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THESAURUS LITTERARUM LITTERARUM - AbleMedia

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Carme LXXII<br />

72 L’età cesariana (78-44 a.C.)<br />

Nunc iam illa non vult: tu quoque, impôtens 72, noli,<br />

10 nec quae fugit sectare, nec miser vive,<br />

sed obstinata mente 73 perfer, obdüra.<br />

Vale, puella: iam Catullus obdürat,<br />

nec te requiret nec rogabit invïtam.<br />

At tu dolebis, cum rogabêris nulla 74.<br />

15 Scelesta, vae te... Quae tibi manet vita?<br />

quis nunc te adïbit? 75 cui videbêris bella? 76<br />

quem nunc amabis? cuîus esse dicëris? 77<br />

quem basiabis ? cui labella mordebis?<br />

at tu, Catulle, destinatus obdüra 78.<br />

Povero Catullo, smettila d’impazzire, e quel che vedi perduto, consideralo perduto.<br />

hai avuto un tempo le tue belle giornate di sole, quando ti lasciavi portare dove conduceva<br />

la fanciulla, amata da me quanto alcun’altra lo sarà mai: e colà, allora, molti<br />

giochi d’amore si facevano, che tu volevi, né dispiacevano alla fanciulla. Sì, le hai<br />

avute davvero le tue belle giornate di sole. Ma ora lei non vuole più: anche tu, incapace<br />

come sei a frenarti, non volere, né stare ad inseguirla, e smettila di vivere<br />

come uno sventurato, ma, con animo ostinato, resisti, tieni duro. Addio, fanciulla:<br />

ormai Catullo tiene duro, né ti cercherà né ti pregherà se tu non vorrai. Ma tu ci soffrirai,<br />

quando non sarai più pregata. Sciagurata, guai a te, quale vita ora ti attende?<br />

Chi ti frequenterà? A chi sembrerai bella? Chi amerai? Di chi sarai detta appartenere?<br />

Chi bacerai? A chi morderai le labbra? Ma tu, Catullo, ostinato, resisti.<br />

Fine dell’idealizzazione d’un amore<br />

Era una cosa purissima l’amore di Catullo per Lesbia: il poeta l’aveva così idealizzata<br />

da amarla, non come comunemente si può amare l’«amica», cioè l’amante, ma, addirittura,<br />

come un padre può amare i figli o i generi. Ma ora Catullo ha capito che tipo di donna è, e<br />

non prova più stima per lei, avendo, i continui tradimenti di Lesbia logorato il suo amore,<br />

che si è ridotto ormai ad esclusiva passione dei sensi: il poeta arde ancora di più, ma non<br />

riesce più a «volerle bene». Un’amara riflessione o confessione questa lirica catulliana,<br />

un’altra gemma poetica, ricca di sofferta umanità e psicologia dell’amore. (Metro: distico<br />

68. ducebat: l’iniziativa era presa dalla fanciulla,<br />

a quanto pare.<br />

69. ibi: in genere è inteso in senso temporale,<br />

«allora»; ma non è affatto da escludere una possibilità<br />

d’interpretazione in senso locativo: «colà»,<br />

cioè nella villetta suburbana gentilmente messa a<br />

disposizione di Catullo e di Lesbia dall’amico Allio<br />

(Carmina LXVIII).<br />

70. nec… nolebat: efficacissima litote; dietro c’è<br />

tutta la psicologia della donna innamorata.<br />

71. Fulsëre… soles: detto con ben altro tono<br />

rispetto al v. 3: è come se il poeta avesse intanto<br />

passato in rassegna tutto la sua vita, rivivendone<br />

per un attimo tutti i giorni felici: di qui, l’ammissione<br />

convinta a se stesso: «sì, le hai avute le<br />

tue belle giornate di sole».<br />

72. impôtens: «incapace a frenarti»; questo<br />

termine è parola emblematica in Catullo: così<br />

Catullo è davvero, nell’arte e nella vita, impôtens,<br />

«senza freni».<br />

73. obstinata mente: di qui l’avverbio «ostinatamente».<br />

74. cum rogabêris nulla: Catullo sa bene che<br />

alla donna piace essere pregata e corteggiata.<br />

75. quis nunc te adïbit: non è che mancheranno<br />

corteggiatori o amanti a Lesbia, Catullo lo<br />

sa bene, ma di quale livello?<br />

76. cui videbêris bella: altro è piacere a Catullo,<br />

altro ad un qualsiasi spasimante senza nome.<br />

77. cuius esse dicëris: Catullo sa bene di<br />

essere… Catullo! E, poi, c’è la solita presunzione<br />

di ogni innamorato, per cui nessuno sa fare l’amore<br />

meglio di lui!<br />

78. at tu, Catulle... obdüra: e si sente, invece,

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