THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia
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cap. IV - Gaio Valerio Catullo - Il poeta di Lesbia, il poeta dell’amore 55<br />
ciullesco» di Catullo (e, di conseguenza, sarà opportuno rinunciare definitivamente<br />
a credere nella presunta ingenuità della sua arte, come invece voleva il Croce),<br />
né bisogna confondere la sua arte con quella dei poeti greci alessandrini che egli<br />
spesso ebbe a suoi modelli ispiratori. Il poeta greco alessandrino è soprattutto un<br />
erudito, un intellettuale, un cultore della poesia, amante del puro esercizio o gioco<br />
letterario (lusus) fine a se stesso; egli, pertanto, non si lascia mai coinvolgere emotivamente<br />
dalla materia del suo canto, né consente di essere vinto o commosso<br />
da essa, anzi, la guarda con distacco, o, più spesso, addirittura con ironia, senza<br />
mai cedere o indulgere al sentimento o alla passione. L’arte del poeta greco alessandrino<br />
resta, quindi, sempre sorvegliata, costruita, fredda ed elegante: un elaboratissimo<br />
ed accuratissimo esercizio letterario, un esclusivo gioco poetico,<br />
insomma, destinato a restare tale, senza investire minimamente il sentimento o<br />
la vita del poeta.<br />
Non così in Catullo. Tutt’altro. Questi è poeta emotivo e passionale, impôtens,<br />
«incapace a frenarsi» (come egli stesso si definisce e come avevamo ricordato<br />
prima), nell’arte e nella vita. Pertanto, Catullo non può assolutamente fare<br />
a meno di riversare nella sua poesia anche tutta intera la sua anima e la sua<br />
vita. In lui il sentimento e la passione sono autentici, sinceri, e diventano essi<br />
stessi motivo di canto. Perciò, pur ispirandosi all’arte alessandrina, Catullo, per<br />
temperamento e vocazione naturale, fatalmente finisce col travolgere e superare<br />
l’alessandrinismo, rivelandosi poeta originale e profondamente innovatore.<br />
Egli riesce a rispondere in tutto ai canoni fissati dalla poetica neoterica, ma,<br />
senza per questo cadere nel vano gioco dell’esercizio d’arte fine a se stesso,<br />
accademico o di maniera, (come invece accadde un po’ a tutti gli altri poeti del<br />
suo gruppo), nello stesso tempo, sostanzia di contenuti veri, nuovi e originali,<br />
la sua poesia, facendone cosa viva e artisticamente valida. Nasce infatti con<br />
lui, nel mondo latino, una nuova forma di poesia: la lirica soggettiva, di breve<br />
respiro poetico, colta e raffinata, elegante e priva di qualsiasi impegno o fine<br />
politico, civile o morale. A Catullo si deve l’apparizione in Roma della prima<br />
poesia intima (come intima è gran parte di quella moderna), la poesia che<br />
esplora e racconta il mondo interiore del poeta, del suo io.<br />
Ma nei carmi di Catullo bisogna tuttavia saper distinguere, saper «leggere»,<br />
discernere, capire, intuire, se si vuole cogliere in pieno l’essenza vera della sua<br />
anima e della sua poesia. In altri termini, occorre saper cogliere i temi e i momenti<br />
migliori della poesia catulliana; ma, soprattutto, occorre stare attenti, ricostruendo<br />
tutto il percorso della sua vita e della sua arte, a seguire passo passo, come<br />
s’era già detto agli inizi, la sua crescita e evoluzione umana e poetica. Nel breve<br />
giro di pochi anni, infatti, il prodigioso «fanciullo» maturerà, diventerà uomo, e<br />
non farà in tempo a diventarlo, che, subito, si concluderà la sua intensa, ma brevissima<br />
stagione di vita. Così la sua poesia. Essa nasce alessandrina, come<br />
scherzo (lusus) e dallo scherzo (nugae), ma poi, indipendentemente dalle origini,<br />
dal nome o dalle stesse iniziali intenzioni del poeta, con gli anni diventerà adulta,<br />
facendosi sempre più seria, terribilmente seria e meditata, tragicamente vissuta<br />
e sofferta. Con la morte del fratello, infatti, il poeta scopre che nella vita vi sono<br />
cose più importanti, valori e affetti che contano e valgono molto più di una personale,<br />
infelice esperienza d’amore: questo nuovo, diverso, acerbo dolore, induce<br />
ora il poeta a meditare sul mistero dell’anima, a comprendere il senso autentico<br />
della vita, la comune tragedia dell’umana esistenza, il diffuso dolore anche degli<br />
altri. Ora anche la sua poesia matura, acquista una dimensione cosmica e risonanze<br />
universali, facendosi sempre più asciutta e disadorna, scarna ed essenziale.<br />
Si sbagliava, dunque, il Marchesi allorché affermava: «Non c’è vastità dolo-<br />
l’evoluzione<br />
umana e<br />
poetica di<br />
Catullo dopo<br />
la morte del<br />
fratello<br />
Il poeta<br />
scopre anche<br />
il dolore altrui<br />
e la sua<br />
poesia<br />
acquista una<br />
dimensione<br />
cosmica<br />
La vastità<br />
dolorosa e la<br />
malinconia<br />
nelle grandi<br />
elegie<br />
La<br />
testimonianza<br />
del Carmina<br />
LXXVI<br />
Catullo poeta<br />
«moderno»<br />
Il poeta di<br />
Lesbia e<br />
dell’amore<br />
Lo stile<br />
La lingua<br />
I metri