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THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

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Carme III<br />

66 L’età cesariana (78-44 a.C.)<br />

Passero, gioia della mia fanciulla, col quale suole scherzare, che suole tenere in<br />

grembo, alla cui avidità suole affidare la punta del dito, sollecitandone i morsi crudeli:<br />

quando alla splendida donna che io desidero piace prendersi non so quale<br />

diletto a piccolo conforto del suo dolore, credo, perché allora si plachi la sua grave<br />

passione: potessi anch’io giocare con te come fa lei e alleviare così i tristi affanni<br />

dell’anima!<br />

È morto il passerotto di Lesbia<br />

Non ha nemmeno fatto in tempo ad entrare in poesia ed è già morto il passerotto di<br />

Lesbia. Anche questa volta il poeta posa a fare l’adulto, ostentando un apparente distacco<br />

davanti al dolore della sua «fanciulla», ma solo per minimizzare e confortarla, preso<br />

com’è in realtà anche lui dal dolore per la morte del passero, cui aveva finito per affezionarsi<br />

davvero, al pari di Lesbia. Insomma qui Catullo si comporta con Lesbia come farebbe<br />

un qualsiasi adulto nei confronti d’un bambino che piange disperato la perdita del suo<br />

giocattolino preferito. Un epicedio stupendo per il passero, non v’è che dire, un altro capolavoro<br />

catulliano, costruito con garbo espressivo e finezza psicologica e sentimentale: il<br />

tutto, senza venire mai meno ai canoni della poesia alessandrina, anzi...! (Metro: endecasillabi<br />

falecei).<br />

Lugëte, o Veneres Cupidinesque,<br />

et quantum est hominum venustiorum 38.<br />

Passer 39 mortuus est meae puellae 40,<br />

passer, deliciae meae puellae,<br />

5 quem plus illa oculis suis amabat:<br />

nam mellïtus erat suamque norat<br />

ipsam, tam bene quam puella matrem,<br />

nec sese a gremio illîus 41 movebat,<br />

sed circumsiliens modo huc modo illuc<br />

10 ad solam dominam usque pipiabat 42.<br />

Qui nunc it per iter tenebricosum<br />

illud, unde negant redire quemquam.<br />

At vobis male sit, malae tenëbrae<br />

Orci 43, quae omnia bella 44 devoratis:<br />

15 tam bellum mihi passêrem abstulistis! 45<br />

O factum male! o miselle passer! 46<br />

Tua nunc opera meae puellae<br />

flendo turgidûli 47 rubent ocelli 48.<br />

appassionatamente, la «passione».<br />

32. solaciôlum: «piccolo conforto»; i diminutivi<br />

sono frequenti nel linguaggio dei poetae novi.<br />

33. credo: è parentetico, nel senso di «suppongo».<br />

34. ut: con valore finale regge acquiescat.<br />

35. cum: ha valore temporale: «allora», cioè<br />

«quando gioca».<br />

36. possem: l’imperfetto del congiuntivo per indicare<br />

l’impossibilità.<br />

37. tristis: sta per tristes e concorda con curas.<br />

38. venustiorum: è comparativo assoluto di<br />

venustus, «grazioso», «gentile», «elegante».<br />

39. Passer: ripetuto ad inizio del verso successivo<br />

forma un’anafora efficacissima, necessaria<br />

a richiamare l’attenzione sull’importanza che l’animaletto<br />

ha nel cuore di Lesbia.<br />

40. puellae: ripetuto alla fine del verso successivo<br />

forma un’epifora che corrisponde perfettamente<br />

all’anafora precedente, onde sottolineare<br />

l’intenso legame che unisce affettivamente il passerotto<br />

a Lesbia.<br />

41. illîus: con la i breve per ragioni metriche.<br />

42. pipiabat: «cinguettava»; ma è voce onomatopeica<br />

sul tipo del nostro «pigolare».<br />

43. Orci: col nome di Orco i Romani indica-

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