THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

103. Furi et Aureli: Furio ed Aurelio, sono due
personaggi dei quali nulla sappiamo; forse erano
più amici di Lesbia che di Catullo.
104. comites: «compagni»; qui nel senso di «di -
sposti ad essere compagni».
105. extremos… Indos: erano sentiti come i
popoli più lontani da Roma sul confine orientale.
106. Eöa: «orientale».
107. Hyrcänos: gli Ircani abitavano le coste
meridionali del mar Caspio.
108. Sacas: i Saci o Sagi erano gli Sciti, popolazione
del Caucaso.
109. Parthos: i Parti, detti da Eschilo «lancia-
cap. IV - Gaio Valerio Catullo - Il poeta di Lesbia, il poeta dell’amore 77
Se, nel riandare le buone azioni del passato, conforto v’è per l’uomo, quando la
coscienza gli dice ch’è pio, e non ha violato la santità della fede data, e in nessuna
promessa ha abusato dell’autorità degli dèi per ingannare gli uomini: molti t’aspettano,
allora, riservati a te in una lunga vita, o Catullo, gaudii da questo tuo amore
che grazia non trova.
Perché quanto di bene gli uomini possono dire a persona o fare, tanto da te è stato
detto e fatto: e tutto è stato gettato, commesso a un cuore che grazia non rende.
Dunque ormai perché t’hai a torturare ancora? perché non ti rinfranchi nel cuore, e
di costì non ti ritrai e, poiché gli dèi non vogliono, non la smetti di voler soffrire? È
difficile a un tratto guarire d’un lungo amore; è difficile: ma in ogni modo vorrei che
so come un fiore ai margini d’un prato dopo che è passato l’aratro. Questa la risposta del
poeta. La lirica sembra incominciare quasi a fatica e si trascina lenta, finché Catullo trova
la forza e il coraggio dentro di sé di mandare a quel paese, nella poesia e nella vita, la
«sua» Lesbia. Se si pensa alla puella e all’amore dei primi carmi, resta in chiunque un
senso di tristezza e di amaro, e tanta commozione, tanta voglia in noi di donare a Catullo
tutto il nostro affetto, a compenso del suo sfortunato amore e delle stupende, meravigliose
liriche, nate da esso, che ci ha saputo regalare. (Metro: strofe saffica minore).
Furi et Aureli 103, comites 104 Catulli,
sive in extremos penetrabit Indos 105,
4-5 litus ut longe resonante Eöa 106
tunditur unda,
sive in Hyrcänos 107 Arabasve mollis,
seu Sacas 108 sagittiferosve Parthos 109,
7-8 sive quae septemgemînus colorat
aequora Nilus,
sive trans altas gradietur Alpis,
Caesaris visens monimenta magni 110,
11-12 Gallicum Rhenum, horribilisque ultimosque
Britannos 111,
omnia haec, quaecumque feret voluntas
caelîtum, temptare simul parati,
15-16 pauca nuntiate meae puellae
non bona dicta.
tori di saette» per la loro abilità nell’uso dell’arco,
abitavano una regione dell’Asia Centrale. Questa
popolazione faceva militarmente molta paura ai
Romani.
110. Caesaris… magni: non sembra qui detto
con ironia, come altri invece ritiene; il che non vuol
dire tuttavia che Catullo sia ora passato all’ammirazione
per Cesare: potrebbe trattarsi di un’espressione
ormai diventata consueta in Roma dopo
i successi militari e politici del dittatore.
111. Britannos: altra popolazione indomita e
fiera che ha sempre fatto molta paura militarmente
ai Romani.