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THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

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Carme LXXXV<br />

74 L’età cesariana (78-44 a.C.)<br />

Odi et amo<br />

nec desistere amare, omnia si facias.<br />

A tal punto è giunta la mia mente, per colpa tua, Lesbia mia, e s’è così perduta, per<br />

volerti restare fedele, che ormai, né potrebbe più volerti bene, anche se tu diventassi<br />

la migliore delle donne, né può cessare di amarti, qualunque cosa tu faccia.<br />

Il Carme è un epigramma costituito da un distico giustamente famoso. Con estrema<br />

semplicità e naturalezza Catullo qui esprime l’intimo tormento del suo animo, caduto<br />

preda di due sentimenti contrastanti e antitetici che, contemporaneamente, gli struggono<br />

l’anima: egli sente di odiare e, nello stesso tempo, di amare Lesbia, e non riesce a capacitarsi<br />

di come ciò possa essere, ma sente che è così e ne è disperato. E non è affatto<br />

necessario spiegare che l’oggetto sottinteso dell’odi et amo è proprio Lesbia e solo lei: chi<br />

altra mai, se non lei, con la sua sciagurata infedeltà ha rovinato la vita del poeta determinando<br />

nella sua anima quell’insanabile conflitto di opposti sentimenti? Lirica stupenda,<br />

intensissima, costruita su uno stato d’animo particolare, sul mistero dell’anima e, ancora<br />

più, dell’amore. Indubbiamente una lirica immortale. (Metro: distico elegiaco).<br />

Carme LVIII<br />

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.<br />

Nescio. Sed fieri sentio, et excrucior.<br />

Odio e amo. Come sia possibile, forse ti chiedi. Non lo so, ma sento che è così, e me<br />

ne dispero.<br />

Celio, che brutta fine ha fatto Lesbia!<br />

Catullo si rivolge a Celio, un amico fedele, per rivelargli sconsolato che Lesbia, quella<br />

Lesbia da lui tanto amata e idealizzata, ormai è diventata una donna completamente perduta:<br />

la si può incontrare, infatti, come una qualsiasi squallida sgualdrina a scorticare i<br />

fianchi dei discendenti di Remo nel buio dei quadrivi e degli angiporti di Roma. Quanta tristezza,<br />

quanto dolore nelle parole di Catullo: la triste fine di Lesbia è anche la triste fine<br />

d’un amore, d’un sentimento, ch’era nato bellissimo e puro. (Metro: endecasillabi falecei).<br />

Caeli 90, Lesbia nostra, Lesbia illa,<br />

illa Lesbia, quam Catullus unam<br />

plus quam se atque suos amavit omnis 91,<br />

nunc in quadriviis et angiportis<br />

5 glubit magnanimi Remi 92 nepotes.<br />

Celio, la mia Lesbia, Lesbia, dico, quella Lesbia che, sola, Catullo amò più di se stes-<br />

88. officio: letteralmente «dovere»; quello sentito<br />

da un innamorato come Catullo, per il quale contano<br />

moltissimo in amore la fides e il foedus eterno<br />

d’amicizia.<br />

89. bene velle: cfr. v. 8 di Carme LXXII.<br />

90. Caeli Celio; è un amico di Catullo, forse lo<br />

stesso di Carme C.

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