessi abitanti, né per i pretori, né per la coorte, niente,<br />

perché uno ne approfittasse per tornarsene a casa con i capelli più impomatati,<br />

specie poi a chi, come noi, fosse capitato un pretore rompiscatole e portato ad infischiarsene<br />

della coorte. «Ma, ad ogni modo, almeno», dicono, «un genere che si dice<br />

sia nato proprio colà, te li sei procurati degli uomini da lettiga». Ed io, per darmi delle<br />

arie con la ragazza, rispondo: «Non mi è andata poi tanto male, pur essendomi<br />

imbattuto in una cattiva provincia, da non riuscire a procurarmi otto robusti lettighieri».<br />

E dire che né qui né là, avevo qualcuno che potesse portarsi sul collo il piede<br />

rotto d’una vecchia branda. Quella allora, sfrontata oltre ogni lecito, «Per favore», mi<br />

dice, «mio caro Catullo, puoi prestarmeli un po’, codesti? Voglio farmi portare comodamente<br />

laggiù, al tempio di Serapide». «Un momento», risposi alla fanciulla, «codesto<br />

che avevo detto poc’anzi di avere, mi sono confuso, è un mio amico, Cinna, sì,<br />

Gaio, è lui che se li è procurati. Beh, suoi o miei, che differenza fa? Posso servirmene<br />

liberamente come se fossero miei. Ma tu sì che sei davvero insulsa e noiosa, se<br />

con te uno non può concedersi di essere distratto».<br />

Il passero di Lesbia<br />

NUGAE ISPIRATE DALL’AMORE PER LESBIA<br />

La lirica, quanto all’argomento, può essere considerata rivoluzionaria per il mondo<br />

latino: finora si era avuta infatti solo poesia epica, celebrativa dello Stato. Il mondo interiore<br />

del poeta, la sua vita, i suoi sentimenti, rivendicano ora con i neòteroi il loro diritto<br />

alla poesia. Il passero della donna amata dal poeta è diventato ora più importante di qualsiasi<br />

altro motivo di poesia. Lesbia qui è idealizzata da Catullo e descritta come una dolcissima,<br />

delicatissima «fanciulla», che innocentemente gioca col suo passerotto addomesticato.<br />

Quanto a Catullo, posa a fare l’uomo maturo, preso da chissà quali gravi pensieri<br />

e, pertanto, portato a guardare con distacco i diletti della sua amata «fanciulla». Una scenetta<br />

stupenda, piena di grazia e delicatezza di sentimento, una lirica che è un autentico<br />

capolavoro. (Metro: endecasillabi falecei).<br />

Passer, deliciae meae puellae,<br />

quicum 29 ludêre, quem in sinu tenëre,<br />

cui primum digitum dare appetenti<br />

et acris 30 solet incitare morsus:<br />

5 cum desiderio 31 meo nitenti<br />

carum nesciôquid libet iocari<br />

ut solaciôlum 32 sui doloris,<br />

credo 33, ut 34 cum 35 gravis acquiescat ardor,<br />

tecum ludêre sicut ipsa possem 36<br />

10 et tristis 37 animi levare curas!<br />

30. acris: sta per acres; è forma arcaica.<br />

31. desiderio: desiderium indica la donna amata

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